domenica 23 marzo 2014

Arán sóide na hÉireann - Irish soda bread

Un pane semplice, da fare al volo e che si mantiene a lungo.
Che sa adattarsi bene ad ogni companatico, sia dolce che salato, senza mai risultare pesante.
Che accompagna serenamente ogni tipo carne, soprattutto se grondante sugosi intingoli, oppure verdure al forno o trifolate, stufati di patate e mille altre cose ancora.
Un pane che si presenta bene anche a colazione o a merenda, vestito con un semplice strato di burro (magari salato) e uno di marmellata.
La presenza del bicarbonato di sodio lo farà crescere sempre e comunque, senza il patema del tempo, delle correnti d'aria e della temperatura dell'acqua.
Sarà perché non usa il canonico lievito da panificazione e quindi è, a tutti gli effetti, più una torta salata che un vero e proprio pane. È infatti un ciambellone "panoso", dalla friabile consistenza d'un buon cake e la crosta croccantina e appetitosa d'un pane casereccio.
Pare che già durante i primi anni della colonizzazione europea delle Americhe, i coloni e alcuni gruppi di popolazioni indigene utilizzassero pearl ash, o potassa, ovvero il carbonato di potassio ricavato dalla cenere del legno di frassino come agente lievitante.
Negli Stati Uniti il pane di soda è stato pubblicizzato come un metodo veloce ed economico di panificazione da Amelia Simmons nel suo libro "American Cookery", pubblicato nel 1796, mentre nel 1824, in "The Virginia Housewife" di Mary Randolph compare una ricetta per una Soda Cake.
Ma l'uso del bicarbonato di sodio, appunto detto baking soda, risale solo alla metà dell'Ottocento, quando il metodo Solvay ne rese possibile la produzione industriale.
Non è quindi un pane che risalga ai tempi del buon Cú Chulainn, né era il tipico pane dei Tuatha Dé Danann, eppure è stato prontamente adottato dalla popolazione irlandese come simbolo identitario nazionale.
E quando ci si deve costruire un'identità, si sa, tutto fa bread... cioè, tutto fa brodo,
Comunque in Irlanda si usa ancora molto fare questo tipo di pane in casa, vista la sua praticità d'esecuzione.
Il 17 marzo, giorno di San Patrizio, il santo patrono che tra le tante buone cose scacciò le serpi dall'Irlanda, è uso non farselo mai mancare in tavola.
Tra parentesi pare che fosse il pane preferito da Virginia Woolf.
Come non darle torto?


Arán sóide na hÉireann - Irish soda bread
700 g farina integrale
          oppure: 450 g farina integrale e 250 g farina 0
450 g yogurt *
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaio di bicarbonato di sodio.
La ricetta originale prevede il buttermilk, ossia il latticello, non facilmente reperibile qui da noi ma che si può preparare con buona approssimatizione mescolando in parti uguali latte e yogurt e lasciando il tutto  una ventina di minuti a temperatura ambiente. D'accordo, non sarà mai la stessa cosa, ma meglio di niente.
È proprio la reazione tra l'acido del latticello e la basicità del bicarbonato a scatenare quel baillamme molecolare che permette alla farina di lievitare sempre e comunque.
Quella di grano tenero, poi, prevista dalla ricetta originale, che è la sola varietà concessa dal capriccioso clima irlandese.
Mescolare in una ciotola tutti gli ingredienti quanto basta per ottenere un impasto omogeneo.
Formare una pagnotta rotonda, e più bassa che alta sarebbe meglio, su cui praticare un taglio a croce profondo un paio di centimetri che, in cottura, farà assumere al pane la forma di un quadrifoglio, simbolo dell'Irlanda.
Sì, d'accordo, è il trifoglio ad essere simbolo dell'Isola di Smeraldo, ma non vogliamo metterci neppure un pizzico di scaramanzia?
Se poi si vuol proprio fare i bastian contrari si può anche utilizzare uno stampo da plum-cake, senza colpo ferire.
Nell'impasto possono essere messi anche altri ingredienti come noci, uvette e altro bendiddio, ma non ditelo agli irlandesi, che sono già permalosi di loro, e che al riguardo sono tassativi: "The basic soda bread is made with flour, baking soda, salt, and soured milk (or buttermilk).  That's it!"
Ma a noi che l'integralismo dà l'orticaria, anche solo per tigna possiamo permetterci il lusso di cospargerne la superficie con semi si sesamo o di girasole.
Cuocere a 200° per una decina di minuti, quindi portare a 180° per una mezz'ora circa.

Detto irlandese del giorno
Coimhéad fearg fhear na foighde.

Attenti alla rabbia dell'uomo paziente.


Oggi ascoltiamo
Kate Bush - Mná na hÉireann
http://www.youtube.com/watch?v=VpMGWOAAKs4
Che non è irlandese ma britannica da non poterne più, ma che meriterebbe un disco di platino solo per aver avuto il coraggio di cimentarsi in un brano cantato in gaelico.

4 commenti:

  1. forse la versione con farina integrale lo rende meno "soffochino" del'originale ;)

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    1. Anche secondo me, e poi il sapore del bicarbonato lo sento troppo forte per una farina bianca. Di grano tenero, poi...
      L'ho provato anche con metà farina di grano integrale e metà farina di segale. Non è malaccio.
      Bono è bono ma più che un'abitudine è una curiosità: vuoi mettere col pane casareccio? Non c'è confronto.
      Però è ottimo con la colazione all'irlandese: uova in padella all'occhio di bue o strapazzate (con la panna, sì), bacon bello abbrustolito nel suo stesso grasso, fagioli in salsa di pomodoro (anche quelli in scatola sono ottimi), due champignon trifolati, due rondelle di sanguinaccio scuro (che qui si trova col lumicino) fatto saltare in padella, una paio di pomodorini lavati e messi lì, e, che manca?... ah, sì, un po' di burro salato a parte. Sai, ne venisse voglia col pane,,,
      Il tutto accompagnato con tè, o anche caffè all'americana, tanto per risciacquare le budella,
      E dopo questa irlandesissima colazione che ci vuole?
      Ma che domande: una romanissima pennichella! Senza se e senza ma!

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    2. guardi me lo accatto comunque ma con burro e marmellata, preferisco la mia di colazione

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