mercoledì 4 settembre 2013

Cischecco carote e arance

- Ma che ci fai là dentro, Leppagorre?
- È andata via?
- Chi, Pippi? No, sta qui, buona buona, Non si vede e non si sente.
- Mhhh...
- Allora, esci fuori da lì, o no?
- Non ci penso neppure!
- Dài, su. È possibile? E lascia stare il barattolo dello zucchero, per favore. Ecco chi lo finisce in due settimane! E io che faccio pure la dieta!
- Uffa, devo riprendere le energie, no? Poni il caso che debba scappare a zampe levate!
- Ma non ti fa niente, ti dico. E lascia stare lo zucchero, mannaggia a te!
Gli occhi verdi, spalancati come fanali, mi guardano da dietro la scatola del tè.
- Che hai deciso, allora?
- No, no, e poi no! Ho detto che non esco, punto. E se poi mi divora? Tu non l'hai vista bene...
- E quanto ci sarà mai da vedere?
È lunga poco più di mezzo metro e a testa dritta non arriva a quaranta centimetri. Pare un doberman a cui abbiano sbagliato il lavaggio, ma ha un bel pelo nera e serico, con un fondo color del caramello e una codina sottile da nutria che agita come una frusta quando è contenta di qualcosa.
- È cattiva, ti dico. Prima quando eri girato ha cercato di mordermi, e m'ha minacciato di morte!
- Secondo me sei un po' paranoico, che dici? Ma guardala, che dolciotta, che è: pare Audrey Hepburn in "Sabrina", con quegli occhioni mielosi...



- Ma tu non l'hai vista bene, ti ripeto...
- Oh, adesso basta; mi sono rotto! Io preparo un bel dolce e ti lascio lì nel buio della credenza a smaltire le tue paturnie. A tuo comodo, quando ti degnerai,  uscirai fuori. E dammi quel barattolo, che mi serve. Guarda te, mezzo te ne sei mandato giù!
- Certo, se ci fosse stata zia Bastet tutto questo non sarebbe accaduto...
- Chi? Ah, sì, certo. E metti il caso che Pippi abbia anche lei un lontano zio, che so, magari Anubis. Come la mettiamo?
- Chi, l'imbalsamatore? Ecco perché digrigna le zanne come uno sciacallo! L'hai vista? L'ha rifatto! Capisce tutto, tutto! E aspetta che esca da qui per farmi a pezzi, o magari squartarmi vivo, imbalsamarmi, e usarmi come pupazzo giocattolo. Oh, povero me, non rivedrò più la luce del sole, il verde dei prati, le confezioni famiglia di mascarpone!...

- Oh, e io che sto qui a perder tempo con te, mentre ho proprio voglia di...

Cischecco carote e arance 
 
Fondo
200 g     biscotti Digestive o similari
100 g     burro
Sbriciolare i biscotti, meglio ancora tritarli. Unire il burro fuso, mescolare bene e distribuire sul fondo di una teglia. Far rapprendere in frigo per almeno 15 minuti.

Corpo
400 g    formaggio cremoso, tipo quello dell'Amorefraterno
350 g  carote lessate
150 g    yogurt (un vasetto)
200 g    zucchero
3           uova
Un pizzico di sale
Passare al setaccio le carote e unirvi tutti gli altri ingredienti, mescolando con cura.
Versare il composto sul fondo di biscotti e livellare bene.
Passare in forno a 180° per mezz'ora e quindi abbassare a 160° per una ventina di minuti circa.
La superficie dovrà dorarsi e il dolce assumere una consistenza ferma.
Farlo raffreddare bene prima di sformarlo.


Volendo si può preparare un topping alle arance...


 ..ma che succede?...

.. facendo caramellare tre-quattro cucchiai di zucchero... .


  ...mi sa che la dieta mi dà le traveggole...


... nel succo di un'arancia (e la sua scorza grattugiata) e di un limone...


- Leppagorre! Leppaaa!
- Che c'è, che t'è successo?!
- Fammi posto in credenza, su! E sbrigati!

Aforisma del giorno
Chi si aspetta che nel mondo i diavoli vadano in giro con le corna e i buffoni coi sonagli sarà sempre loro preda e il loro zimbello.

Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, 1851


Oggi ascoltiamo
Tears For Fears - Mad World

http://www.youtube.com/watch?v=SFsHSHE-iJQ

7 commenti:

  1. ehi, stavo pensando che qualche lamella di amigdala chips ci starebbe "'nammore" . Ormai ti si cita. Sappilo e esci subito da
    "quella" credenza, che un cattivo traduttore potrebbe pensare sia un buffet! Ah... giocare con le parole, 'nottenotte lau

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  2. dimenticavo, che Pippi con la bandana è da stropicciare di coccole. Dài, Babà non fare il geloso, quel pezzettino di cuore l'avevi proprio lasciato libero! Giuro!

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  3. Meno male che nella credenza non c'è altro che tè, miele, e orzo.
    Lo zucchero se l'è sbafato tutto il demone ipoglicemico, come suo costume, con la scusa della magnifica presenza di Pippi "panteragana".
    Quando per la prima volta li ho avuti in casa tutti e due per un pomeriggio intero è stato commovente: la princirospa che mugolava sulle mie ginocchia perché non sentiva la presenza della padrona, e Babà che le dava bacini consolatori, come spesso fa con chiunque veda soffrire.
    Ora la passeggiatina di fine giornata e via, a nanna.
    Nottenotte
    R

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  4. siete usciti? La penso come Laura le mandorle ci starebbero a meraviglia, io non potrei più mangiarlo sto cischecco ma sarebbero la morte sua (oltre che la mia)

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  5. Shhh... Ti scrivo dalla credenza col portatile incastato tra le ginocchia.
    No, siamo ancora qui, al riparo dai nostri incubi, almeno finché non ci convinceremo del tutto che quella è solo un'innocua cagnetta e che quello che abbiamo visto è uno specchio deformante dove rimbalza, si contorce, lievita minacciosa la nostra immagine.
    E se ho avuto timore io figurati Leppagorre che è un demone...
    Perché i mostri, gli ieni, gli immondi esseri sanguinari o, peggio, pavidi e cialtroni, siamo sempre noi, ed è di quel riflesso che abbiamo paura, sempre.
    È quando la luce sfiora l'Ombra che assale il timor panico, l'ho sempre saputo ma solo adesso me ene rendo conto.
    Dicono ci voglia tempo, pazienza e coraggio, per affrontare il minotauro.
    E un provvidenziale filo dorato che guidi all'uscita...
    Amandina, ma te lo faccio io un bel cischecco senza frutta secca, no?
    Tu scegli l'ingrediente, anche il più strano, e sarà tuo.
    Certo però che chiamarsi Amanda ed esser allergici alle mandorle è come chiamarsi Riccardo ed essere povero. Già...
    Ahinoi, "nomen omen".
    Ma va bene così. Se mi fossi chiamato Felice sarei probabilmente già stramazzato a terra.

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  6. e io? mi lasciate a casa a mangiare la tinsemal direttamente dalla scatoletta? Vabbè. Sindrome da abbandono? Sì, perché? Anzi, perché no? lau

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  7. Ma laulau, vaebbè che qui niente è mai per scontato ma s'intende: che tavolata ferzaniana sarebbe senza le mie due più care gourmandes? È tassativo (e ormai me lo sonoiiparato persino io che ho due bit di corteccia mnemonica): NOT funghi AND NOT frutta secca.
    Vino a go-go, si spera. Rosso OR bianco?
    Che domande: rosso AND bianco.
    "E noi je dimooo..."

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