sabato 10 agosto 2013

Paninetti al volo... per Caligola!

Metti che domani si vada a fare una scampagnata e ci occorrano dei paninetti da riempire con qualche affettato e del formaggio...
- Ma se non vai mai da nessuna parte! Mi pari la monaca di Monza!...
- Magari lo fossi! Almeno avrei qualcosa sulla groppa da scontare!
Metti che stasera a cena tu abbia un po' d'amici e voglia portare in tavola qualcosa di diverso dal solito pagnottone fatto a fette...
- Ma se a tavola da te s'accomoda solo la tua ombra!
- E te, purtroppo, che sei la mia croce. Ma non hai niente da fare, Leppa?
- Uffa! E che permaloso che sei!
- Pussa via! Sciò!
Metti che ti occorra una scorta di pane da conservare in congelatore per ogni occasione, e che sia facilmente maneggiabile rispetto a quello preso e tagliato a fette...
- Ah, ah, quando avrai finito le scorte di minestrone surgelato magari se ne potrà parlare.
- Insomma, ma ancora sei qui? Allora non hai proprio nulla da fare! E accenditi la radio, no?
- Non mi va, mi annoio...
- Vuoi che ti porti un po' a spasso nel quartiere? Magari per il discesone qui giù, vicino la scuola, quello dove vive...
- No! Per favore, no! Mi merito forse una punizione del genere?
- Che esagerato! Ma se nemmeno ti vede...
- Lo dici tu! L'altro giorno, quando siamo andati a fare la spesa e siamo passati accanto alla sua cuccia mi ha fatto un gestaccio.
- Un gestaccio? Un gatto?
- Sì! Ha alzato la zampa col il dito centrale bene in vista. E facendo uscire l'unghia, pure. Quello mi mena!


- Ti ci vorrebbe proprio, una bella scrocchiata di vertebre! Se solo tu ne avessi.
Insomma, qualsiasi occasione si presenti i paninetti è sempre meglio farseli da sé...
- Ma dici che è sempre lì al solito posto?...
- E chi lo sfratta da lì. Non ci proverebbe nessuno. Ma dimmi un po': sei abituato a ben altri tipi di gattodemoni e ora ti spaventa un semplice gattone di borgata?
- Tu non capisci! Caligola non è uno spirito ma un gatto vero!
- Ah, ecco cos'è che ti fa rizzare il pelo.
- Quello poi non è un semplice gatto.
- Ah no? A me pare di sì, anche se dall'aspetto posso capire che possa incutere una certa... soggezione.
- L'aspetto è solo la punta dell'aizperc.
- Aisberg... e si scrive "iceberg".
- Mh.... vabbè. Comunque tu non sai quant'è cattivo, quello!
- Addirittura...
- Eh, devi sapere che da sempre dorme riparandosi sotto le macchine che posteggiano lungo la strada vicino al passo carrabile della scuola.
- Lo so, è lì da sempre. Le gattare del posto gli hanno anche allestito un altarino di ciotoline: una per l'acqua fresca, una per la carne in scatola  e un'altra per le crocchette.
- Ecco, ma non sai quant'è cattivo. Pensa che quando l'automobilista di turno si prepara a salire in macchina deve premunirsi con un wurstel o, meglio ancora, una cotoletta o la pelle saporita di un pollo arrostito da dare al malandrino.
- E perché?
- Perché? Quelli che non hanno pagato pegno si sono ritrovati la fiancata della macchina rigata per intero dalle sue unghie accuminate.

- Ma dài, a me sembra solo un gattaccio di strada un po' malandato e mi piaceva scherzare sulla tua paura. Certo, ha un orecchio morsicato e una zampina di legno...
- Sì, che gli hanno fatto installare da un "veterinario" del posto le gattare, facendo una colletta tra di loro.
- A me sembra solo un po' inquietante quel ticchettio della zampetta monca mentre passeggia per la strada.

- Ma tu non sai: i negozianti del quartiere quando da lontano sentono quel tin... tin...tin... già sanno che devono preparare qualche bocconcino succulento per la canaglia.
- E perché?
- Tu sai quanto è fastidiosa per voi umani l'urina di gatto...
- Ah, e pensi che...
- Non penso, lo so: se uno di loro non si sbrigasse a lanciargli tra le fauci un bel bocconcino si ritroverebbe col negozio maleodorante, e tu sai che i clienti sono così lesti a commentare le manchevolezze di un commerciante.
- Accipicchia...
- Strano, pensavo avresti detto altro!
- E quindi è una specie di guappo, il nostro Caligola. E io che non sapevo nulla.
- E che son cose di cui si parla al telegiornale, secondo te? E mica è tutto...
- Ah no?
- È anche dispettoso ed è capace di cattiverie gratuite, così, per gioco. Pensa che una sera a un automobilista che non gli garbava gli ha bloccato la macchina.
- E come...
- Ha fatto a pezzi un vassoio di polistirolo lasciato dalle gattare e l'ha ficcato ben bene nel tubo di scappamento. Quando il proprietario dell'auto è andato a mettere in moto...
- Caspita... Pian piano il calore ha fuso la plastica e ha tappato il tubo di scappamento.
- Bravo. Non è magari un grosso danno, ma uno spregio gratuito sì. Per non parlare di quando gli passa di svitare le luci di posizione e soprattutto quelle degli stop delle auto parcheggiate per far fare incidenti ai guidatori.
- Hai capito il pirata di borgata... Ma non hanno mai provato, che so, a catturarlo o ad avvelenarlo?
- Seee, troppo semplice. Ha un fiuto diabolico, e se intuisce qualche magagna scatta subito la punizione. E poi è un gatto, ricordatelo, e le gattare del posto sono oltre che le sue vestali anche le sue guardie del corpo.
- Le gattare?...
- Non hai mai litigato con una gattara romana, vedo.
- Me ne guardo bene dal farlo!
- Insomma, ti vedo perplesso. ma voi umani non andate matti per i personaggi maledetti, i cattivi tenebrosi, i belli e dannati?
- Io no. Devo dire che quella tipologia umana non m'affascina per niente. Preferisco gli oppressi e i reietti, gli otsider e gli ebrei erranti.
- Allora non potrai che provare simpatia per Caligola.
- Mah, ti dirò...
- Non lo sai come ha perso la zampa, vero?
- Ma tu sei più pettegolo di una portinaia, sai tutto di tutti.
- Ho la vista lunga, sai. Insomma, un tempo Caligola viveva sulla collinetta di tufo dietro la scuola.
Ci viveva con Messalina, una gatta bianca bianca bellissima, dicono.
- Dicono chi?
- Dicono... In una delle baracche dietro la collina viveva un vecchiaccio lordo e cattivo che non amava i gatti, specie quelli randagi che gli venivano a rubare il poco cibo che riusciva a rimediare nel quartiere grazie alla carità di qualche anima buona.
- E che c'entra con...
- Fammi finire, no? Quel vecchiaccio era davvero malevolo, non come i guappi di cartone dei film che vedete voi umani. Ne aveva combinate più di Carlo in Francia come usate dire voi.
- Ah...
- Insomma, per farla breve, mise un po' di tagliole attorno a casa sua e il gattone nero ci finì sopra.
- E la gatta?...
- Il vecchio la catturò con un sacco mentre cercava di liberare Caligola, e la portò dietro casa. Una cosa straziante... Il gattone si strappò letteralmente a morsi la zampa pur di correre in soccorso della sua gatta, ma non ci fu nulla da fare.
- Ah...
- E quando le gattare lo trovarono era più morto che vivo. Lo preserò con loro, lo curarono e decisero di mettergli una zampa posticcia che l'aiutasse a manternere l'equilibrio.
- E il vecchiaccio?
- Lo trovarono morto qualche tempo dopo. Morto ammazzato.
- Ah...
- Con la testa nel braciere. Uno spettacolo che non ti sto a descrivere.
- Ecco bravo, lascia stare. E quindi vuoi dirmi che Caligola è quello che è perché...
- Mica solo voi potete essere borghesi piccoli-piccoli...
- Prepariamo il pane, su.

Paninetti
1  kg farina
500 ml acqua ca.
25 g  lievito di birra
2 cucchiai d'olio d'oliva (o di strutto)
una presa di sale
Sono, per certi versi simili alle biove, ma molto sui generis.
Si mette la farina a fontana e, in mezzo si fa sciogliere il lievito con poca acqua, si unisce l'olio, e si comincia a incorporare la farina, aggiungendo a mano a mano l'acqua.
Il sale va aggiunto solo quando il lievito sia stato inglobato dall'impasto, perché altrimenti ne potrebbe inibire l'azione lievitante.
Si lavora alacremente, impastando bene il composto, stirandolo e sbattendolo ogni tanto sul piano di lavoro.
Si deve ottenere un impasto non troppo molle, anzi un pochino sostenuto.
Quando la consistenza sarà omogenea ed elastica (come si dice sempre) si mette a lievitare l'impasto in una ciotola fino al raddoppio, coprendolo con un panno leggermente inumidito, facendogli sulla superficie il classico taglio a croce oppure (ho scoperto da non molto) facendo un buco al centro del composto con un dito infarinato.
Quando l'impasto sarà raddoppiato (un'oretta l'estate, due o tre d'inverno) si rilavora un poco, lo si stende a salame e lo si suddivide in parti uguali.
Ogni pezzo andrà steso in lunghezza e, quindi, arrotolato fino a formare un paninetto.
Si farà rilievitare il tutto una seconda volta, questa volta direttamente nella teglia di cottura.
Lasciare sempre un po' di spazio tra uno e l'altro dei paninetti, perché cresceranno un bel po', sia in lievitazione che in cottura.

Prima di mettere in forno si dovrà fare un taglio longitudinale profondo un centimetro, con un coltello a lama liscia (o meglio sarebbe una lametta).
Infornare a 180° per una ventina di minuti, mezz'ora al massimo, il tempo di vederli ben dorati in superficie.

- E adesso che sono freddi?
- E me lo chiedi? Prosciutto e formaggio e se ne portano un paio a Caligola, no?
- E sbrigati.

Aforisma del giorno 
Preferisco i malvagi agli imbecilli: quelli almeno si riposano.
Alexandre Dumas (figlio), Pensieri


Oggi ascoltiamo  
Queen - Who wants to live forever
http://www.youtube.com/watch?v=_Jtpf8N5IDE

Who dares to live forever, when love must die?...

6 commenti:

  1. ciao chef+scef, noi abbiamo nerone, come molti maschi grintosissimo di facies, ma timidissimo di carattere.Una palla di pelo nero, con occhi di giada liquida. Non si concede, facilmente. Il suono di quello che ligabue chiama baci dati a vuoto non gli fa neppure girare la testa, se tentando di avvicinarlo gli dici miao, ti guarda sconsolato con condiscendenza grande. E' molto regolare nelle sua abitudini: da martedì a venerdì si aggira nel nostro cortile come un geometra del catasto, affrettato e frettoloso nei suoi controlli. Da sabato, sparisce. Dopo indagini condominiali attente delle madame che lo nutrono, quello che tutti pensavano fosse un richiamo d'amore, chissà lei è pendolare, ha legami affettivi che si allentano nel we, o lui esercita l'arte sottile della seduzione felina in esterno? Tutte ipotesi sbagliate.Non è amore, è "panza". Nel fine settimana il campeggio poco lontano si anima e tutte le griglie scoppiettano allegre...Salsiccette, pollastrelli, braciole e schidioni come le alabarde dei ...(ops, cosa ho mai detto?) E nerone finge la denutrizione atavica. E lunedì, digiuno! Ti spiego leppalappa: significa che non mangia, non si nutre proprio, regala una tregua salutare alla sua ingordigia. Capisc'ammme!? Questi paninetti sono i fonemi di una poesia . ciao lau

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  2. - Cos'è che non fa?...
    - Non mangia, Leppa. Fa digiuno.
    - Ma...non è possibile. "Digiuno"? E che parola è?
    - Dal latino "jejunium" quindi "jeunius" e...
    - Ma che mi frega del latino? Dico, ma sono parole da dirsi?
    - Ma adesso te la prendi con me? L'ha scritta lau, mica io!...
    - Non mangia, non si nutre... No, no, non è possibile, siamo a livelli di fantascienza. Dimmi pure che va a spasso su un triciclo mosso dall'antimateria, no?
    - Veramente un po' di digiuno farebbe bene anche a te, sai.
    - Aaargh! Maledetto! Infido! Traditore! Pusillanime! Infame e boia! Vuoi vedermi morto, vero? Dillo, dillo che mi vuoi vedere secco come Gregorio Samsa bacarozzo! Dillo che vuoi veder cadere a ciuffi il mio bel pelo e lasciare scoperta una pelle riarsa come la distesa del Sahel!
    - E smettila, o ti porto da Caligola a far due chiacchiere.
    - Ovvia, si scherza, no? Ci facciamo un budino?
    - No.
    - Una tazza di crema pasticcera?
    - No.
    - Uno yogurt?
    - Mh, forse.
    - Con due cucchiai di marmellata dentro, però.
    - Ma vaf...

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  3. che il Caligola appaia un po' inquitante, ha ragione Leppa, è vero, tuttavia un cuore ferito può indurirsi e chi siamo noi per giudicare?
    Ah i panetti.... secondo me la mortazza è la morte loro

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  4. Ahhh... perché, perché, perché?... Perché m'hai fatto pensare alla mortazza, oggi che pranzerò solo con mezzo melone?... Ahimé, me sventurato, me tapino, me misero, sono un uomo finito, finito per sempre...
    Ecco, adesso che mi sono sfogato e asciugato la bava dagli angoli della bocca posso rispondere con un po' più di serenità.
    Sì, Amandina cara, è proprio come dici tu: un cuore può spezzarsi e portare nel mulinello della fine, ma anche indurirsi e ricorprirsi di una scorza spigolosa come un riccio di mare.
    Per sopravvivere comunque. Nonostante tutto.
    La tua tenerezza mi commuove e se la intuisse Caligola borbotterebbe uno dei suoi bestemmioni in felinese stretto e se ne andrebbe sotto la prima macchina parcheggiata.
    Perché non sopporta la nostra condiscendenza. O per asciugare una lacrima?...

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    1. Per rispetto del dispettoso non andremo a controllare sotto a quella macchina :)

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    2. Certo che no. Anzi, facciamo una cosa: cambiamo strada e lasciamolo in pace, tanto tempo mezz'ora e verrà di nuovo a fare il gradasso con chiunque.
      ;-)

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