venerdì 28 febbraio 2014

Piada del cavolo (e pure rosso)

- Senti, i "Flavonoidi" poi non me li hai fatti più vedere. Voglio vedere cosa t'inventi stavolta.
- Ma Leppagorre mi prendi per un negriero, forse? Vai, vai, e ascolta quel che vuoi. Già mi ti debbo sorbire ogni volta che apro il frigo e ti si accendono gli occhi e candu mi bulica la maza, come si dice in Gallura. Sai, non vorrei mai trattenerti più del "dovuto".
- Certo che sei proprio un ingrato, eh?
- Pure... Ho una panza che fa provincia autonoma e ancora hai il coraggio di aprir bocca. Ma va', va'.
- Intanto senza di me l'avresti assaggiato, che so... il cavolo rosso?
- No, non sarebbe mai finito nella mia rete neuronale. Proprio un bel colpo di genio.
- Ecco, vedi? E non sai quanto ti fa bene, a te poi che di verdure ne mangi meno che una iena.
- Meno che una iena, eh?... Buono a sapersi!
- Bizzoso, permaloso e suscettibile! Come sempre.
- Cafone, maligno e doppiogiochista! Immagino da sempre.
- Comunque t'ho portato a far vedere il manifesto, casomai ti venisse la curiosità di venire. Non si sa mai, magari una volta tanto ti fai anche una cultura.
- Ha parlato il conticino Leopardi e le sue sudate carte!
- A parte che non sono un leopardo, vedi forse qualche macchia sul pelo? No, e poi le carte le ho lasciate a Behemot, che aveva un numero da prestigigidazione, stasera.
- Appunto, mi pareva... bonanotte!
- Ma dove vai, vieni qui! Non sei curioso di sentire questo meraviglioso gruppo, che da anni calca le scende di tutto il mondo e che stupisce per la qualità degli arrangiamenti e...
- E... toglimi una curiosità: fossi per caso il loro impresario?
- Ma no, che c'entra!
- No, così, mi pareva. E chi sarebbero, 'sti quattro sgarrupati?
- Ah, meravigliosi! R&B allo stato brado!
- Puro, si dice. Brado solo se fossero cavalli. Anche se il dubbio che lo siano, conoscendoti, mi viene, eh?
- Non ti prendo in giro, guarda qui:


- Non so come ma qualcosa mi suggerisce che tu mi stia prendendo ampiamente per i fondelli. E ancora una volta, aggiungo.
- Malfidato! Su, prepariamoci qualcosa per cena che altrimenti facciamo tardi. Cavolo rosso?
- E che cavolo... sia! E rosso, va'!

Lavare il cavolo rosso, tagliarlo a listarelle e lessarlo in in abbondante acqua poco salata.
Nel frattempo prepariamo una:

Piadina casereccia
200 g   farina
100 ml acqua ca.
2 cucchiai d'olio (o 20 g di strutto, che sarebbe meglio)
un pizzico di sale
Impastare tutti gli ingredienti e lavorare per qualche minuto fino ad ottenere una pasta liscia e omogenea.
Lasciarla riposare al coperto, o avvolta nella pellicola, per una ventina di minuti.

Quando il cavolo sarà tenero, scolarlo e metterlo in una ciotola.
Qui le possibilità sono tante, ma così tante da avere l'imbarazzo della scelta.
Avanza della carne lessata? Dello spezzatino? Una misera fettina che rischia di farsi verde e non dalla rabbia?
Ma che cavolo, unite tutto al cavolo, no?
Una sminuzzata veloce, una ripassata in padella in compagnia di mezza cipolla, in puro stile Picchiapó e il gioco è fatto.


Mi stupisce come molti che cucinano abitualmente continuino a comprare già confezionato del cibo che saprebbero fare in quattro e quattr'otto senza dispendio né di tempo né di impegno.
E quando poi ci si cimenta nell'"impresa" ci si rende conto che ci vuole più a dirlo che a farlo.
Come tutto, del resto.
La piadina non ha bisogno nemmeno di dieci minuti, tra impasto e cottura.
Una volta spianata non troppo sottile si fa cuocere in una padella antiaderente, bucherellandone la superficie per evitare il formarsi di bolle.
Quando inizia a colorirsi si gira e si finisce di cuocere dall'altro lato, quindi si farcisce.
E se non si vuol cucinare ulteriormente è sufficiente una bella fetta di prosciutto e del formaggio morbido (tipo lo stracchino o lo squacquerone, che già al nominarlo dà effetti pavloviani.)


Se poi si vuol fare una botta ipercavolosa, si può sostituire l'acqua dell'impasto con quella di cottura del cavolo, fatta intiepidire.
E se si unisce anche un pizzico di bicarbonato di sodio, oltre a farla più soffice le si accentua la tendenza al blu. Lo stesso effetto si ottiene anche con un po' d'albume nell'impasto.
Insomma una risorsa pratica, veloce e che dà sempre soddisfazioni.
Almeno lei...


- Su, mangiato abbiamo mangiato. Bisogna correre, visto che è già tardi e...
- Oh, che sbadato...
- Che c'è stavolta, non era per il 28 febbraio? Mi pareva d'aver letto che...
- Sì, ad essere il 28 è il 28...
- E allora?
- Ad essere febbraio è febbraio...
- Embè? Dài, che m'hai fatto mangiare con l'imbuto per questo stramaledetto concerto!
- Ehm... Il fatto è che è sbagliato l'anno. Era del 1993...
- Il... mille...e novecento... novantatré?... Ma io ti distruggo!
- Fermo! Ehi, che fai con la bottiglia dell'anice? Fermo!

Ecco, la musica è finita, gli amici se ne vanno, che inutile serata...

Aforismo del giorno
Un moscerino nasce alle nove del mattino, nei giorni di grande estate, per morire alle cinque del pomeriggio; come potrebbe capire la parola notte? Dategli cinque ore di più di esistenza e la capirà.

Stendhal


Oggi ascoltiamo
Ornella Vanoni - La musica e finita

http://www.youtube.com/watch?v=A5Cw7lv4fRs

P.S.
È davvero esistito un gruppo chiamato "The pets are cool" che suonava musica R&B, ma non ho fatto in tempo a sentirne l'esibizione. Però la prima volta che ho letto il nome sono stato quaranta minuti piegato in due dal ridere.
Esiste davvero una via Bartolomeo Centogatti, nella zona di Tor Pignattara chiamata Certosa, per via di un monastero presente sulla collina antistante.
Il ristorante "La lampara" non c'è, in compenso abbiamo "Betto&Mary", segnalato anche dal Gambero Rosso. E tanti, tanti ristoranti cinesi.

Nessun commento:

Posta un commento