venerdì 13 aprile 2012

Stendiamoci un velo (di sfoglia) sopra

Si può, si deve...
Capire di poter voltare pagina.

Che ci si è affidati per anni a qualcuno che, per ignavia, ha abusato della nostra abnegazione.
Imparare che amare non è esserci sempre, comunque, e darsi e dare fino a non sapere più chi si è e non si ha più niente altro da dare...
Capire che è possibile riprendersi la propria vita e fare qualcosa che non si era mai fatto: decidere per conto proprio, a scapito di tutti i vantaggi che altrimenti si sarebbero potuti avere, e con la sensazione costante d'essere sull'estremità del trampolino....
Perdere molto per riprendersi se stessi, per ritrovarsi, e per costruirsi.
Cambiare la propria vita si può, anche a 40 anni suonati...

E come festeggiare una cosa così importante se non con una cosa semplice, qualcosa che muovendo le mani dà il senso del fare, del muoversi, di esserci, di costruire, nonostante tutto? Nonostante non serva poi a molto, se non a noi. Hai detto niente?




Bene, allora facciamo finta che oggi sia domenica (ma anche no…) e allora via: rimbocchiamoci le maniche e facciamoci un bel regalo: la pasta fatta in casa.
Se proprio l’idea di usare il matterello vi spaventa e inibisce allora fornitevi di quella simpatica macchinetta (che molti chiamano la Nonna Papera…) e vedrete che sarà un gioco da ragazzi. Molto meno laborioso di quel che ci si agita nel capino...

Dosi a persona:
100 g    farina
1           uovo
q.b.       sale
q.b.       acqua
(per 4 persone possono andar bene anche 3 uova per 400 g farina, se non siete voraci come me, ovviamente!).
Nella farina disposta a fontana (anche se, in effetti, pare di più un vulcano)  rompere le uova e aggiungere il sale.
 
Sbatterle piano piano con una forchetta (o direttamente con le mano) e incorporare la farina a poco a poco.
Io lavoro in ciotola: si sa, ognuno ha le sue innocue manie, ma facendo così mi sporco di meno, essendo pecione (ossia, maldestro, sgraziato, approssimativo. Mia madre avrebbe detto “mani de cionna…”, ma questa non la traduco...).
All’occorrenza aggiungere dell’acqua.
E quando avrete una pasta lavorabile via sulla spianatoia.
Impasta, e stira e riporta e stira e affonda e impasta… e così per buoni dieci minuti almeno.

Se volete provare una versione al cacao aggiungere un cucchiaio di cacao amaro ogni 100 g farina e procedere come sopra.




Lo sapete, no?, che cucinare è terapeutico, che l'atto di fare dei gesti che appagano e con la semplice consuetidine della manualità ci si rilassa meglio che dallo psicologo o da una seduta di massaggio? Beh, se poi magnate come sfondati allora siete voi...

Quando avrete una pasta bella omogenea e soda formate una palla e far riposare per ½ ora in una ciotola coperta da un pannno inumidito.

Passata la mezz'ora?...
Ricavare quindi dei pezzi grandi un pugno e stenderli con la macchinetta, piegando e ripiegando le sleppe che più stringerete lo spessore più si allungheranno, fintanto che le sentirete fare… plop
Di solito per delle fettuccine o delle pappardelle arrivo allo spessore 5.
Ma ognuno si deve regolare a seconda dei propri gusti, come per ogni cosa del resto.
Eccole, loro, così belle e dolcemente allineate sulla spianatoia, che avrete spolverato di farina...
Tagliatele come volete (fettuccine, pappardelle, spaghetti, maltagliati...) e conditele come preferite.

E quelle al cacao? Che ci metto? Beh...Queste le potrete condire con:
- burro e salvia (soffriggere nel burro le foglie di sminuzzate con un pizzichino di sale)
- speck e funghi (a listarelle lo speck e trifolati i funghi, e prezzemolo fresco alla fine)
- panna e noci (tritate non troppo finemente)
- cipolla rossa e mascarpone (far appassire in tegame la cipolla a fettine, aggiungere il mascarpone e cuocere un minuto)


Detto romano del giorno:
Va in piazza e ppija consijo, aritorna a ccasa e ffa ccome te pare.
Vai in piazza e prendi consiglio, torna a casa e fai come vuoi.

Oggi ascoltiamo:
Electric Light Orchestra - I'm Alive

http://www.youtube.com/watch?v=3CR8DMFfFs8 

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