giovedì 10 maggio 2012

Torta Zencanammèla

No, non è un nome proprio, tipo Zenca Carmela o Guantanamera per capirci...
Sì, lo so da me, grazie: è da malati mentali dare nomi assurdi alle cose, ma
in fondo nulla è assurdo, ossia fuori dalla logica: anche la pazzia (se si può usare ancora questo nome, così poco scientifico) ha la sua, di logica.
Qui sta nel fatto che dentro ci sono zenzero, cannella, amaretti e mela... Più logico di così... 

È un acronimo, come ONU, NATO, ABBA, PIRIPANZOLONE (no, questo forse no, Leppagorre...).
Qualcuno dirà: ma ti sei già scofonato tutto quello che t'eri preparato per il compleanno?...
No, certo che no, ma stamani Leppagorre mi fa, lagnoso come sempre: uffa... è finito il dolcino della colazione...
(Usa sempre i diminutivi o i vezzeggiativi quando vuole blandirmi, oramai lo conosco).
- Beh, meglio. Così ci limitiamo, almeno a colazione...
- Certo però che quegli amaretti, buttati là, mi sa che faranno una brutta fine...
Maledetto, lo sa che odio gettare via il cibo, pure se col tempo ha ripreso nuova vita nella quale però non è più previsto l'essere commestibile... 
Mi colpisce sul vivo, lui, sa come ottenere quello che vuole. Che demone sarebbe, sennó? 
Pur con tutte le sue peterpanesche incongruenze ha, come la nostra parte bambina, quella libera e non ancora educata, notevoli slanci e inventiva.
Senza il suo entusiasmo e la sua creatività, i suoi gesti istintivi e la carica nei sentimenti non sarei me stesso.
Senza di lui sarei magari uno di quei fissati innocui che camminano all'interno delle mattonelle del pavimento o che toccano sette volte una maniglia prima di aprirla. Mi tengo il mio, allora, grazie tante...
Vabbè, dài, c'è pure quello yogurt che ha i fermenti che premono sul sigillo di chiusura del vasetto... 
Non vorrei che domani, aprendo il frigo, mi invada il blob assassino: una candida cascata mortale di brulicanti lattobacilli assetati della mia sugna (e ne avrebbero da magnarsene, eh? eccome!...) che dopo avremi spolpato s'aggirasse come Godzilla per la città, seminando il panico tra la gente.
Non vorrei essere cagione di tali amare sventure e rovinosi cataclismi...
Giammai! Mi sacrificherò per l'umanità tutta!
Brandendo il mio cucchiaio di legno con una mano e il frustino con l'altra partirò a petto e parannanza avanti verso la perigliosa impresa. 
Come Ercole, come Giasone, come Teseo...
O, piuttosto, a ben vedere, come Sisifo... 
Prigioniero dell'impresa più astrusa che si possa immaginare, quella che nel reiterarsi d'una fatica quotidiana senz'alcun senso deve trovare, da sé e senz'alcun cielo sopra di lui, il coraggio e sorriso di chi è appagato di esserci, solo di esserci..
Nella fatica assurda del vivere sentire la gioia, comunque e sempre, di vivere...


E ora usciamo pure dall'imbuto cosmico e prendiamo la via dei fornelli...
Per una tortina del genere, servono.

300 g  farina
180 g  zucchero
100 g  burro
125 g  yogurt (un vasetto)
150 g  amaretti sbriciolati
3      uova
1      bustina di lievito
1      mela un po' grossotta (250 g ca.)
1      limone
10 g   zenzero fresco
1 pizzico di sale, uno di cannella in polvere 1 bustina di vaniglina
e passa la paura

Tagliare la mela a pezzetti e irrorarla col succo del limone per non farla annerire.Tenere da parte la buccia, eh? ci servirà.
Lavorare le uova con lo zucchero, al quale avrete unito il lievito, il sale, la cannella e la vaniglina.
Aggiungere la scorza del limone e lo zenzero grattugiati, quindi il burro e lo yogurt e mescolare bene con la frusta.
Setacciare la farina e unirla al composto; dopo aver mescolato bene per evitare che si formino grumi si uniscono gli amaretti e la mela. Indi il lievito.

Mettere in uno stampo dai bordi un pochino alti (il mio è 24 cm e alto 8 cm) e cuocere a 180° per 45, 50 minuti.


Se proprio volete provare l'ebrezza della stucchevoilezza estrema allora aggiungete pure 100 g  cioccolato bianco a pezzetti. Tanto il costume non vi entrerà mai più, e a 'sto punto quintale più, quintale meno...
Scherzo, scherzo, non fate 'sta faccia da erinni furiose.. 

E poi, secondo me, le donne stanno meglio con qualche chiletto in più, senza esagerare ovviamente.
Ve li ricordate i corpaccioni belli polposi e rubicondi delle modelle di Rubens? 

Ecco, qulla è una bellezza che non mi dispiace...

Come l'amore vero, questa torta dà il meglio di sé il giorno dopo, quando nel consolidarsi del raffreddamento le spezie l'avranno permeata, quando i fuochi del forno (e della passione) si saranno quietati e resterà solo lei, ad aspettarci silenziosa ma eloquente sul tavolino.. 
Allora la si potrà apprezzare in tutta la sua magnifica semplicità. 
Lo sentite lo zenzero? No? Aspettate... è invaso dal chiacchiericcio chiassoso degli amaretti e pare non ci sia. 
Poi, a bocca chiusa, passa nel palato l'ombra del pizzicorino speziato che gli è proprio e l'agrumata piccantezza inizia a farsi delicatamente sentire.
È come un ricordo che prende mentre si fa qualcos'altro, la consapevolezza di qualcosa che c'era e di cui non ci accorgevamo subito. 
- Ancora...
- Va bene, un'altra fetta...

Detto romano del giorno:
Chi nun cia bbóna testa, cia bbone gamme.

Chi non ha buona testa ha buone gambe. 

(E lo dite a me che faccio mille chilometri al giorno perché mi dimentico di tutto?...)

Oggi ascoltiamo:
Cocteau Twins - Carolyn's fingers 

http://www.youtube.com/watch?v=Qh83z5vIP0w 
Avete sentito? La grande Elizabeth Fraser per cantare la gioia usa la stessa lingua di Lisa Gerrard: l'idioglossia... 
Qui le emozioni arrivano dirette, precise e senza la mediazione delle parole che, una volta tanto, non servono...

2 commenti:

  1. incantevole come sempre tra romanticismo e pazzia....
    ciao

    RispondiElimina
  2. Romanticismo? Pazzia?
    Leppagooorreeeee.... Attacca!!!
    Ah, ah, ah, grazie mie care.
    È una gioia far fare almeno una risata a qualcuno, o anche dargli modo di pensare qualcosa di nuovo, o anche fargli assaggiare una miscela di sapori inedita, o anche non abituarlo mai, ma proprio mai alla mutevolezza continua e iridescente della vita.
    Un bacione alle mie janas dalle manine d'oro.
    A presto...
    Riccardo

    RispondiElimina