venerdì 14 giugno 2013

Torta Chatwin al formaggio e funghi

Com'è che si dice...  Serendipidità!
Cioè: io cerco qualcosa e, pàffete! eccone un'altra, non attesa e nemmeno sospettata, ma altrettanto gradita.
"È la la sensazione che si prova quando si scopre una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un'altra" dice Wikipedia. E c'è da crederci.
Quindi io cerco le Indie e ciàffete! ecco l'America.
Cerco un farmaco per l'angina pectoris ciùffete eccoti il Viagra. E vai, coi nonnetti-sprint!
Cerco di capire meglio la natura dei raggi catodici (Röntgen) e bene: eccoti qua i Raggi X. E poi non dite che non servono...

« La serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino»
 Julius H. Comroe (ricercatore biomedico americano)
Beh, io non cercavo mica le Indie, eh?  E tantomeno la figlia del contadino...
No, io cercavo qualcosa a base di formaggio da proporre insieme alla pizza, come accompagnamento freddo, e ho trovato un impasto a cui non avrei prestato attenzione, in altri contesti.
È una ricetta di Ezio Boselli, maître in pensione all'epoca della pubblicazione del libriccino di cucina su cui era riportata la ricetta.
Quello che voglio dire è solo che ho scoperto un altro impasto, alternativo a quello della brisée che, come molti sanno, è una frolla glucolesa, coè priva di zucchero.
Quindi per 300 g di farina ne serviranno 150 di burro... Hai detto niente!...
Con sto colesterolo che mi ritrovo, quei 150 g se ne stanno tutti ben confezionati in panetti bianco avorio a passeggio tra i miei globuli rossi, felici come pasque...
Allora, per farla breve: un impasto che non è brisée, non è brioche, non è pasta pane, non è niente di tutto questo.
È "altro"...

Quindi, per la pasta:
250 g    farina
20 g      lievito di birra
70 g      burro morbido (o pomata, come si suol dire)
100 ml latte
1           uovo
1 pizzico di noce moscata e uno di sale
In una ciotola, dove avrete messo la farina, versare il sale, la noce moscata, il lievito sciolto nel latte tiepido, l'uovo e il burro. Così, senza ordine alcuno e senza preferenze.
Lavorare appena il tempo per amalgamare il tutto.
Quindi parrebbe una brisée, visto che si deve evitare il glutine con lo smaneggiamento, eppure il lievito fa pensare a tutt'altro...
Boh... sarà una pasta ibrida-meticcia, come piace a noi.
Formare una palla e metterla a riparo di un canovaccio per farla lievitare in santa pace.

Il ripieno è invece dato da:
300 g formaggio grattugiato (io avevo il grana ma, si sa, io navigo nell'oro... sarebbe preferibile un mix di formaggi stagionati, invece)
250 g funghi champignon freschi
4       uova
1 spicchio d'aglio tritato, sale e olio...
Far trifolare i funghi nell'olio dove sarà andato per un pochino l'aglio.
Salare e aggiungere, alla fine, se si vuole, una manciatina di prezzemolo tritato.
Quando la pasta sarà lievitata il doppio del suo volume (solita solfa: un'oretta d'estate, due d'inverno e, assolutamente, niente correnti d'aria), prenderne una metà, stenderla in una teglia imburrata, base e bordi, e farla rilievitare altri venti minuti, quindi pungere con una forchetta il fondo e versarvi i funghi trifolati ormai freddi.

Intanto mescolare i tuorli col formaggio, unire le chiare montate a neve e versare il tutto sulla torta.
Con un altro poco di pasta formare un disco con cui chiuderete 'sto bel capolavoro.
Unite i bordi attorcigliandoli un pochino, e poi sulla superficie passate del tuorlo per farlo colorire in cottura.


Io preferivo non farlo scurire troppo e l'ho spennellata solo con un po' d'albume.
Cuocere per 40 minuti circa.
 
 
È buona sia calda che tiepida. Il che va benissimo se si devono cucinare altre tre teglie di pizza...


Ma, soprattutto, è ottima da portare a spasso mentre si passeggia, ci si allontana dai posti abituali e si va...


Una pasta ibrida e meticcia, allora, ma anche nomade.
Una pasta Chatwin, quindi!

Lo scrittore dell'irrequietezza dell'essere stanziali, del nomadismo come ritorno al naturale stato dell'essere umano.
Lo scrittore delle Vie dei Canti che tessono l'aria del continente Australe e della tratta degli schiavi da una parte all'altra dell'Oceano Atlantico.
Lo scrittore con gli occhi aperti e il prezioso e inseparabile taccuino nella borsa.
E dalla scrittura asciutta, essenziale, e magicamente suadente.

Devo dire che quest'impasto è sensazionale: non è troppo panoso come la pasta lievitata, non è troppo burroso come la brisée, ma qualcosa si deliziosamente a metà strada.
E de 'sti tempi ciavemo proprio bisogno de misura, signora mia...
Ah: va da sé che può essere farcito proprio come una brisée.
Quindi funghi, verdure e formaggi, carne tritata e condita, e quant'altro si abbia in casa e/o a disposizione del portafogli...
Vedremo come strada facendo.
Come anche la vita stessa, del resto.

Detto del giorno 
La vera casa dell'uomo non è una casa, è la strada. La vita stessa è un viaggio da fare a piedi.
Bruce Chatwin


Oggi ascoltiamo
Mario Venuti - Un altro posto nel mondo

http://www.youtube.com/watch?v=6BadK0GVNMA


P.S. E ora, con quel po' di pasta che mi era avanzata che farci?

E se prendessi due stampini da muffin in alluminio, rivoltandoli, e ce la poggiassi sopra?
Come per fare due cestini, per esempio:



Da riempire con tutto quello che la fantasia propone e gli avanzi dispongono.
Io avevo delle fettine di coppa di Parma (ebbene sì...) che ho rosolato senz'olio e ho messo all'interno, a foderare la base e sopra spiedini di mozzarelline-pomodorini e altre di cubetti di pecorino-cetriolini sott'aceto-code di mazzancolle sgusciate e fatte dorare nel grassetto rilasciato dalla coppa...


Alla faccia di quella cosa bruttabruttabrutta della (e lo dico piano piano piano)... dieta.

Oppure si possono formare dei mini-calzoni ripieni di tutto.
Tutto quel che viene in mente e che non sia troppo acquoso:


Oppure delle mini-quiche, col ripieno anch'esso a fantasia.


Tempo fa le provai con dei carciofi, ma anche con dei bei broccoli romaneschi non devono essere male!

2 commenti:

  1. scusi capo è tutta una meraviglia, ma se lei toglie il burro ma mette i formaggio il colesterolo brinda a lunga vita (del colesterolo)


    lo so sono una scassa cabasisi
    taccio

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  2. Oddio, nun bastava Leppagorre...
    Ma questa è la ricetta del maitre, er poro Ezio Boselli, e l'ho riportata pari pari.
    Certo che se la fai con una brisée ti scoppia l'embolo, è chiaro.
    Magari la prossima solo con verdure, va.
    Lo sai che in agguato, dentro me c'è un'anima famelica divoratrice di formaggi d'ogni sorta.
    Ogni tanto la fo parlare, e poi magari... le do retta, ahimé! ;-)

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