venerdì 21 giugno 2013

Torta Margherita di Nonna Peppa, o della Terza Madre

Ho avuto tre madri.
Ma non lo dico per vantarmi: è un dato di fatto.
Della prima non è neppure il caso di dir nulla, visto che m'ha soltanto messo al mondo...
L'altra, quella vera, m'ha scelto, o forse sarebbe meglio dire "ci siamo scelti", da come me lo raccontò lei.
Me lo disse a diciott'anni, timorosa di un rifiuto o d'una possibile reazione negativa da parte mia, di chissà quale sconvolgimento emozionale.
Non l'ho mai amata così tanto come da allora.
La Madre, per me, è stata sempre e solo lei.
La terza, che ho sempre chiamato Zia, era sua nipote ed è stata, per ragioni anagrafiche, la madre di supporto, quella che la minor distanza generazionale me la faceva sentire più vicina.
Era a lei che confidavo i dubbi e le ambasce che credevo la Madre, data l'età, non potesse capire.
Quando Elena se ne andò ero addolorato, certo, ma ero anche intimamente rassegnato che l'età avanzata aveva solo preso il sopravvento sulla fragilità del corpo, che il corso della vita fosse arrivato a quella dolorosa, inevitabile ma prevedibile svolta che ci accomuna tutti.
Alla morte di una persona anziana siamo quasi preparati: la vecchiaia ci avverte della fine, ce la prospetta con mille segni, e sappiamo che c'è e che putroppo arriverà, prima o poi.
Quando invece un male si porta via chi non deve andarsene restiamo sgomenti, arrabbiati, inermi, e la vita ne viene stravolta nelle convinzioni  abituali e in quelle consuetudini e considerazioni che le cuciamo addosso per sostenerla.
Sono passati ormai cinque anni, ma la rabbia per la  fatalità di quel male irragionevole, che non doveva essere lì, ancora mi brucia dentro.
Ma non voglio solo essere triste, e di queste due meravigliose donne voglio anche ricordare la pazienza, la dolcezza, la bontà, il caratterino caparbio e la capacità di accogliere maternamente tutto quello che viene da chi si ama. Qualunque cosa.
Due Madri, appunto.

Oggi una ricetta che la terza madre mi ricopiò un giorno su un biglietto che conservo ancora.
Lo riporto così com'è, trascrivendolo solo per una migliore comprensione.

 

Ingredienti:
600g        farina scarsi (quanto basta)
400g        zucchero
100g        burro
4        uova
50ml        olio d'oliva (un quarto di bicchiere)
1 quarto        latte (250ml)   
2 bustine    vaniglina
2 " "        lievito
limone grattugiato
Sbattere le uova con lo zucchero, aggiungere poi latte, il burro fuso (lasciato raffreddare) l'olio, il limone grattugiato e la vaniglina. Amalgamare bene aggiungendo gradatamente la farina (quanto basta) infine aggiungere il lievito e infornate a fuoco moderato x circa 45 minuti.
(Prima di togliere dal forno lasciarla raffreddare)
Controllare la cottura dopo almeno 40 minuti con uno stecchino o uno spaghetto (ma questo lo sai)
Buon lavoro e buon appetito
        (che profumino!!!)
E Nonna Peppa chi era?
Una vecchina dall'età indefinibile e semianalfabeta (all'epoca, si sa, era già un'impresa riuscire a finire la terza elementare) che che vendeva le uova al mercato del quartiere.
Scrisse a mia zia la ricetta su un foglietto, e in una maniera, poverina, che non sto a dire.
Da allora questa diventò la torta che zia Giustina preparava in occasione d'ogni festività.
Una torta semplice e sempre gustosa, il classico "tortone" bello e imponente da tavolata in famiglia.


Quanto mi mancate, mamme mie…

Aforisma del giorno
Ogni donna diventa come sua madre. Questa è la sua tragedia. 
Nessun uomo diventa come sua madre. Questa è la sua tragedia.
Oscar Wilde, L'importanza di chiamarsi Ernesto, 1895

Oggi ascoltiamo
Erik Satie -  Gnossienne n. 1 - Alessio Nanni, piano 

http://www.youtube.com/watch?v=oOTpQpoHHaw&feature=youtube_gdata_player

4 commenti:

  1. "Mamme mie", Riccardo, che post intenso! Ho cacciato nello sgabuzzino le pinzillacchere che volevo trasmetterti e ti confido che 1.non amo i dolci, 2.non amo le torte focacciose. 3. corro a farla! Missà che l'amigdala come Ade picchia duro. Ma, per te, una domanda: si può brindare con una torta? Perché io voglio proprio brindare a quelle grandi donne e a quell'uomo che hanno saputo/voluto crescere: Grazie iomilanese-laura

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  2. Grazie Lau, davvero.
    Si può, anzi si DEVE brindare con una torta.
    Basta aggiungerci un buon bicchier di vino (o di spumante) vicino.
    Sai, pe nun intoppasse...(strozzarsi, p.i.n.r.((per i non romani) ;-))
    Torta e vino, e stamme vicino.

    P.S. Ma quando finiranno le divinità greche, poi quelle celtiche, norrene, indie ecc, come chiameranno le perturbazioni e le alte pressioni che incombono una volta a settimana su noi poveri metereopatici? faranno come per le stelle? A-524bis? YWK528-G?...

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  3. che abbondanza di mamme, quelle d'elezione poi sono speciali :)

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