lunedì 20 gennaio 2014

Torta delle rose

- ... e allora, un passo dopo l'altro, enorme e minaccioso, si avvicinò!
- Uh!... E poi?...
  Disegno di Dino Buzzati, da I miracoli di Val Morel

- Puntò il muso sulla figura impietrita dal terrore. Gli occhi sembravano gli enormi fanali d'un TIR, ed erano gialli e freddi come quelli d'un coccodrillo!
-..illo!... E poi?...
- Serafina sentiva quasi sulla pelle il contatto dei suoi baffi enormi! Lo vedeva ingigantire sempre di più. E il respiro del Gatto Mammone era una folata di vento che rischiava di farla vacillare!
- E lei?...
- Lei restò dov'era! Figurati, non riusciva a muovere nemmeno un muscolo, dal terrore! Ma proprio in quel momento, proprio quand'era sul punto di abbandonarsi all'imminente catastrofe, ecco che dal cielo, all'improvviso, appare una lucina...
-...ina... E cos'era? Cos'era?
- Santa Rita, apparsa in suo soccorso con tanto di veste monacale e aureola splendente su tutto il corpo.
- Ahhh! E che fece? che fece?
- D'improvviso la santa si tramuta in un enorme topo! Il Gatto Mammone, appena la vede, che fa? viene preso dalla frenesia della caccia e, lesto come un lampo, prende a inseguirla!
- E Serafina?
- Si salvò proprio grazie alla santa, che sotto forma di topo allontanò da lei il Gatto Mammone! Quindi, tornata in paese, raccontò a tutti la sua storia. Disse che quella mattina, mentre era con la mandria al pascolo, ecco apparire da dietro la collina...
- No, no! Basta! Mi si rizza il pelo! Guarda.
- Ma dài! davvero hai paura di queste cose? Sono solo racconti.
- Lo so, ma noi demoni siamo sensibili ai racconti, come pure alle poesie, ai giochi di parole e alle filastrocche.
- Ma fino a questo punto?
- Sì, sì, se non fosse intervenuta la topa santa che fine avrebbe fatto la povera Serafina?
- Sarebbe finita in un sol boccone tra le zanne del Gatto Mammone!
- Anche in rima, bravo!
- Figurati. Ma dimmi: davvero credi a queste storie, Leppagorre?
- Crederci? Macché, tutta fuffa. E poi la sapevo già da secoli questa storia. Me la raccontava sempre zia Bastet quand'ero cucciolo.
- Ma chi, l'Egizia?...
- Sì, proprio lei. Devi sapere che un giorno, nell'antica terra degli Aramei v'era una graziosa fanciulla di nome Sheba.
- Ah, e che faceva?
- Portava al pascolo le capre fuori dal suo villaggio, Blakmaah, verso il fiume Bahnaratha, poco vicino. E fu lì che apparve.
- Apparve... cosa?
- Così, come dal nulla, un'ombra nera che d'improvviso ingrandì fino a oscurare il cielo. Era lui, il terribile Gatto Mamon!
- Oddio! E poi?
- S'avvicinò come una montagna verso Sheba, che non riusciva a muovere un muscolo.
- E ci credo! E poi?...
- Poi, come all'improvviso, dal cielo una lucina da piccola si fece sempre più grande e apparve la dea 'Attar, in tutto il suo splendore: manto di stelle, bracciali d'oro fino e una scopa.
- Una... scopa?...
- Sì, prese la sua fida scopa celeste con cui spazzava la Via Lattea e, con una voce potente, uno squarcio di tuono, urlò verso il Gatto Mamon: "Kàtti oh!"
- E che vuol dire?
- "Pussa via!" o qualcosa del genere. Fatto sta che il Mamon emise un miagolio terribile che s'udì nei villaggi vicini, rizzò il pelo e, guardando di sguincio la dea 'Attar, volto le enormi chiappe e fuggì via!
- Mi stai prendendo in giro!
- Ma no, giuro! Me la raccontava sempre zia Bastet!
- Sì, vabbè, lalléro!
Non c'è niente da fare, combattere coi demoni sul loro stesso terreno, la chiacchiera, è un'impresa inutile, oltre che impossibile.
Vai per cacciare e ti ritrovi cacciato. Non può che finire così.
D'altronde hanno secoli di frottole e fandonie sulle spalle... Quando li freghi?
Quindi mettiamoci una pietra sopra, scurdammuce 'o passato e andiamo a farci un dolce.

Un classico dei lievitati, che ha subito numerose variazioni, tra le quali quella con la frutta secca versione natalizia, o con la nutella, la più sfacciata...
La ricetta classica prevede una farcitura al burro che fa venire l'acquolina in bocca solo a sentirne l'odore...

Torta delle rose
500g    farina
150ml  latte
25g      lievito di birra
100g    zucchero
80g      burro pomata
2          uova
Un pizzico di sale, vaniglia, scorza di limone

1) Lievitino
Sciogliere nel latte tiepido il lievito, unire poca farina e un cucchiaino di zucchero.
Lasciar lievitare al riparo e al coperto almeno fino al raddoppio.
Una ventina di minuti, mezz'ora.

2) Impasto
Unire tutti gli altri ingredienti, ultime le uova una per volta, e ultimissimo il burro.
Lavorare a lungo l'impasto.
Lasciar lievitare in una ciotola, al coperto, fino al raddoppio.

3) Lavorazione
Su una spianatoia stendere la pasta, formando un quadrato 35 x 50 cm.

Farcire con una crema composta da:
100 g burro pomata
100 g zucchero.
Distribuire uniformemente la crema, quindi arrotolare su se stesso il rettangolo di pasta, per il lato lungo.
Tagliare in pezzi uguali il serpentone farcito.
A questo punto c'è chi si riserva un po' di pasta per farne un disco da mettere alla base su cui posizionarvi poi, in teglia, i pezzi farciti oppure, più semplicemente, si possono richiudere questi un pochino alla base e disporli poi in teglia.
I pezzi vanno messi in circolo leggermente distanziati tra loro, magari anche con un taglietto a croce in superficie per aiutarli a lievitare meglio.

Lasciarli quindi a riposo fino al raddoppio.

 4) Cottura 
Infornare a 180° per 30 minuti


Sì, ne manca un pezzo, lo so... Leppagorreee! Niente, non si può lasciare niente in questa casa!
E formaggi, e dolci, e confezioni di qualsiasi alimento, niente! Arriva lui e zac! fa l'assaggio del topo!
Altro che Gatto Mammone!
Volendo i pezzi di pasta si possono cuocere anche in porzioncine individuali.
Non come ho fatto io, però, ma in uno stampino un pochino più capiente, magari...


Detto romano del giorno
Gnisuno sa indove strigne la scarpa, antro che quello che la porta ar piede.

Nessuno sa dove stringe la scarpa tranne che chi la porta al piede.


Oggi ascoltiamo
Yma Sumac - Taita Inty (Virgin of the Sun God)

http://www.youtube.com/watch?v=4lAo-LEYeOw

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