domenica 8 settembre 2013

Coccucuzza, una torta vendicatrice

Ovvero: La vendetta di Cassandra.

Mentre la signorina Carlo, lo spassoso personaggio di Anna Marchesini, ama asserire col suo tenero candore "che siccome che sono cecata",
 
io potrei parafrasarne il tono e, con una finta cofana in testa (magari usando il colbacco di pelo renna comprato improvvidamente durante il viaggio di nozze) esclamare: "che siccome che sò n'impiccione..."
Sì, anche se a Roma si dice, con la nostra consueta finesse, "un impicciaca**i", tanto per dire.
Ecco, la curiosità non mi manca, e per fortuna, visto che questa è spesso l'unico criterio per stabilire se in qualcuno vi sia ancora, o meno, una qualche forma di vitalità.
Ma tante volte la curiosità, unita alla sprovvedutezza, o dabbenaggine, o coglioneria che dir si voglia, fa fare cose di cui ci si può, non dico pentire - che tanto son fatte e via - ma che sembrano state utili solo per rimpinguare il curriclum degli errori.
Che poi sì, anche quello serve...
Insomma, tempo fa sfogliando un librone col titolo enigmatico "Enciclopedia dei dolci :Torte" mi convinsi, vista l'autorevolezza della casa editrice, a fidarmi d'una ricetta nella quale, a dire il vero nessuno avrebbe mai creduto.
Nemmeno io ci credevo molto, a dire il vero, e per questo la battezzai Cassandra, la torta alla quale nessuno credeva.
Figuriamoci: zucchine lesse e cacao, tra gli ingredienti... Dove vogliamo andare?
Ma non era malaccio, anzi era, come si dice... "simpatica", come dicono gli uomini di qualcuna non propriamente avvenente.
Qualcosa non mi convinceva ma io, che di primo acchito mi fido sempre di tutti, ho seguito pedissequamente la ricetta senza star lì a pensare se fosse plausibile o meno.
Il problema di quando si fa una torta con delle verdure è che l'acqua da queste contenuta dev'essere "arginata" da un elemento secco.
Nelle torte di carota o di zucca ci sono sempre, solitamente, le mandorle tritate.
Ma si sa, spesso non sono tollerate, per usare un eufemismo...
Nel caso di Cassandra la ricetta prevedeva l'utilizzo di biscotti tritati, novellini e amaretti, quasi a mo' di pangrattato. Ma la cosa non funziona troppo bene, devo dire.
E usare del pangrattato?... Mh, la consistenza non mi convince.
È da un po' che m'è venuta la curiosità di utilizzare la farina di cocco invece delle mandorle tritate, sempre che il sapore sia in accordo col resto degli ingredienti.
E allora, dopo carote e zucche, eccomi a riprovarci con le zucchine, anche dette cocozze o cucuzze.
Quindi che c'è di meglio di una bella torta Coccuzza?

Ingredienti
3        zucchine medie (300 g circa)
200 g farina
150 g farina di cocco
150 g zucchero
3        uova
2 cucchiai di cacao amaro
Una bustina di lievito.
Stravolgimento della ricetta originale: non lessare le carote, che assorbirebbero ulteriore acqua che poi, signora mia, ci vuole la segatura per assorbirla.
La ricetta dell'ottima torta di zucca prevedeva di grattugiare la verdura cruda, e in pezzi nemmeno troppo fini, che altrimenti avrebbero rilasciato acqua. Con le zucchine si può fare lo stesso, e la consistenza dell'ortaggio richiama alla mente lo stesso tipo di lavorazione.
Quindi: in una ciotola grattugiare le zucchine, unirvi le uova e lo zucchero.
Mescolare bene e aggiungere e la farina di cocco e gli altri elementi secchi: la farina e il cacao.
Ultimo venne il lievito.
Versare il composto in una teglia da 24 cm e cuocere a 180° per?... trenta minuti, bravi.


Passibile di variazioni e migliorie, perché no, ma buona.
A questa torta qui posso credere.

Aforisma del giorno
Fiducia è una parola di cui ci si deve fidare troppo.

Adam Phlllips


Oggi ascoltiamo
Michel Petrucciani - Estate

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=seZRVOCUO7U

9 commenti:

  1. sarà ma perfino la tua mi fa effetto Cassandra, io la torta di zucchine la preferisco salata, nel suo bel guscio di sfoglia con l'uovo, il grana, e minuscoli dadini di salame o mortazza vedi tu

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  2. Eh be', se mi parli di zucchine in versione formaggiosa-insalamata non c'è partita.
    Il cuore, anzi la coratella, sa già per cosa battere, senza tentennamenti.
    Solo che io la sfoglia non so, non la preferisco. Magari una brisée sì e, meglio ancora, una Chatwin, che è più panosa.
    Amandì, ti prego, la parola "mortazza" mi fa venire le convulsioni. Di piacere, ovviamente.
    Solo a pensarla mi dimeno come un ossesso volto la faccia a 360°, in cerca dell'amato bene.
    Solo l'intervento puntuale di Mons. Liamorthi col suo terribile esorcismo urlato tra le raffiche di vento riesce a calmarmi: "Sedano! Sedano! Sedano! Chlorophyta, cipolla e prezzemolo! Psilophyta, spinacio e cicoria! Gnetophyta, carota e insalata!"
    E lì, spossato e inerme m'accascio, il vento cessa e solo un grugnito lontano come un rombo di tuono tra i monti mi dice che tutto è finito e che si torna a quella che il mondo chiama la "normalità"...

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  3. ehi voi due, anche a quest'ora un morso lo darei proprio volentieri, no, non a voi, ma alle zucchine che citando il maestro Camilleri hanno "la forma dell'acqua". Dolci con il cacao, pizzichine con, "Ric girati di là, chè sto parlando con Amanda", quella cosa rosa a fette sottili o a dadini e a pois irregolari... Beh diciamo che sono la versione amorfa di certe signorine disponibili e generose. Insomma sanno adeguarsi e accontentare!
    "in questo blog non si parla di politica!!!lau
    >clic >invio

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  4. Ma lau, tranquilla, tanto mica intendevi le olgettine, no?
    Semplicemente, ti riferivi alle puttane (aho, la parola c'è, usiamola; anche padre Dante usò "merda" nella Commedia, quindi...)
    Non capisco però quando parli di quella cosa che si addice loro, quella cosa "rosa a fette sottili o a dadini e a pois irregolari".
    Cos'è, un tessuto? Parlate forse di vestiti, te ed Amanda?
    Oppure, oppure...
    Ahhh... Snarglf!... Sgrrrrgnàff!!!

    .... segue arrivo di Mons. Liamorthi e annesso esorcismo.
    Il secondo della giornata. Non ce la posso fare!

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  5. P.S. Mi piace troppo parlare di politica, ma qui non mi posso sbilanciare, ma solo per motivi di salute.
    Quando tento di fare un accenno alla triste situazione in cui siamo, e del fango da cui siamo circondati, a destra e a manca, mi si secca il basilico, si muffisce il pane e s'inacidisce il latte. E inoltre la bile mi fa sembrare tutto amaro...
    In un blog di cucina capirete, non sta bene.
    Ma sono anche convinto, e da sempre, che "politica" sia anche scegliere che marca di burro comprare, che fare politica sia esprimere una visone del mondo e della vita in comune.
    E quindi, alla fine, anche se indirettamente, si parla sempre, e sempre, di politica. Anche quando non c'è l'intenzione palese.
    Quanti commenti di matrice cattolico integralista ho notato nelle pubblicazioni più innocenti, dove non avrei mai pensato si potessero annidare.
    E perciò sia benvenuta la politica, benvenute le visioni del mondo e benvenute le idee.
    Sempre che se ne abbiano.

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  6. Ma questa è casa tua, Riccardo, e io rispettavo il dress code del padrone di casa. Quanto alla marca di burro, capisco benissimo che in questo momento di colesteroli (ma c'è il plurale di colesterolo?) in giostra, sia un tuo nervo scoperto ma prova qui http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/?s=ghee&x=-960&y=-418. La nostra guida scientifica con la sua chiarezza inarrivabile racconta tutto di lui. E quindi puoi anche preparartelo. "Meno è meglio" come diceva Ludwig Mies van der Rohe e anche Coco Chanel! Ciao lau

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  7. mi é saltata una riga porput : 418. "l'unica soluzione è buttarsi sul ghee". La

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  8. Il Ghee?... Già fatto da tempo, eh eh.
    Il mitico Sor Meringa m'ha dato non tanto spunti di ricette ma le spegazioni scientifiche per cui una cosa debba essere fatta in un modo pittosto che in un altro. Hai detto niente?
    Ho tutto il suo sito registrato (tranne poi dimenticarmi il nome di battesimo, vero? ma si sa, quando si è fuori come una tegola...)
    Sì, comunque il plurale di coleserolo è "riccardi", è ormai appurato.
    Comunque è anche altrettanto vera la scuola di pensiero "Bigger is better" della Prof.ssa Staller in arte Cicciolina. Sì, quella.
    E in fundo (senza dulcis, va bene?): parliamo di tutto ciò che ci piace parlare.
    Sai quante volte mi mordo la lingua per non aggiungere una mia chiusa alle belle parole della nostra Amanda?
    Farei la parte del vecchietto bizzoso, che proprio non mi dona.
    Con 'sta pelle di pesca!...

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