lunedì 18 giugno 2012

Il buco con la ciccia intorno

Ovvero: Ossobuco alla milanese.

Eh già: ho avuto il sospetto che il titolo del post potesse avere un risvolto vagamente (ma così, giusto una punta, eh?) malizioso e un sottile, sottilissimo doppio senso...
Ma poi ho mi son detto: Muccardì, ma che vai a pensare? Ti pare che stiano tutti lì, sconvolti e trasaliti a dirsi: ma che scrive questo qui?  Con quello che gira nella TV generalista, figli miei...
Ecco, faccio tanto l'open-minded e poi il mio background piccolo piccolissimo borghese salta fuori a ogni piè sospinto e mi dà guizzi di pudicizia e di pruderie. Proprio io, poi... Figuriamoci!...
Lo so, è difficile liberarsi dai retaggi e dai condizionamenti della nostra educazione.
In una parte di noi resta una sorta di imprinting che dura, nonostante la nostra evoluzione, tutta la vita, e col quale dobbiamo fare i conti continuamente.
Non è né un bene e né un male: è così, basta saperlo e reagire con il lume della ragione.
Quando c'è, 'sta bella merce preziosa...
Rimane il fatto che, se ci avete pensato, è perché siete dei porcelloni.
Bravi! Era solo un test e l'avete passato.  Ora siete pronti per nuove, eccitanti avventure...
Del tipo cucinare un grosso, grasso, gustoso ossobuco. E mica greco, eh? Ma come da ricetta milanese DOC.
Grazie all'ispirazione di GialloZafferano mi son detto: perché non provare con la mia amica, preziosa e fedele? LEI:



Eh sì: i fidanzati vanno e vengono. Passano e se ne vanno portandosi via tutto quanto avevavo diviso con voi (magari vi staccano pure dal soffitto il lampadario che avevate comprato insieme lasciandovi solo dei tristi fili a penzoloni).
Sì, tutto viene e va, tutto è effimero e transeunte. Passeggero e vano...
Ma LEI no: lei sta là e aspetta. Nella sua bella bocca grande potete metterci chili di patate, tocchi di spezzatino, blocchi monumentali di bollito e lei, sgnìcchete, sgnacchéte e fiiiiiiiiiiiiiiiiii.... cucina tutto a dovere, come volevate voi.
Bella de casa! Quasi quasi me te sposo...
Vabbè, va: per il nostro ossobuco servono (porzioni da single, senza rammarico ma con placido e sereno orgoglio):
1 ossobuco di manzo
- Ma va? Pensa che mi credevo si facesse con la carne tritata...
Leppagorre, pussa via. Qui non devi inventare niente, è già tutto scritto. Se apri bocca ancora ti ci faccio fare compagnia per il tempo che serve...
- Uffa, che permaloso...
Quindi, dicevo:
Ossobuco... Mh... bene, bravo... zitto, così.
1 spicchio d'aglio
1 cipolla piccola (a me è piaciuta media ma, si sa, esagero sempre...)
1 noce di burro (una decina di grammi circa)
due bicchieri di brodo (ma anche dell'acqua con un pizzico di sale va bene. Pellegrino stavolta avrà una calma indulgenza verso le vostre possibilità da single in cucina...).
sale, pepe, 1 cucchiaio d'olio evo, 1 chiodo di garofano, due bacche di ginepro
1 bicchiere di vino biano secco
farina qb
un bel ciuffo di prezzemolo, scorza di mezzo limone.

Orbene, direi che se decidiamo di utilizzare LEI possiamo procedere direttamente facendovi appassire la cipolla nel burro e l'olio, con l'aglio come cicisbeo.
Dolcemente, serenamente, a fuoco basso senza esagerare. Lo sapete, vero? La cipolla, soffritta e annerita diventa amara e indigesta, alla faccia di Maillard buonanima...
Tagliare la pelle dei bordi del nostro ossobuco. Se non intaccherete la pellicina che lo circonda, infatti, durante la cottura tenderà ad arricciarsi e non cucinerà a dovere.
Sì, mi verrebbe da dire: circoncidetelo!... se poi non vi venissero in mente altre scene cruente...
Fate rosolare 'sto pezzo di stinco (non santo) da una parte e dall'altra.
Bene, ora irrorate col vino bianco e fate e evaporare l'alcool. Basteranno pochi minuti.
Salare, unire le spezie, il brodo (sì, il brodo... lalléro!) e cucinate per...
Qui viene il bello: se cucinato in tegame l'ossobuco necessita di circa un'ora e mezza per diventare tenero e appetitoso. Altrimenti vi resterà una legnosa e immangiabile mano morta che vi farà sfigurare per il resto della vostra carriera culinaria...
LEI, la mia compagna amorevole e sbuffante, chiede solo venti minuti per darvi un ossobuco tenero e saporito.
Venti, non so se mi spiego... Nemmeno il tempo di una sveltina in ascensore... Mh, mh...
Allora, a fine cottura preparate quella che i meneghini chiamano la gremolada, ossia un trito fine di prezzemolo al quale unirete la scorza grattugiata di mezzo limone e che verserete sull'ossobuco quel tanto per farlo insaporire.
Pochi minuti, un paio appena.
Ora tirate fuori la sleppa, adagiatela su un piatto e cospargetela del fondo di cottura denso, saporito e profumato...


Una gioia per il cuore, e per il gargarozzo, va da sé...

Detto milanese del giorno:
La pisa senza pet l'è cumè un viulin senza l'archet

Una pisciata senza un peto è come un violino senza l'archetto.
Poi noi romani saremmo sguaiati e volgari, eh? Fratelli d'Italia...

Oggi ascoltiamo:
Ornella Vanoni- La Rosa Spogliata (A Rosa Desfolhada)

http://www.youtube.com/watch?v=HoO_FlpkeM0

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