domenica 29 giugno 2014

Petti di Pollock

Sfogliamo insieme un libro d’arte.
Sì, succede anche questo. Qualche volta fa anche bene.
Qualche volta.


Ma lo sento. Come l’effervescenza del gas dal fondo d’un bicchiere, come il titillamento dell’herpes nel bordo del labbro, come il brontolio sommesso e minaccioso d’un vulcano.
“Adesso lo dice, adesso lo dice, adesso...”
- Certo che io questa vostra Arte Moderna non la capisco proprio!...
- Ambo!
- Che?
- Niente, Leppagorre, dicevo tra me e me... Cos’è che non capisci? E, soprattutto cosa c’è da capire?
- Mah, non so... Qui il titolo dice “Autunno”, ma io non vedo foglie che sia una. Non vedo l’autunno nemmeno a pagarlo oro...
- Ma non lo devi vedere così bell’e pronto, come in fotografia. Lo devi evocare dentro di te.
Cerco di essere conciliante. Magari qualcosa ne verrà.
Secondo brivido. Come la prima folata fredda che raggela, come la scintilla bruciante che cova nella cenere, come lo starnuto che annuncia una settimana di naso colante.
“Adesso lo dice, adesso lo dice, adesso...”
- Eh, guarda qua: che ci vuole a fare una cosa del genere? Sono capace anche io!”
- Terno!
- Che?
- Niente, Leppagorre, pensavo a una cosa in sospeso dentro di me... Ma l’arte moderna non gioca sulla capacità, ma sull’originalità.
Cerco di essere comprensibile come posso. Magari qualcosa ne verrà.
- Eh, ma che ci vuole a prendere una tela e gettarci sopra il colore? Niente! Hai capito che opera d’arte!
- Questo qui, caro, l’ha fatto prima di tutti. Ed è il suo gesto ad essere un’opera d’arte. Quelli che lo faranno dopo di lui avranno perso un treno fondamentale. È così che funziona.
- Allora basta buttare giù quattro cose a caso, così ed essere il primo a farlo per essere un artista!
- Precisamente. Tu sarai quello che ha avuto “quell’idea”. Non altri.
- E allora è come se adesso per cena buttassimo quattro cose sul piatto e lo chiamassimo “ricetta”.
- Sì, anche se fosse un fracandò co la cipolla, se fosse originale lo potremmo chiamare così.
- E allora che aspetti? Andiamo, no?
Ci casco sempre. Ecco dove voleva andare a parare, il maledetto.

- E quale artista vorresti portare in cucina?
- Quello lì, quello dei barattoli legati a un filo con il buco sotto!...
- Ah, Pollock. Bene. Quindi servono i colori...
- Appunto, andiamo a comprare le salse! Maionese, senape, glassa all’aceto balsamico! Presto, prima che mi passi l’ispirazione!
- La fame invece mai, eh?


Petti di Pollock
(per due)
400 g     petto di pollo intero*
qualche pomodoro secco
un pugno d'olive tipo taggiasche
100        g yogurt (mezzo vasetto abbondante)
uno spicchio piccolo d'aglio, mezzo se grande
poca menta, anche secca
poca grappa, o altro liquore similare (anche vodka, semmai)
latte, olio, burro e sale q.b.
salse a piacere (vedi sotto)
* O anche di tacchino, in questo caso si dovrà scegliere di comporre il piatto del famoso pittore suprematista russo Takhinov

Tagliare la carne a fette non troppo sottili, quindi a strisce, e indi a dadoni
Immergerli nel latte e lasciarli ad ammorbidirsi per almeno un'oretta.
Far rinvenire i pomodori secchi in acqua.
Snocciolare le olive e tagliarle a metà.
Scolare i dadoni di pollo, infarinarli e farli rosolare in poco olio e una noce di burro.
Unire i pomodori secchi sminuzzati e le olive.
Sfumare con poca grappa, sempre saltando i dadini di pollo così da farli cuocere in modo uniforme.
Disporli su un piatto da portata: sarà la nostra tela.
Armarsi di tutte le salse disponibili:
- Maionese;
- Senape;
- Ketchup, oppure, se non lo si ama troppo, aggiungere un cucchiaino di concentrato di pomodoro a un paio di cucchiai di maionese;
- Salsa allo yogurt, a cui vanno aggiunti l'aglio tritato e un pizzico di menta in polvere;
- Glassa all'aceto balsamico

- Smettila!
- Non ci riesco, è più forte di me! La sento scivolare nella lingua e la sento dolce, agra e umami!
- Ma tu non hai una gola, cialtrone!
- Ma tu sì! Ancora un po' ti prego. Poca poca...
 Resisto alla tentazione di docciarmi con del mistrà e procedo alla composizione.
- Potremmo fare come Pollock e legare il barattolo della maionese ad un filo e lasciala colare a piacimento...
- Scordatelo! La cucina mica me la pulisci tu, poi. E quanta maionese vorresti usare?
- Be', con l'arte non bisogna mai essere tirchi, no?

Vanno bene delle siringhe, dei sacchettini bucati in fondo, dei recipienti a pompetta.
Qualunque cosa faccia cadere dall'alto il colore, pardon le salse, formando un ghirigoro impazzito.
E in fretta, perché il pollo si fredda...


- Mhhh... che buono!...
- Ci credo, c'è mezzo litro di salse a scelta!
- Sarà il sapore dell'arte?
- Che peccato...
- Cosa?
- Non potrerti chiudere in un barattolo con la scritta "Merd d'artiste".
- Ah, saresti capace di farlo?
- No, purtroppo, l'ha già fatto Manzoni...

Detto romano del giorno
La catena nun ha fatto mai bon cane.


Oggi ascoltiamo
Buffalo Springfield - For What It's Worth

https://www.youtube.com/watch?v=DIoKr9VDg3A

6 commenti:

  1. l'effetto Pollock è assicurato e l'effetto ilfegatocontuttequellesalseringrazia pure :D

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  2. Il mio di fegato mi ha lasciato già anni fa, casomai mi manda una cartolina con su scritto: "Scampato pericolo!" :-D

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  3. ahahah l'dea del filo nel barattolo di maionese non era male.
    Il quadro mi piace, ma la tua opera d'arte ancora di più, e come al solito memorizzo la ricetta :-)
    Buona serata e buona digestione

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    1. Eh eh, te l'immagini poi ripulire tutta la cucina?... Naaa...

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    2. a pulire ci pensa Leppagorre.... o no?!?! ;-)

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    3. A pulire il piatto, sì. il resto, si sa: nun c'è trippa pe gatti!
      ;-)

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