sabato 24 marzo 2012

Pasta del cavolo alla siciliana

Sto rileggendo per l'ennesima volta "L'arte della gioia" di Goliarda Sapienza.
Attrice e scrittrice, Goliarda era un personaggio straordinario, a detta di chi ha avuto il privilegio di conoscerla. 

Libera , curiosa della vita, con un carattere bello tosto, come solo le nostre isolane sanno avere.
Il suo libro più famoso rimase per anni nel cassetto, rifiutato da tutte le più note case editrici, le stesse che ora, dopo la sua morte, si litigano quel prezioso baule di manoscritti, e solo con l'impegno del suo compagno è stato pubblicato e si è imposto all'attenzione dei lettori.
Il romanzo racconta di Modesta, una donna che costruisce giorno per giorno la sua vita, che lotta contro pregiudizi secolari che la vogliono relegare a un ruolo che non sente suo, che vive il suo presente con l'obiettivo di imparare l'"arte della gioia".
Perché la gioia è un'arte, è uno strumento che si può imparare a suonare, sbagliando, stonando mille volte, perdendo treni importanti ma che sta là, in attesa soltanto che abbiamo il coraggio di metterci sopra le mostre mani e provare.
Senza cedere mai.
Un libro meraviglioso, come la terra di Sicilia.
Che potevo fare per celebrare la sicilianità che mi sento rivivere dentro girando tra le pagine di questo romanzo?
Ora che l'inverno è passato e ancora qualche cavolo bianco si aggira  triste e solo sui banchi del mercato bisogna fare in fretta, non perdere nessuna occasione, e farci una bella pasta...
Me la insegnò la sora Vincenza, detta Maria, mia vicina di un tempo; una donna che dopo svariati decenni manteneva ancora la sua bella carnagione e il suo marcato accento siculo.

Lessare un cavolfiore bianco e sminuzzarlo con la forchetta.
Preparate un soffritto di cipolla, un cucchiaio di passata di pomodoro, pinoli, uvetta, zafferano e un paio d’alici sminuzzate.
Aggiungere il cavolo e del peperoncino e cuocere per 5'.
E con questo ben di dio ci condiamo
ziti, bucatini, rigatoni, qualsiasi cosa...

Detto siciliano del giorno:
Dissi ' u vermi a nuci: dammi tempu cca' ti spirtusu.

Disse il verme alla noce: dammi tempo che ti buco.

Oggi ascoltiamo:
Giuni Russo e Franco Battiato - "Strade parallele (Aria siciliana)"

http://www.youtube.com/watch?v=RtUS1s-cJqc



Duminica jurnata di sciroccu
Fora nan si pò stari
Pi ffari un pocu ‘i friscu
Mettu ‘a finestra a vanedduzza
E mi vaju a ripusari
Ah! Ah! ‘A stissa aria ca so putenza strogghi ‘u mo pinzeri
Ah! Ah! ‘U cori vola s’all’umbra pigghi forma e ti prisenti
nan pozzu ripusari.
‘U suli ora trasi dintr’o mari
e fannu l’amuri
‘un c’è cosa cchiù granni
tu si la vera surgenti
chi sazia i sentimenti
Ah! Ah! ‘A stissa aria ca so calura crisci e mi turmenta
Ah! Ah! ‘U cori vola sintennu sbrizzi d’acqua di funtana
‘ndo mo’ jardineddu mi piaci stari sula.
Ah! Ah! ‘A stissa aria ca so calura crisci e mi tormenta
Ah! Ah! ‘U cori vola sintennu sbrizzi d’acqua di funtana
‘ndo mo jardineddu mi piaci stari sulu
mi piaci stari sula 


Le sentite le cicale, il caldo opprimente, la frescura e la quiete del giardinetto?


Grazie Giuni...

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