giovedì 12 giugno 2014

Deliziose alla panna

Ognuno di noi ha la sua madeleinette.
Può essere una pietanza semplice o una preparazione fatta con amore; qualcosa di caldo da mordicchiare con cautela o di freddo, da leccare con un brivido di piacere; qualcosa di dolce o di salato, morbido e cedevole o croccante e tenace al morso.
Eppure ne basta un boccone, o anche solo assaporarne l'aroma, per precipitare vertiginosamente come Alice nel proprio Wonderland, verso un'età lontana, dorata, felice. O, quantomeno, serena. 
Un'età persa per sempre.
L'età delle persone care accanto, delle carezze amorose e dei sorrisi dati solo per il fatto d'esistere; delle feste con i compagni, con le risa e il divertimento per piccole, sciocche, cose; dei pomeriggi pigri passati sotto al sole o in una frenetica e serissima attività ludica tra i confini d'un parco, in un cortilie o in un salotto.
Perché la maddalenina è questo: un biglietto andata e (purtroppo) ritorno À la recherche du temps perdu, verso l'universo perduto della propria infanzia.
Er poro Proust aveva proprio le madeleinette, quei friabili biscottini a forma di conchiglia che sbocconcellati con un tè diedero la stura alla rievocazione d'una vita sepolta sotto lo strato d'una banale e conformistica quotidianità.
"Portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto della maddalena. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione di causa. E subito, m’aveva reso indifferenti le vicessitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita…non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale.
Come dargli torto?
Basta davvero poco, a volte.
Per esempio, a me l'odore dei vecchi negozietti di paese che vendevano di tutto, quella mistura di sentore di formaggi stagionati, detersivi e salnitro delle vecchie mura, mi dà le vertigini e mi riporta ai primi anni di vita, quando s'andava a trovare "zia Maria", che viveva da zitella nel paese materno.
Oppure - e questa è davvero la maddalenina della "mia" infanzia - ecco la domenica afosa e assolata, o cupa e piovosa; ecco il rumore della macchina di mio padre, una Simca che da bianca era stata ridipinta in un improbabile verde prato, unico al mondo; ecco l'ascensore che arriva al piano e quella voce a novanta dB, che mi dava gioia e paura; ecco il pacchettino incartato con il filo di rafia pieno delle poche paste, le pastarelle, da godersi dopo pranzo e nel pomeriggio, assieme davanti alla tv, e a partite finite, ovvio; ecco il bigné al caffè, la pasta da uomo adulto - la sua - e la Diplomatica per la mamma, con il pandispagna spruzzato di vezzoso alchermes, chiuso tra due strati di pasta sfoglia e sommerso da un strato mortale e dolcissimo di zucchero al velo.
E poi c'era lei, della quale non sapevo neppure che avesse un nome: per me a quei tempi era solo "la rotella".
Vai a capire poi che aveva una sua storia e una sua lontana tradizione come tutte le altre paste?
Solo col tempo ho capito che quei due dischi di pasta frolla in cui riposava una crema bianca, pannosa e zuccherina, si chiama "Deliziosa". E napoletana, per giunta.
Anche se poi ognuno, nelle varie zone d'Italia, le confezionava a proprio gusto.
Oltre alla crema pannosa e dolcissima ho poi scoperto che c'è chi utilizza la crema pasticcera, magari anche al cioccolato, oppure la famigerata crema al burro, che con l'avanzare dell'età diventa più impervia di una salita a piedi per Vipiteno.
E sulla superficie basta un velo di zucchero al velo, oppure un pennellata di cioccolato fondente.
Intorno, comune a tutte le varietà e variazioni c'è la granella di nocciole. Sì, anche di pistacchi, dicono.
Insomma ognuno ha la "sua" Deliziosa, quella della propria infanzia, quella del ditino sul vetro della pasticceria per chiamarla a sé o invitarla nel "convivio delle paste".
Certo, magari per alcuni la propria maddalenina è stata un supplì, un filetto di baccalà pastellato o anche un fiore di zucchina con alice e mozzarella.
Ma sempre maddalenina è.


Per la frolla-frolla
250 g     farina 00
50 g       fecola
150 g     zucchero al velo
150 g     burro freddo di frigo
1 cucchiaino di bicarbonato
Stesso procedimento della frolla simplex: sabbiatura del burro con le farine e impasto iperveloce con lo zucchero al velo.
Riposino in frigo per la canonica mezz'ora.
Stesura della pasta ad un'altezza di circa mezzo centimetro, magari tra due fogli di carta da forno, così da non aggiungere ulteriore farina e sbilanciare l'impasto.
Taglio della pasta in dischi di 5-7 cm e cottura in forno per circa 10-15 minuti.
Devono appena colorirsi.

Per il ripieno
E qui ognuno può scegliere quello che più gli aggrada:
> Crema pasticcera, magari soda per evitare penose defaillances della farcitura:
500 ml   latte
50 g       farina
100 g     zucchero
1           uovo intero
2           tuorli
liquore a piacere, o anche 50 g di cioccolato fondente per una metà al cioccolato.
Lavorare l'uovo e i tuorli con lo zucchero.
Unire la farina e stemperare con il latte, quindi cuocere a fuoco moderato.
Quando inizierà a rassodarsi continuare la cottura per circa 5 min, sempre mescolando.
Magari anche abbassando la fiamma: è meglio.
> Crema al burro
    240 g   burro
    140 g   zucchero al velo.
Lavorare a crema il burro con la frusta elettrica, aggiungere a cucchiai lo zucchero al velo e lavorare fino ad ottenere una crema sostenuta ma soffice.
> Crema per la Torta Delice, che abbiamo usato per la prima volta qui.
250 ml panna
1 cucchiaio di buon miele
2 fogli di colla di pesce
Ammolliamo la colla di pesce in acqua fredda, la sciogliamo poi in due cucchiai di panna scaldata e, fatto freddare il tutto, lo si unisce alla panna in fase di montaggio.
> Crema di ricotta e mascarpone, come riportato qui.
250 g  ricotta
100 g  mascarpone
100 g  zucchero a velo
2 cucchiai di liquore a piacere
3 cucchiai colmi di scaglie di cioccolato bianco (opzionali, secondo me)
Lasciare asciugare la ricotta: porla in un telo, quindi in uno scolapasta. Sotto poniamo una scodella per raccogliere il liquido e sopra un peso (un batticarne, per esempio).
Il tutto va in frigo per una notte.
Lavorare a crema la ricotta insieme allo zucchero a velo.
Unite il mascarpone, quindi aggiungete il liquore e, se si preferisce, il cioccolato tritato finissimo.

Qualsiasi farcitura si scelga, con un cucchiaio o una saccapposcia farcire generosamente un biscotto di frolla, chiudere con un secondo biscotto e livellare il bordo con un coltello. 

Per la decorazione
Zucchero al velo a go-go, oppure 30 g di cioccolato fondente fuso e spennellato sul disco superiore.
Granella di nocciole, tritata non troppo finemente, lungo il bordo. Imprescindibile.
Lasciare riposare qualche ora in frigo, magari tutta la notte.
Il giorno dopo saranno al meglio del loro delizioso splendore.


Comunque la si prepari verrà sempre bona, anche se non è la madeleinette della propria infanzia,anche se non rievoca niente di quel magico periodo in cui credevamo in ogni cosa che ci venisse detta e raccontata.
Ma un morso ad occhi chiusi a quella frolla e quella crema se non ridà l'infanzia, la nostra perduta e amata, quasi quasi la ricrea.
Potere del piacere.

Detto romano del giorno
Chi tte fa ppiù de mamma, o tte finge o tt'inganna.

Oggi ascoltiamo

Alphaville - Forever Young
https://www.youtube.com/watch?v=IGAVwQAmAHs
e dopo trent'anni la magia rimane la stessa:
https://www.youtube.com/watch?v=e30L1DqxH6g

6 commenti:

  1. lei mi fa ingrassare solo a leggerla Muccardo!

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    1. È il complimento più bello che abbia ricevuto da... un bel po'.
      Anche se preferirei farla ingolosire, più che ingrassare, sora Amanda mia!
      Grazie ;-)

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  2. Uh le deliziose, che passione!!! Le mangio sempre quando torno a casa dei miei, ovviamente comprandole in una pasticceria specifica, perchè quelle lì sono insuperabili! Mai viste invece da queste parti, i bolognesi non è che brillino particolarmente per i loro dolci...Però non avevo mai considerato l'idea di farle in casa, temo proprio che provvederò ;)

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    1. Sono davvero appetitose, vero? E quelle che compri dalle parti dei tuoi con cosa sono farcite, con crema pasticcera o al burro?
      In Emilia Romagna sono altre le specialità, in effetti...

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    2. Rigorosamente panna, infatti l'ho imparato da te che si farciscono anche in altri modi. Poi forse proprio solo panna non è, ma insomma è una crema bianca e molto "pannosa" :)

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    3. È la farcia che ricordavo da bamino... Panna consistente e dolcissima ma panna... ;-)

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