giovedì 6 marzo 2014

Biscottini mandarini

Quest'anno i mandarini, almeno dalle mie parti, si sono visti poco.
Si sa, ci siamo fatti tutti un po' schizzinosi, e tra due frutti si preferisce quello più pratico, senza semi.
Qualcuno, se potesse, comprerebbe anche quelli senza buccia, "in comode miniporzioni per uno snack sfizioso e leggero".
Ah, già lo fanno? Appunto...
Magari aspettiamo anche gli ulteriori prodigi dell'ingegneria genetica per arrivare a quelli che entrino direttamente in bocca da soli seguendo il calore corporeo.
Certo, tra mandaranci (le famigerate "clementine", come si chiamano oggi) e i mandarini non c'è proprio confronto, sia per il sapore che, soprattutto, per il profumo.
Ma si sa, ci siamo fatti tutti signori, altro che Grande Crisi Economica.
E quindi addio mandarini.
Strana cosa - e crudele, poi - il cosiddetto "mercato".
Dicono che non vale la pena mantenere una abbondanza variegata di prodotti - che già chiamarli "prodotti" li fa sembrare di primo acchitto solo delle merci, mentre primariamente sono alimenti - se poi la gente compra sempre e soltanto le stesse quattro cose.
Ecco quindi le solite tre varietà di mele (golden, stark e renette, alternate alle fuji, quando va bene), tre di pere (william, abate e coscia) e due d'arance (tarocchi e navel).
E di contorno anche fragoloni grossi come pesche che hanno meno sapore di una ciancigomma sintetica.
Il resto, ovviamente, è venduto a caro prezzo come primizie d'elite.
Sì, anche le arance sanguinelle, dal succo scuro, inquietante e dolceamaro.
E le mele limoncine? Quelle piccole e aspre? Chi le ha più viste in giro?
Per non parlare delle visciole, ahimé...
Signora mia, cosa non si farebbe per il profitto!...Soprattutto se a profittarne sono degli altri.
Poi ci si riempie la bocca con la "biodiversità", si parla di salvare il pangolino e l'aborigeno del Top End quando si stenta anche a salvare dalla scomparsa non dico il pomodoro "Feuerwerk" ma persino le arance amare, figuriamoci...
Capisco anche che possa sconcertare il caos babelico di un'enorme varietà di verdure, come pure di un'umanità riccamente variegata, ma peggio è - secondo me - l'omologazione gelida e soverchiante a una e una sola tipologia valida, umana o vegetale che sia.
Ma torniamo a noi, e basta con i rimpianti, che mi si scioglie la ganache sulla faccia (sì, la uso come maschera antietà, che male c'è? ognuno ha i suoi metodi).
Il mandarino, comunque, stenta e nazzica ma ancora resiste. "Ha ancora il suo mercato", come si dice.
E allora ne approfitto per ubriacarmi le papille olfattive del suo profumo.
Chissà che il prossimo anno...


Biscottini mandarini
Per una trentina di biscotti, o giù di lì.
270 g   farina
100 g   burro
100 g   zucchero
1         uovo
1/2 bustina di lievito in polvere
scorza di tre mandarini
un pizzico di sale
Lavorare a crema il burro ammorbidito e metà dello zucchero.
Lavare bene le bucce di mandarino ed eliminare la parte bianca poggiandole su un piano con l'albedo rivolto verso l'alto, raschiandolo il più possibile con un coltello a seghetto.
Sminuzzare quindi le scorze in un tritatutto insieme all'altra metà dello zucchero, che s'imbeverà così degli oli essenziali del mandarino.
Unire al burro le scorze tritte e l'uovo, il sale e a mano a mano aggiungere la farina.
Quando si otterrà un composto sufficientemente lavorabile trasferirlo sulla spianatoia infarinata e stenderlo con delicatezza ad un'altezza che non superi un centimetro.
Ricavare con le formine preferite i biscotti e disporli sulla placca imburrata e infarinata, oppure ricoperta di carta forno, e infornare a 180° per un quarto d'ora circa.
Devono appena colorire, e proseguire la cottura li farebbe indurire troppo.
Sono ottimi qualche ora dopo.
Il giorno dopo, poi...

Detto romano del giorno
Pe' consolasse basta guardasse addietro.


Oggi ascoltiamo
Stromae - Formidable (ceci n'est pas une leçon) 

http://www.youtube.com/watch?v=S_xH7noaqTA&feature=kp

2 commenti: