- Ma a lui piace! Guarda come corre!
- Sì ma mica dobbiamo fargli venire un colpo, no?
- A zì! Co' cchi parli?
- Niente rospetto peloso dello zio, tieni, tieni il bastone. Corri, su!
(e se mi facessi un pandispagna con ganache al tè?...)
- Che carino, hai visto? Beve l'acqua del lago!
- Oh, zì! Vieni 'mbò quine a vedé! Ce sò li mostri nel lago?
- Ma no, Babà, quali mostri, solo coregoni, semmai. Saranno i riflessi del sole... Guarda che bello!
( ...o magari dei cannoli alla siciliana con tanti, tanti canditi...)
Lago di Campotosto (ca. 1400 m s.l.m, metro più metro meno)
- Co' cchi parlavi zì?- Con un demone gatto...
- Gatto? Indove? Do stàa?
- Ma no, non lo vedi, ma...
(...oppure una mousse al triplo cioccolato con amarene 'n coppa?...)
- C'era bisogno di farti vedere? Con quei ridicoli mutandoni, poi.
- Sono bellissimi, invece. Pensa che ne portava un tipo uguale uguale monsieur Flaubert!
- Sì, e madame Bovary aveva il bikini dello stesso colore! Ma va, va... Babààà, esci dal lagooo!
- Zì! Sò visto un pescione peloso, grosso grosso e colli baffi!
- Ma no, mostriciattolo dello zio, non era un pescione. E poi i coregoni non hanno mica i baffi!
- Ma io lo sò visto!
(...o anche la Torta Frescobalda, che è da tanto che non la faccio...)
- Smettila o qui mi internano in un istituto! E lì non ci sono mica cucine a disposizione per poter pasticciare, caro mio!
- Ma sto solo giocando, guarda come scruta nel'acqua.
- Babààà, vieni qui!
- Uffa zì, c'era un pesce gatto grosso come la panza tua!
(...ho deciso: apro un barattolo di miele da mezzo chilo e me lo sparo tutto assieme...)
- Che fai, zì?
- Raccolgo delle erbe. Senti un po' questa.
- Pf!, e che d'è?
- Nepitella, la chiamano.
- Nun me piace la nepotella, fa schifo. E questa invece?
- È ortica, sai quant'è buona questa qui?
- Preferisco la caciotta, io!
- Non dubitavo...
- Ma devi usà li sacchetti mia pe' mettecela dentro? Nun ciavevi altre buste?
- Secondo te?
(...panna chantilly a riempire la vasca e io dentro, con un chilo di lamponi a pioggia...)
- Ci facciamo i culurgioes con quell'ortica?
- Ma sei matto? I culurgiones in Abruzzo nemmeno sanno dove stanno di casa. Casomai, che so, i ravioli, o i panzerotti.
- A me risulta che li conoscono.
- Guarda che non siamo in Sardegna. E vabbè che qui di patate ne hanno a iosa, ma non mi risulta siano parte dei piatti tipici della zona. Di Campotosto, poi...
- Scommettiamo?
- Quello che vuoi.
- Allora... scommetto scommetto... che compri una salamella di fegato solo per me.
- E io scommetto... peperoni crudi per tre giorni.
- Bleah!
- Solo, a chi chiedere?
- A quella signora là, quella col fazzolettone in testa che pare Janka Rupkina del Trio Bulgarka!
La sora Janka è quella a sinistra
- Ah ah, se ti sente te le suona, altro che! Hai visto nel bar che cartello avevano appeso?
(La dignità con cui questa gente ha affrontato la disgrazia del 2009 è ammirevole: gli abruzzesi sono gente tosta davvero.
Ma stanca di promesse fatte a vuoto.
Alcune case di qui hanno ancora i puntelli. E dovranno aspettare chissà quanti altri anni ancora prima d'essere ricostruite.
O demolite)
Fatalità, la foto mè venuta mossa, e il cartello l'ho dovuto ricostruire su pc.
- Dài, dài, chiedi a lei! Non hai il coraggio, vero?
- Grrr!!!... Signora! Scusi il disturbo, un'informazione, per piacere.
- Me dica.
- Ecco, ho visto l'elenco dei piatti tipici appeso là, al ristorante...
- Ah scì?...
- Le volevo chiedere... Conosce per caso un tipo di pasta chiamata culurgioni?
- Scine! Li preparo de domenica quanno viè a casa mì socera.
- Ah, ho capito. Ma i culurgioni quelli che si chiudono così... e così?
- Scine, come la spiga del grano, proprio quelli.
- Ho capito, grazie. Scusi del disturbo, eh?
- Niende, nun ze preoccupi.
- Salamella, bella bella, con il fegato e cannellaaa!
- Smettila, che mi stai sui nervi quando gongoli così!
- Mhhh, già me la sento giù per il gargarozzo! E nemmeno la pelle esterna ci levo!
- Quasi quasi te la friggo nell'anice!
Culurgioni "di Campotosto" alle ortiche
Per la pasta:
250 g farina di grano duro
100 ml acqua tiepida
1 bustina di zafferano, un pizzico di sale
Per il ripieno:
300 g ricotta (se di pecora non facciamo danno a nessuno)
100 g ortiche colte al momento (una bella bustina colma)
2 cucchiai di parmigiano, un pizzico di coriandolo in polvere e sale q.b.
Preparare la pasta al solito modo, unendo gli ingredienti in ciotola e, una volta amalgamati, rovesciarli sulla spianatoia e formare un impasto "liscio ed omogeneo", come dicono tutti ma proprio tutti, cuochi e non.
Lavorare a lungo l'impasto, quindi formare una palla e lasciarlo riposare per mezz'ora almeno nella ciotola, coprendola co un panno inumidito.
Lavare bene le foglie d'ortica, quindi trasferirle in un tegame con pochissima acqua e farle appassire per pochi minuti a fuoco basso.
In alternativa si possono far cuocere al microonde un paio di minuti a cottura media.
Come dice anche wiki (una bibbia, per noi cialtroni) qui: "Gli spinaci mantengono quasi tutto il loro folato anche se cotti a microonde; al confronto, ne perdono quasi il 77% se cotti sui fornelli, perché il cibo sui fornelli tipicamente è bollito, cosa che porta alla dispersione dei nutrienti. Le verdure al vapore tendono a conservare più nutrienti se cotte al microonde rispetto alla cottura sui fornelli". E se lo dice wiki...
Tritare con la mezzaluna le foglie, unirvi la ricotta lavorata a crema, il parmigiano, il coriandolo (che col suo aroma limonato si sposa bene con il gusto dell'ortica) e aggiustare di sale.
Basta così.
Stendere la pasta in una sfoglia non troppo sottile (livello 4 della fida Imperia, altra Durlindana) e ricavarne con un coppapasta dei cerchi da 7 cm (circa, non è mica tassativa la misura: anche un bicchiere va benissimo) che andranno riempiti di ripieno...
Ora, visto che devo imparare a superare la mia timidezza, che assieme alla pigrizia fanno come la glicerina con l'acido nitrico, ho preparato un video un po' noiosetto ma esplicativo di come vanno chiusi i culurgiones:
Un pizzico a destra, l'altro a sinistra e la spiga si chiude sul ripieno come il cuore sul suo segreto...
Cuocerli in acqua bollente e salata fin quando verranno a galla, scolarli bene e condirli a piacere.
Anche solo burro fuso, con o senza salvia, o un semplice sughino al pomodoro.
- Mhhh... ci volevano proprio, Leppa!
- Boni, eh? E bona anche la salamella. Grazie.
- Dovere. Sai, ancora non mi spiego come mai i culurgiones siano conosciuti qui in Abruzzo, e in cima alla montagna, a Campotosto, poi...
- Mah, sai, la cultura viaggia...
- Eh sì... Ma... un momento!
- Signora, scusi! Si ricorda di me? abbiamo parlato ieri...
- Scine, me lo ricordo.
- Non vorrei sembrarle scortese o troppo curioso. Parlavamo di culurgiones, si ricorda?
- E come no? Sò boni, li faccio sempre la domenica...
- ... per la suocera, sì, me lo diceva proprio ieri. Ma dica un po', una curiosità: come fa di cognome sua suocera?
- Marras, perchè? Ma dove corre? Boh, 'sti romani sò tutti sonati in capo!
- Leppaaa!!!
Detto abruzzese del giorno
A chije aspette, n’hêre ije ne pare sétte
A chi aspetta, un'ora glie ne sembrano sette
Oggi ascoltiamo
Kate Bush (col Trio Bulgarka) - Rocket's tail
http://www.youtube.com/watch?v=7yeimyOsdrA
Da ascoltare a luce spenta, rigorosamente.
Solo Kate avrebbe potuto unire la musica rock con i canti popolari bulgari. Altro che Pippero...