sabato 17 agosto 2013

Stelle e fagioli

Mi sono sempre chiesto: ma quando passera quest'euforia di decorare le torte come fossero fatte col "pongo", questa smania di fare cose spettacolari e spesso bellissime ma immangiabili, questa frenesia di stupire e apparire ed esserci (altrimenti non non si è niente) allora, mi dico... che ne sarà di questa roba?

Intendiamoci, qui non si parla delle "pennette alla vodka" che hanno infestato gli anni Ottanta del secolo scorso, con tanto d'accompagno di rucola ad ogni due per tre e il famigerato velo di panna su tutti i primi (anche nel pesto, giuro...)
Non è la moda in sé che mi spaventa: le mode, si sa, sono fatte per passare, per giocarci al momento giusto e basta. Con misura, come tutto.
Qui si tratta spesso di scatoloni di attrezzature delle quali solo la Wilton aveva il monopolio, prima che gli amici del Regno di Mezzo imparassero a commercializzarle a "due euri", e magari erano anche costate fior di quattrini.
Ecco, uno si fa... si applica con tutto se stesso per imparare a fare qualcosa di nuovo, sfida la propria manualità da bradipo paralitico e pàffete, tutto diventa inutile.
Le prossime manie?
Dal 2D dei disegni fatti su fogli d'ostia e stampati con colori alimentari siamo passati al 3D della modellazione.
Il prossimo passo è solo il 4D: la torta che si fa da sola.
Al festeggiato porti una scatola grande come l'astuccio di un anello che, aprendola, mette in moto un meccanismo di sviluppo immediato del dolce.
Una specie di "jack in the box" ma molto meglio. E commestibile, per giunta.
Scherzo, ma intanto io mi sto portando avanti col lavoro cercando di riutilizzare il mio scatolone di stampini in altri modi altrettanto proficui.
Per prima cosa mi sono fatto una pasta fatta in casa a forma di stelline (a sei punte, va be', ma quello stampo avevo...)
 

E una pasta così, di semplice acqua e farina di cosa mai avrà bisogno?
Ma di un condimento ben saporito.
E visto che m'ero lasciato da parte come un tesoro la cotenna del mio lingotto di Lardo di Colonnata e che, come è ormai di dominio pubblico, amo sempre fare le cose nei tempi "sbagliati", mi sono detto: "Ma perché non farci una bella pasta e fagioli? Caldina caldina e bella saporita?"
Prima di chiamare la guardia medica prego i signori della Corte di osservare questa foto che ritrae la pianta di ciclamini sul mio terrazzo. Con tanto di foto, non si può sbagliare:


È provato, signori della Corte: anche la Natura fa le cose in modo "innaturale".
Anche la Natura è contro-natura.
Come si spiegherebbe se no la fioritura di un ciclamino in pieno agosto?
Mica stiamo parlando della mimosa a febbraio, coi primi caldi anomali, no: qui si tratta di una pianta che ama il gelo dell'inverno e in estate va in letargo.
E cosa fa, la depravata? Fiorisce, così come se niente fosse.
Pertanto, signori della Corte, viste le premesse e la documentazione testé presentata, chiedo che il mio cliente Muccardo venga prosciolto con formula piena.
E in attesa di sentir proclamata la sentenza assolutoria prepariamoci questa benedetta minestra, su che è tardi.

Stelle e fagioli
Per due persone (o due pasti, a scelta)
400 g fagioli *
200 g pasta **
una carota e una cipolla piccole, più un gambetto di sedano
un pezzo di cotenna ***
sale, olio evo e peperoncino (facoltativo) q.b.
Tritare la carota, la cipolla e il sedano (con la mezzaluna sarebbe meglio, altrimenti vai col tritatutto, ma senza esagerare per non ridurre il tutto in pappetta...)
Far soffriggere le verdure (il trittico di arcana memoria...) in un paio di cucchiai d'olio evo, a fuoco basso basso.

Aggiungere la cotenna...
*** Se si ha il resto mortale del saporitissimo lingotto di Lardo di Colonnata usarlo senza indugio alcuno: il gusto della minestra ne troverà di sicuro giovamento... Se invece si ha la cotenna di un gambuccio di prosciutto va bene lo stesso. Meglio sarebbe un pezzo d'osso di prosciutto con un po' di carne ancora tenacemente attaccata all'osso. E se tutto questo non basta non dirò come nella poesia di Stefano Benni ma consiglio di aggiungere una salsiccia sbriciolata, che non fa mai male.

Quindi aggiungere i fagioli...
* Se si hanno a disposizione quelli freschi (o anche appena sgranati e surgelati) lessarli in acqua leggermente salata finché diventino morbidi, tenendo da parte l'acqua di cottura.
Se invece si hanno solo quelli in scatola guardarsi attorno, aprire con circospezione la scatola, risciacquare in acqua corrente i fagioli contenuti e versarli direttamente nel soffritto e, ah, ovvio: nascondere la scatola di latta nel contenitore della differenziata, bello in basso.
Far insaporire i fagioli per qualche minuto quindi aggiungere dell'acqua (di cottura, nel caso di fagioli freschi), tanto da coprire il doppio il livello dei fagioli.
Lasciare pure la cotenna a bollire serena assieme ai simpatici legumi, badando di togliere l'eventuale schiuma che dovesse formarsi in superficie con l'apposita palettina (sì, la schiumarola, appunto).

Quando l'acqua avrà bollito per qualche minuto togliere la cotenna (o l'osso, nel caso fortunoso) e buttar giù la pasta...
** Si può usare la pasta del formato corto che si preferisce, o gli avanzi delle confezioni di pasta (e a forza di fare porzioni da 70 g vuoi che non se ne accumulino in casa?) come si faceva una volta; quindi frantumarla a colpi... no, non di machete ma con un batticarne, o anche con la base di una caffettiera.
Se invece si vuole fare i gradassi (e qualche volta è concesso anche alle persone miti, con moderazione) preparare dei maltagliati fatti in casa o, che so, delle stelline...
To', ne ho giusto una ciotola pronta: che faccio, butto giu?
Portare a cottura la pasta e mentre è ancora al dente schiacciare con una forchetta un po' di fagioli, per favorire la cremosità della zuppa.

E, come dico sempre, cosa c'è di meglio con questo caldo di una bella pasta e fagioli?


Ovvio che è buona anche fredda, anzi: raffreddandosi diventerà "libudinosa" (libidinosa+budinosa).

Aforsima del giorno
La natura esagera.

Emil Cioran, Squartamento, 1979


Oggi ascoltiamo
Franco Fagioli "Se il fulmine sospendi" (Gluck) 

http://www.youtube.com/watch?v=dGsfNp-wNpM
Chi meglio di lui?... Lode ai sopranisti di tutti i tempi!

6 commenti:

  1. un poeta, ecco. Pensare di impadronirsi di tutte le stelle cadenti ...e nasconderle in un piatto per controllare lo strudel (vortice, ja!) dei desideri pià folli assaporando il momento dell'incontro, cosa non è se non poesia? Calda, tipieda o fredda, ma cheteloddicoaffà, e il cucchiaio deve restare ritto da solo. E qui,"el tacà" ci starebbe proprio "un amore"( e anche una crosta di parmigiano!). Hai mai provato con l'alga kombu? Lol! lau

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  2. L'alga kombu mi manca, mannaggia, ma già ho messo l'occhio su una leccornia che, se la trovo, mi ci faccio il bagno! Putroppo neppure gli amici cinesi di piazza Vittorio sembrano averla... devo investigare!
    Poeta de borgata, chettelodicoaffà? ;-)

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  3. la pasta e fagioli tiepida o fredda in estate è fantastica: mica cotiche!

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  4. Ah ah ah, eh già: Mica cotiche!
    Pensa che a Salerno mangiai una versione della pasta e fagioli rigorosamente a temperatura ambiente e talmente densa che la tagliavano a fette. E bbona come poche cose al mondo...

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