domenica 2 dicembre 2012

Muffincono

Tra i miei file "culinari" vi sono diverse ricette di muffin. Anzi, troppe...
In questi anni ne ho provate a decine. E niente...
Quando risultano dei paninetti leggermente dolci, quando dei mini-ciambelloni, quando delle 4/4 senza arte né parte...
D'accordo, nascono come panini, ma NON sono panini...
E non hanno le stesse dosi simmetriche della Quattroquarti.
Non sono cupcakes, per intenderci.
Insomma, come dice il mio vicino-amico (e, soprattutto, cavia): "Mhhh, non so... Non sono come quelli che mangiavo a Londra..."
E come aggiungerebbe Hannibal: "Ho ucciso per molto meno..."
Ecco, a questo punto mi fermo qui, ad una ricetta che almeno sia a metà strada tra le tante.
Qualcosa che mi possa far dire: "Muffin! Mee too!"

Ricetta base dei Muffin (6 abbondanti):
260 g farina 0
1 bustina di lievito
1/2 cucchiaino di sale
150 g zucchero
1 uovo,
240 ml latte
80 g burro (sciolto e lasciato raffreddare)
Il procedimento dei muffin è sempre lo stesso: in una ciotola si mescolano gli ingredienti secchi setacciati insieme, in un'altra quelli umidi: l'uovo (leggermente sbattuto), il latte (o anche del succo di frutta, se si preferisce aromatizzarlo, o semplicemente acqua), e il burro fuso tiepido.
Si versano gli ingredienti umidi su quelli secchi, mescolando fino a quando siano combinati.
L'impasto non dev'essere lavorato a lungo, anzi: deve rimanere un po' grumoso.
Basta che e non si veda piu' traccia della farina.
In rete gira la regola delle 12 girate: non una di più!
Mescolare con cucchiaio da tavola, per raccogliere meglio gli ingredienti e più velocemente.
La cottura è a 180° per circa 20-25 minuti.

Quando mi sono ritrovato con delle cialde a semi-cono per gelato senza avere il gelato (le avevo usate come base per costruire il vulcano di cioccolato plastico per la Jurassic-cake) mi è assalito lo sconforto. E mo'?
Ma, come sempre, la Rete è foriera di stimoli più d'ogni altra cosa al mondo.
E in Rete ho notato la ricetta dei coni-muffin: 


Ron Goulart, uno dei pochi scrittori di fantascienza che abbia saputo aggiungere a un tema spesso così pretenzioso o serioso una giocosa vena umoristica, amava descrivere i cibi sintetici del futuro con l'aggiunta di appelativi quali pseudo-, quasi-, sinto-, e così via...
In "I superalieni di Lemuria" (sì, il titolo è folle ma la trama, per fortuna, lo è molto di più) abbondano cibi quali "gelato di pseudocrema al quasicaffè sormontato da sintopanna".
Oppure, tra le prelibatezze c'è anche l'Appetitosa Tortazampa Gomez: "un dolce sintetico composto al quarantadue per cento di neobudino e al cinquantotto per cento di similfarina di frumento non nutritiva, di similsughetto e quasiuova."
Eh sì, l'umorismo è merce rara, anche quando si parla di fanta (e fanta) scienza.
Douglas Adams, col suo humor molto british è stato un altro protagonista di una scrittura dove l'illogico e il non-sense non solo hanno una loro ragion d'essere, ma diventano la cifra con cui leggere gli eventi della vita, anche i più seri e drammatici.
Cosa fareste se gli alieni decidessero di voler costruire un'autostrada intergalattica e in mezzo al tracciato del progetto si trovasse, come un ingombrante intralcio, il pianeta Terra, con le balene, le foreste e, soprattutto, casa vostra?...
          POPOLO DELLA TERRA,
          ATTENZIONE, PREGO,
          QUI PARLA LA COMMISSIONE DELL'IPERSPAZIO GALATTICO.
          I PIANI DI SVILUPPO DELLE ZONE PERIFERICHE DELLA GALASSIA RICHIEDONO
           LA COSTRUZIONE DI UNA SUPERSTRADA IPERSPAZIALE ATTRAVERSO
          IL VOSTRO SISTEMA STELLARE, IL CHE RENDE SFORTUNATAMENTE
           NECESSARIA LA DEMOLIZIONE DI ALCUNI PIANETI TRA CUI IL VOSTRO.
           I LAVORI AVRANNO INIZIO IMMEDIATO E DURERANNO CIRCA DUE MINUTI TERRESTRI.
          GRAZIE
(Da "Guida galattica per autostoppisti", il primo volume della spassosa saga di Arthur Dent, l'ultimo terrestre).

Questi pseudo-gelati ripieni di quasi-muffin e ricoperti di finta-panna mi hanno riportato allo spirito di questo filone narrativo, e farli m'ha divertito come non mai.
Per tenere i coni all'impiedi ho usato uno stampo per babà in silicone, ma si può utilizzare anche un semplice stampo in alluminio grande abbastanza per contenerli tutti; lo si ribalta e si fanno dei buchi con le forbici per alloggiarvi le cialde da riempire con l'impasto. Una genialata...
Ovviamente l'effetto di pseudo-gelati sarebbe stato maggiore se invece dei coni tronchi avessi usato delle vere cialde a cono. Si vede che anche la cialda è un quasi-cono...
Ho diviso l'impasto secco in due ciotole e in una ho tolto un cucchiaio di farina e aggiunto uno di cacao e uno di zucchero, e ho quindi ripartito gli ingredienti umidi per avere il gusto sinto-vaniglia e quello finto-cacao.
Posizionato i quasi-coni sul supporto di fortuna, ho usato un cartoncino per separare l'interno del cono, in cui suddividere l'impasto: una cucchiaiata di sinto-vaniglia e una di finto-cacao.
Poi pian piano ho sollevato il cartoncino e ho ripetuto l'operazione per gli altri quasi-coni.
Avrei potuto legare assieme due sac-à-poche con i due impasti e siringarli direttamente nelle cavità dei quasi-coni, ma ho voluto farmi del male così.


Come per ogni vero muffin che si rispetti i Muffinconi devono cuocere per 20, 30' a 180°.
La cialda non si cuoce e non si brucia, strano vero?
D'altra parte parliamo di quasi-coni...
Per la decorazione si può usare una glassa all'abume, la Royal icing, che finga spudoratamente di essere panna montata e, sopra, dei confettini colorati.
L'unica cosa sincera di questa ricetta.

Sì, lo so, li ho forse riempiti troppo... Ma la gola è gola. D'altronde: 
Detto romano del giorno
Gola mia, puttana!...

Lo si esclama accarezzandosi con indulgente tenerezza il collo...

Oggi ascoltiamo
Lenny Kravitz - Believe in me

http://www.youtube.com/watch?v=ol6-W-_ixnU

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