sabato 15 giugno 2013

Vellutata zucchine e menta

C'erano una volta due povere zucchine.
Una era una zucchina media, l'altra un po' più piccina. Erano state comprate tanto tanto tempo fa al mercato sotto casa e si erano conosciute nella busta di nylon della spesa, ma ancora non erano state cucinate.
Poverine! Vedevano aprirsi la porta del frigo che le ospitava e uscirne, in tutti gli onori, salsicce di maiale, affettati di varia e sconosciuta natura, e una scamorza.
Anzi, a dire il vero le scamorze erano due, ed erano due sorelle: una affumicata e l'altra no.
Immaginate che arie si potesse dare quella affumicata?
- Io, sono più buona di te! - Diceva alla sorella con un acre senso di superiorità - Guarda la mia pelle com'è abbronzata! Tu rispetto a me sembri una mozzarella da discount di terza categoria!
- Ma se io sono la preferita quando lui deve preparare la focaccia scamorza e bottarga!
- Sì, ma io ho più utilizzi, e poi sono più amata di te! Quante volte l'ho visto aprire il frigo in preda ad un raptus alimentare e, in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti, aprire con foga lussuriosa la mia confezione e prendermi a morsi proprio davanti alle verdure dell'ultimo ripiano. Così, senza alcun ritegno!
- Smorfiosa! - Pensava la sorella meno fortunata, e girava l'etichetta dall'altra parte pur di non vederla in tutta la sua tracotante sicumera. Quant'era antipatica! Se almeno lui non ne avesse comprata più!
Un giorno, però, uno di quei giorni in cui si preparavano cene per più persone, entrambe le sorelle vennero tirate fuori dal frigo e subito affettate sul tagliere, così, senza cerimonie.
Serviva un ripieno per dei calzoni al formaggio e chi, meglio di loro, poteva fungere all'uopo?
Le povere zucchine languivano da giorni e già sentivano gli acciacchi dell'età.
Si sa, le zucchine invecchiano presto, non sono mica animate da una lunga e quasi perenne giovinezza come l'aglio, le cipolle e gli esseri umani.
Stavano ogni giorno perdendo le forze, cioè le loro vitamine più importanti, e presto di loro sarebbe rimasto solo un ammasso mucillagginoso di materia inerte e mai più utilizzabile, neppure come mangime per i polli.
Stavano per perdere tutte le speranze, ormai si parlavano tra loro con un fil di voce, che già nelle zucchine è alquanto flebile.
- Che ne sarà di noi... - Diceva una, sconsolata - Finiremo nella discarica senza aver visto nemmeno la gaia turtuosità di un condotto digerente!
- Non dire così, dài! - Faceva l'altra, più ottimista della sua amica - Vedrai che una di queste sere lui verrà e ci riserverà una sorpresa senza precedenti!
- Ah, se solo fosse vero! - Le rispondeva la prima sull'orlo del collasso clorofilliano - Ma, sai, sto davvero perdendo le speranze... Credo che passeremo direttamente nel secchio dell'immondizia senza veder neppure una padella...

Un giorno, però, quando stavano già per perdere ogni ragionevole speranza, lui aprì il frigo e si accorse della loro presenza, ma solo perché finora era stata coperta da una grossa confezione di petti di pollo formato famiglia, di cui si cibava da giorni cucinandoli in tutte le maniere.
- To'... Due zucchine! E che ci fanno qui?
Per lui sembrava già un fatto trascendentale la loro sola presenza in frigo.
Figuriamoci! S'era persino dimenticato d'averle comprate con tanta passione in uno dei suoi rari momenti di buone intenzioni culinarie.
Le guardò per un paio di minuti. La luce del frigo nel frattempo si spense, e lui si riscosse come da una riddaa di pensieri che gli tormentavano l'animo.
Semplicemente, non sapeva come cuciniarsele.

Allora accese il computer, aprì il navigatore e iniziò a viaggiare sulla Rete in cerca d'ispirazione.
Viaggiò per paesi lontani, dove le zucchine si sposano coi lamponi.
Viaggiò per paesi fin troppo vicini, in cui le zucchine si friggono in una pastella che a contatto dell'olio diventa dorata e croccante.
Viaggiò per paesi dove le zucchine, note per il loro sapore discreto si accompagnavano solo a pesci di varie fogge.
Alcuni dicevano che le povere zucchine non sapevano di nulla, altri, avvolti in nubi di oscuro e ingiusto pregiudizio, addirittura dicevano che facessero venir freddo solo a mangiarle...
- Povere noi! - Diceva la più pessimista, che già si vedeva frullata giù per il secchione assieme alle altre  immondizie - Faremo una brutta brutta fine!...
E invece, quando già stavano perdendo l'ultima goccia di clorofilla che le aveva animate finora, lui, guardò oltre lo schermo e disse: "Farò a modo mio!"
E così fece.

Vellutata zucchine e menta
(per due persone: tu e chi ascolterà questa fiaba)
500 g   zucchine (circa due di media grandezza)
80 g     cipolla (una medio-piccola)
2 tazze di brodo vegetale
una manciata di foglie di menta fresca (circa 5-7g, suppergiù)
olio evo e sale q.b.
1 vasetto di yogurt da 150 g (facoltativo)

In una grossa pentola lui fece riscaldare l'olio e poi vi tuffò le zucchine che aveva tagliato a dadini.
Poverine! Erano così sfinite che non sentirono nessun dolore, per loro fortuna....
Poi aggiunse la cipolla, anch'essa tagliata a fettine.
Questa, a differenza delle zucchine, era ancora in buona salute e cosciente, e fece un chiasso indicibile mentre veniva affettata.
Per foruna la sentirono solo le foglie della salvia che sonnecchiava in balcone...
Lui fece insaporire le verdure per qualche minuto, poi vi aggiunse la menta, ben lavata e sminuzzata, e il brodo vegetale che, barando, aveva preparato con la polvere granulare.
Era un disonesto, lo sapevano tutti...
Fece cuocere per una decina di minuti a fuoco medio le verdure finché la carne spossata delle zucchine divenne cedevole e saporita.
Quindi con un frullatore ad immersione ridusse tutto il contenuto della pentola in una crema liscia ed omogenea. Ci vollero solo pochi minuti.
Aggiustò di sale, che non gli bastava davvero mai, vi grattò del pepe macinato al momento e assaggiò...
- Mh! Bbona! - Disse con lo sguardo perso in chissà quali pensieri.
Dispose la crema nelle scodelle, vi immerse in ognuna di esse metà dello yogurt, e diede una sommaria girata, solo per lasciare il bel verde delle zucchine fare la loro bella ultima figura.
In un impeto di commozione vi aggiunse anche del pane in cassetta che aveva fatto a dadini ed abbrustolito in una padella antiaderente.
Era davvero soddisfatto di se stesso e quando lo portò in tavola fece al piatto anche una bella foto:


Con soddisfazione si portò alle labbra un cuchiaio di quella verde crema e pensò, per la prima volta in vita sua, quanto erano davvero buone e saporite le zucchine.
Quasi si commosse quando il cucchiaio scavò con alacrità fino all'ultima gocchia della deliziosa crema di zucchine e menta.
Da qualche parte, nella sconfinata distesa del Cosmo Vegetale due zucchine galleggiavano pigramente come in un immenso mare, tenendosi per mano.
Erano felici.

6 commenti:

  1. care le zucchine quanto risolvono e come si sposano bene con la menta
    la prossima volta provale anche così o così

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  2. Mhhh!Buona idea... Anzi, idee. Alla fine dico dico ma le amo troppo, tra tutte le cose verdi (dette verdure. mi pare) che affollano il negozietto degli amici bengalesi sotto casa.
    Proverò! ;-)

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  3. ehi Riccà, il panino di/per "brusse", era un panino, vero ??????????????????, è commovente, ma la valenza della favola delle due zucchine è imperdibile per me. E' proprio vero che viaggiare si può e si deve. Prova anche con Xavier de Maistre Viaggio intorno alla mia camera.(Mondadori, Milano, 1997). ciao qui di fondente ci sono solo io! Iomilanese-laura

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  4. Oddio (si fa per dire...) lauretta mia bella, non credo di potercela fare a leggere qualcosa di de Maistre e tantomento qualcosa che si incentri sulla sua camera. Di giri attorno all'ombelico ne faccio già abbastanza...;-) Scherzo, ovviamente. La letteratura è come il maiale: non si butta via niente, tranne ciò che aumenta troppo il colesterolo (letterariamente parlando: intasamenti lessicali attorno alle strutture sintattiche).
    "Panino"? Tu afer tetto panino, ja?... Ach! Nein! Nein "panino" fraulein! Nein!!!
    Essere tipo caldzone ripieno ti tutto, ja?
    Bruss era troppo grande per essere solo un panino: era la barca di pasta di pane sul mare infinito, la scorza di pasta che racchiude un ripieno goloso e segreto, un guscio di finta-brisée che nasconde come le ostriche più preziose, un cuore di formaggio e funghi, ma anche altro, molto altro ancora.
    Un mondo di cose collegate solo dalla fantasia e dal sogno.
    Proprio come le Vie dei Canti...

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  5. Ja full riccardo, perdono! la fretta mi ha strattonato e così pur di risponderti ho utilizzato formula remota (ah l'amigdala!) della sintesi, che come il cromosoma xx segnala, non mi appartiene. Con " panino" ja," tetto panino" mi immaginavo proprio uno lo scrigno egoista, da aprire con garbo per assaporare con pazienza la sua sorpresa. Ma allora il De Maistre ( e il suo ombelico) l'hai letto!!!!!!!!!!!!!!!. un sorriso iomilanese laura

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  6. Ah ah ah... Qualche giorno, se mi seguiterai a fomentarmi nella mia follia, mi farai:
    1) morire dal ridere
    2) fenir follia ti scrifere solo in totesco
    3) fantasia di leggere de Maistre (no, tesora mia, non l'ho letto. Non ancora. almeno).
    E, Signora mia, non V'è necessario alcun dono della sintesi. Voi, come ogni essere del Vostro splendido genere, siete già meravigliosamente imperfette così.
    Dolcemente complicate, sempre più emozionate...
    È il cromosoma xy ad essere una mutazione del vostro e, come tutte le copie, pieno zeppo di difetti.
    Se nel vostro dipinto vi sono svirgolamenti di colore, nei nostri (ahimé) abbondano osceni e ridicoli sbuffi d'inchiostro.
    Il fatto poi che certe credenze religiose vi considerino un derivato del sesso maschile è la prova definitiva dell'inesistenza di dio.
    Vi bacio la punta delle dita, mademoiselle. Con rispetto.
    Amigdalaaaa! A cuccia!

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