lunedì 10 dicembre 2012

Quiche "de prescia" al radicchio

- Muoviti!... Dài!... E sbrigati!
- Che c'è, Leppagorre? Fammi vedere in santa pace come sono queste verdure! Non ne mangio mai...
- Ma hai sentito? I Maia dicono che tra un po' cadrà un meteorite e ci spazzerà via tutti!
- Peccato, le macchie di sangue sono così difficili da togliere...
- Come fai a essere così cinico? I Maia dicono che...
- I Maya, casomai, ma credo che tu sia più amico intimo dei maia-li, bello de casa!...
- Ma qui bisogna sbrigarsi! Provare tutte le ricette che ancora non abbiamo assaggiato!...
- Leppagorre: guardami negli occhi, gattaccio che non sei altro. Non ce la faremmo comunque mai a provare tutte le ricette che vorremmo, campassimo pure duecento anni! Hai capito, ora? Alla faccia dei Maya, pace all'anima loro!
- Uffa! Ma non ci caschi proprio mai, eh? Ma io ti volevo solo...
- Lo so che volevi, ormai ti capisco al volo... Dài qua questo radicchio, va'.
- Lo prendi, vero?
- Solo perché è una verdura. Sai che dobbiamo stare un pochino attenti all'alimentazione.
- E se il mondo finisce davvero il 21 dicembre?...
- Beh, vorrà dire che stireremo le zampe (1) un pochino più magri!...

In barba alle predizioni menagrame d'ogni tempo e paese, noi continuiamo a dedicarci ai sani piaceri della vita, quelli che faremmo sempre e comunque, cascasse o no il mondo.
E tra i piaceri che ci fanno stare bene, tra i primissimi posti in classifica c'è, ovviamente, il gusto per il cibo: cucinare audacemente cose nuove e provare nuovi sapori o prepararsi i piatti che già conosciamo, così confortanti nella loro consuetudine.
Comunque sia assaporare, e assaporare tutto perché, si sa: la vita è 'n mozzico...
Oggi una quiche al radicchio, anzi tre versioni: dalla più dietetica alla più Maya-la.
In primis una pasta brisée, che ben conosciamo, con le solite dosi da una teglia da 24 cm (e qualche stuzzichino al sesamo, se avanza):
300g    farina
150g    burro
100ml    acqua ca.
q.b.    sale
Procedere come la frolla: sabbiare il burro ben freddo con la farina, quindi amalgamare con acqua e sale q.b.
Lavorare poco, pochissimo, il minimo indispensabile per rendere omogenea la pasta.

- Per via della prescia (2) che ti dà la paura della fine del mondo?...
- No, solo perché se la lavori troppo si forma il glutine e poi bonanotte ai sonatori: la pasta da friabile si fa dura e coriacea, insomma: immangiabile.

Mentre la pasta riposa la sua abituale mezz'oretta in frigo, procediamo con la farcia.
Prendere un radicchio da 3-400 g, lavarlo bene, ridurlo a striscioline e farlo stufare in un tegame coperto con pochissimo olio, solo quel che serve per non farla attaccare al fondo.
Aggiungere poco sale e portare a cottura.
Vediamo... quale si fa?


Versione più "dietetica":
3-400 g  radicchio stufato
300 g     ricotta
2            uova
50 g       parmigiano
q.b.        sale, pepe
Lavorare a crema la ricotta, unire le uova e il parmigiano ed amalgamare.
Aggiungere quindi il radicchio, ben freddo.

Versione "medio-dietetica"
3-400 g  radicchio stufato
250 g     besciamella
1            uovo
2            tuorli
50 g       parmigiano grattugiato
q.b.        sale, pepe
Preparare una besciamella. Basterà metà dose:
25 g      farina   
25 g      burro   
200 ml  latte
Procedere come al solito: formare il roux facendo sciogliere il burro ed unendo la farina.
Cuocere per qualche minuto, avendo sempre l'accortezza di girare con un cucchiaio l'impasto.
Stemperare col latte e portare ad ebollizione, sempre mescolando, fino a quando inzierà a addensarsi.
Se dovessero formarsi dei grumi frustarla senza pietà. Se lo merita...
Far raffreddare bene la salsa e quindi unire i due tuorli e il parmigiano.
Mescolare ed aggiungere il radicchio e un uovo intero.

Versione "Maya-la"
3-400 g   radicchio stufato
200 g      emmenthal
200 ml    panna da cucina
4             uova
q.b.  sale, pepe, parmigiano
Tagliare a dadini il formaggio, unire la panna, le uova sbattute a parte e il radicchio stufato.
Regolare di sale e pepe, eventualmente unendo del parmigiano.

Una volta scelta e preparata la farcitura stendere 2/3 della pasta brisée e rivestirvi il fondo e i bordi di uno stampo da 24-26 cm.
Versare la farcitura,livellandola con un cucchiaio.
Ripiegare i bordi della brisée arricciandoli su se stessi e premendoli con il dorso di una forchetta o, più semplicemente, con i polpastrelli.
Con la pasta rimasta formare delle decorazioni da porre sulla superficie: delle strisce simil-crostata, delle forme ricavate dagli stampini che preferite, insomma come vi suggerisce la vostra fantasia.
Pennellare la pasta con poco albume, o tuorlo sbattuto se la volete più scura, e far cuocere a 180° per 40 minuti almeno, fin quando la superficie sarà ben colorita.


Ah, se dovesse avanzare della pasta, tagliatela a striscioline o con gli stampini che preferite, pennellatela con dell'albume e spolveratela con semi di sesamo.
Via in forno, per una decina di minuti, anche in conyemporanea con la quiche, che non deve lievitare.
Vi faranno da accompagnamento per l'aperitivo...

Detto romano del giorno 
Ce so ccascati l'anelli, ma cce so' arimaste le deta.
Ci sono caduti gli anelli, ossia abbiamo subito un rovescio di fortuna, ma ci sono rimaste le dita.

Per ricominciare.

Oggi ascoltiamo
Randy Crawford - Knockin' On Heaven's Door

https://www.youtube.com/watch?v=xpTAHQROB2g


1) Stirare le zampe, o anche annà a fà la tera pe li ceci è, come tirare le cuoia, un eufemismo per "morire".
2) Fretta. Una pessima parola...

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