giovedì 13 marzo 2014

Torta limone e mele

Sfogliare le riviste di cucina con Leppagorre è come entrare in un grande magazzino di giocattoli con un bambino uscito un'ora prima da un orfanotrofio di qualche paese “in via di sviluppo” (1); oppure è come sfogliare una rivista di moda con una tredicenne in cerca di un qualsiasi, e comunque lontano, centro di gravità permanente.
- Uh, guarda! Guarda questo, che bello! Una coroncina di fragole! E tutta quella crema, poi!
Quando è preso dalla frenesia alimentare - cioè sempre - sembra pronunciare separatamente con enfasi ogni singolo fonema della parola di cui vuole sottolineare la magnificenza:
- Quanta c-r-e-m-a!
Non è che sia un gran divertimento vivere con un gattodemone nella panza che scalpita ogni volta che sente l’odore del banco formaggi e che, come un monomaniaco, vive immerso in un sistema solare dove i pianeti sono le portate d’un pranzo luculliano e il sole le sue fauci fameliche.
- Ma hai visto qui? Una glassa lucida lucida lucida di cioccolato! Secondo me non è solo cioccolato e basta… Leggi un po’!
Per questo, e anche per dare un senso a questa forzata convivenza, sto cercando di fargli assimilare le basi della lettura.
Hai visto mai che si distragga leggendole, le ricette, invece di spingere me a eseguirle, e quindi a spazzolarmele?
Ma, ragazzi… Quant’è difficile!
- Questa è?…
- Ehm… la “ci” di cioccolato!
- Bravo! E questa?
- Mh… La “effe” di fragola!
- Oh, andiamo alla grande. Tra nemmeno tre mesi sarai tu a leggermi le ricette!
- Spiritoso… Non mi pare d’essere un caso disperato!
- Oh sì, caro, per certi versi lo sei eccome! Qui però, stranamente, vai forte, e mica scherzo.
- E allora mettimi alla prova, dài! Prendi un libro e fammi leggere!
- Leppa, piano!… Devi imparare ancora molte, molte cose.
- Ma io voglio capire subito che c’è scritto qui dentro! - E indica un testo che lui ritiene fondamentale e imprescindibile, dal titolo eloquente: “Chocolate Galore”.
- Leppa, piano piano ci riuscirai. Solo devi darti tempo. Mica puoi…
- Allora la prossima volta che cucinerai qualcosa o che leggerai una ricetta me la ripeterai ad alta voce, così potrò imparare prima! - E gli occhi verdi hanno guizzi di sadico divertimento.
Era meglio lasciarlo nella beata ignoranza e continuare ad averlo aggrappato alle pudenda o infognarmi in un’impresa senz’alcun esito positivo visibile, almeno per me?
Nel dubbio riprendo una vecchia ricetta e gliela leggo.

Torta limone e mele
250 g farina
200 g zucchero
100 g burro
3        uova
3        mele di media grandezza.
Succo di tre limoni grandi, o di quattro piccoli, con scorza grattugiata di un paio di essi.
Una bustina di lievito, una di vaniglina e un pizzico di sale.
A piacere anche un pizzico di cannella, che con le mele ci sta - Leppagorre, in coro! - un amooore!
Sbucciare le mele e dividere ognuna in sei spicchi, o almeno in sei parti non troppo spesse.
Immergere gli spicchi nel succo dei limoni per non farli annerire nel frattempo.
Lavorare le uova con lo zucchero, aggiungere il burro fuso, la scorza grattugiata e il succo dei limoni e la farina.
Se l'impasto dovesse risultare troppo liquido questa si può portare a 300 g.
La consistenza dev'essere quella della pasta per il ciambellone o d'una come una crema pasticcera: né troppo liquida né troppo sostenuta: fatto cadere da un cucchiaio, dovrà scendere a pezzi semifluidi, tanto per capirci.

- Ultimo venne il lievito.
- E chiuse la porta?
- No, la lasciò aperta, e la corrente d'aria che si creò con la finestra della cucina fece volare via il foglio con la ricetta, e il povero aspirante cuoco dovette riscriverla un po' a memoria e un po' reinventandosela.
- Poverino...
- Un corno! Era uno sciattone!
- Un che?...
- Un pecione, caro.
- Ah, ecco...

Nella tortiera imburrata e infarinata versare l'impasto e affondarvi dentro a raggiera gli spicchi di mela.
Cuocere una mezz'ora almeno a 180°, con annessa prova stecchino e relativo slalom tra le mele per scoprire se è cotta o meno.
Divertente vero?


- E qui, cosa c’è scritto?
- B-a-v-a-r-e-s-e.
- Bravo. E qui?
- S-e-m-i-f-r-e-d-o
- Leggi meglio, è poco “dolce”…
- Ah, sì, s-e-m-i-f-r-e-d-d-d-o!
- Ecco, adesso è un po’ troppo “dolce”.
- Uffa…

Detto romano del giorno
Gallina che nun becca (è segno che) ha già bbeccato.

Dicesi di Leppagorre quando sostiene di non avere fame.

Oggi ascoltiamo
Scott Joplin - Solace

https://www.youtube.com/watch?v=f2NQYxpM-b4

NOTE
1) Come diciamo oggi, in tempi di pruderie linguistica, per non dire "arretrato", dandogli anche il beneficio della fiducia di poter raggiungere il nostro tanto auspicabile livello economico. Poveri loro...

2 commenti:

  1. le torte di mele sono imprescindibili
    prova a dire Leppa i-m-p-r-e-s-c-i-n-d-i-b-i-li

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  2. Non lo istigare, te ne prego, che già m'ha messo in croce con altre "provette" delle sue...
    E comunque sono imprescindibili, eccome se lo sono!

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