domenica 27 aprile 2014

Pipe alla Fibonacci, broccolo e gorgonzola

 

- Ma quant’è bello il broccolo romanesco?
- Uno splendore, sì, anch'io resto ogni volta affascinato dalla sua struttura.
- È come se il tutto si ripetesse in ogni singola, minuta, parte.
- Sì, certo, è arrivata la "verdura trismegista"...
- Tris... che?
- Niente, niente, Leppagorre. Però lo sai che in fondo hai ragione? Sembra davvero una scultura, perfetta nella forma, un frattale vivente nel quale ogni rosetta è via via composta da rosette più piccole, apparentemente all’infinto.
- Non sono convinto che si trovi nelle fratte, anzi credo che venga coltivato come i pomodori e le melanzane.
- Oh, lascia perdere...
- Vabbè, vuoi dirmi che il broccolo si comporta così?...


- Oddiobbono! (sifapperdire!)

Però è vero, lo stupore che incute l’aspetto di questo vegetale ricorda quel che si prova di fronte alla rigorosa geometria d’un cristallo, solo che lì ci si trova di fronte a qualcosa di gelidamente lontano dalla vita, mentre qui c’è tutta l’innata sapienza delle piante nel crescere e prendere forma.
Ed è inevitabile, dopo dieci minuti di ammirazione, che non sono stati riservati neppure al Caravaggio di San Luigi dei Francesi, sentirsi dire da un  insospettito verduraio:
- Che fa, signore, lo prende? O lo guarda e basta?
Questo nella versione sobria, perché in quella romanesca sarebbe stato:
- Che famo, l'appennemo na'a Cappella Sistina o jo'o 'ncarto? Pe quello che costa je sta pure a fa l'analise!
- Hai visto? Quasi ce lo regalava!
- E te credo! Secondo me pensava che fossi uno squilibrato in libera uscita e ce l'ha sbolognato per pochi centesimi.
- Dovresti fare più spesso la parte dello schilibrato. Ti viene bene, sai?
- Crepa.

- Insomma, vuoi darmi a bere il fatto che la pianta "sa" come far crescere le foglie e si mette lì col metro e mette a misurare tratti e angoli? Mi hai preso per un babbalone?
- Non sia mai, sei ben altro tu, lo so bene. Però c'è una scienza, la Fillotassi (1) che spiega come molte piante seguano, nello sviluppo delle foglie e delle altre parti, una determinata successione numerica che si chiama "serie di Fibonacci".
- Aspetta, fammi leggere da solo...
- E certo, adesso che hai imparato chi ti ferma più?
"Le piccole infiorescenze al centro del girasole sono disposte lungo due insiemi di spirali che girano rispettivamente in senso orario e antiorario, seguendo la serie di Fibonacci: le spirali orientate in senso orario sono trentaquattro mentre quelle orientate in senso antiorario cinquantacinque; altre volte sono rispettivamente cinquantacinque e ottantanove, o ottantanove e centoquarantaquattro. Le foglie sono disposte sui rami in modo tale da non coprirsi l’una con l’altra per permettere a ciascuna di esse di ricevere la luce del sole."


- "La serie detta di Fibonacci è una successione di numeri interi positivi in cui ciascun numero è la somma dei due precedenti"... E che vor dì?
- Leggere e non capire... Benvenuto tra gli esseri umani. Allora, parti da uno, aggiungi uno e continui la serie sommando i due numeri che si precedono. Due, quindi 2+1 dà 3, poi 3+2 fa 5, quindi 5+3 dà 8, e così via. (2)
- E come c'è arrivato Fibonacci?
- Figurati, era un genio mica un gattodemone con gli occhiali, lui. Pensa che l'intento di Fibonacci era quello di trovare una legge matematica che potesse descrivere la crescita di una popolazione di conigli.
- Sì, magari in fricassea!
- Invece è così! Nel 1223 a Pisa, sotto lo sguardo delll'imperatore Federico II di Svevia, si tenne un torneo tra abachisti e algoritmisti, armati soltanto di carta, penna e pallottoliere, in cui si dimostrò che col metodo posizionale indiano appreso dagli arabi si poteva calcolare più velocemente di qualsiasi abaco. (3)
- E Fibonacci...
- Sì, vinse. Diede una risposta così rapida da far persino sospettare che il torneo fosse truccato.
- Ma mentre prepari, dimmi un po' perché sono così speciali questi numeri di Fibonacci?
- Be', per diverse ragioni. Intanto ce li ritroviamo in natura, in ogni cosa che cresce e si sviluppa...


E poi, la cosa più interessante, è che il rapporto tra i due termini che si susseguono nella serie tende a un numero particolare, un numero irrazionale...
- Cioè, un po' sciroccato?
- Sì, proprio come te. No, un numero che non può venire scritto da una "razione", cioè una frazione, tra due numeri interi. Per fartela breve, se prendi un numero della serie di Fibonacci e lo dividi per il precedente hai qualcosa di simile a 1,6180339887... ecc, ecc. E questo viene detto numero di Fidia, o "sezione aurea".
- E chi era la sora Fidia?...
- ... Ehm... una tipa che s'intendeva di scultura e d'architettura. Ma allora non ti sto nemmeno a dire del triangolo di Tartaglia ed i coefficienti binomiali, sennó ti cade il pelo a ciocche.
- T-t-t-artaglia? T-t-tremo solo a sent-t-tirne il nome!


Pipe alla Fibonacci - broccolo romanesco e gorgonzola
Per due (o uno con una fame aurea)
200 g pipe (o tortiglioni o rigatoni, o penne... Insomma un formato piccolo)
150 g broccolo romanesco lessato
50 g   gorgonzola piccante
uno spicchio d'aglio
olio, sale e pepe q.b.
Mentre l'acqua della pasta bolle allegramente far soffriggere in un tegame l'aglio in poco olio, aggiungere il broccolo romanesco sminuzzato e far insaporire per qualche minuto.
Salare poco, visto che poi lo raggiungerà il gorgonzola.
Se si dovesse asciugare troppo aggiungere un cucchiaio d'acqua di cottura della pasta.
Unire il gorgonzola e farlo fondere, mescolando bene.
Scolare la pasta, condire con la crema brocconzola, spolverare di pepe e, visto che non se ha mai abbastanza, aggiungere un paio di tocchettini di gorgonzola, e magari anche delle cimette di broccolo.
Senza se e senza ma.

- Quello che ho capito è che oltre ad essere bello e bono il broccolo è anche "intelligente".
- Eh sì. Ad avercene di quest'intelligenza, eh?...
- Mhh... Facciamo un gioco, dài. "Scopri le differenze".

- Cioè, sarei un broccolo, secondo te?
- No, non è che lo sei. Gli somigli soltanto...
- Come sei caro. E dimmi, allora, oltre al colore quali sarebbero le differenze?
- Mhh, allora quello verde cresce a spirale seguendo la regola della serie di Fibonacci, mentre quell'altro...
- Quello rosa e peloso...
- ... sì, quello cresce in larghezza seguendo l'andamento dell'indice glicolipidico registrato nell'arco di tempo T1-T2...
- Leppa!
- Sì?
- Crepa!

Detto romano del giorno
(Sta in mezzo come 'n) torzo de broccolo
Detto di chi sta sempre tra i piedi, come appunto il torsolo del broccolo sta al centro della pianta.

Oggi ascoltiamo
Bel Canto - Mornixuur

https://www.youtube.com/watch?v=ekiJX3c7JB4

e ci guardiamo pure un video, "Nature by Numbers":


NOTE
1) Dal greco phyllon=foglia + taxis=ordine. È la branca della botanica che studia l'ordine con cui le varie entità botaniche (le foglie, i fiori, etc.) si distribuiscono nello spazio dando alle piante la loro struttura geometrica. Nata da semplici osservazioni sul numero di foglie e il loro orientamento oggi questa scienza utilizza studi matematici che hanno permesso di scoprire che le piante hanno un sistema molto semplice ma efficace per generare non solo strutture semplici ma anche strutture complesse, come le spirali delle pigne, le infiorescenze dei girasoli e, appunto, del broccolo romanesco.
2) La successione degli elementi della serie di Fibonacci è definita come: F_n=F_{n-1}+F_{n-2}.
I primi termini della successione di Fibonacci sono quindi: 1,1,2,3,5,8,13,21,34,55,89,144,... e così via.
3) l test era il seguente: "Quante coppie di conigli si ottengono in un anno (salvo i casi di morte) supponendo che ogni coppia dia alla luce un'altra coppia ogni mese e che le coppie più giovani siano in grado di riprodursi già al secondo mese di vita?".
Vinse la gara un pisano, Leonardo, detto Bigollo, conosciuto col nome paterno di "fillio Bonacci" o Fibonacci. Figlio d'un mercante uso a trafficare nel Mediterraneo, Leonardo visse fin da piccolo nei paesi arabi e apprese i principi dell'algebra, il calcolo, dai maestri di Algeri, cui era stato affidato dal padre, esperto computista.

18 commenti:

  1. ah i frattali che splendido mistero

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    1. mai ascoltato suoni frattali? prova!

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    2. sì, sì, li trovo interessanti ma anche un po' inquietanti.
      Mi fanno venire le vertigini...

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    3. tu pensa che in audiologia vengono utilizzati per la cura degli acufeni, se consideri che a volte chi soffre di acufeni soffre anche di vertigini..... :)

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  3. Ma quanto è perfetta la natura?! E quanto è bello e buono il broccolo romanesco (senza gorgonzola però per me, grazie) :)

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    1. No, Cri, scusami, ma la natura non è per niente perfetta.
      Ci prova, stenta e annaspa, e fa di tutto pur di sopravvivere.
      Ma perfetta... no, proprio no ;-)
      Il broccolo romanesco per me è come la Venere di Milo.
      Non ti piace il gorgonzola? Prova con un po' di pecorino grattugiato.
      Una nota salato-piccante ci vuole e ci sta un amoooore.

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    2. il problema non è il gorgonzola, il problema è il formaggio, la Cri non mangia formaggio, carne e uova, quindi riformula il suggerimento :)

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    3. Ah, non lo sapevo, scusate.
      Secondo me un pesto di arachidi tostate o di noci non ci starebbe male...
      Gli darebbe il grasso necessario al broccolo per sentirsi meno solo.
      Voglio fare una prova e vedere.

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    4. E infatti io lo cucino spolverandolo con un trito di nocciole alla fine. Amanda esagera, qualche volta le uova le mangio...e i formaggi solo freschi, insomma meno sapore hanno e meglio è, lo so che è una bestemmia ma che ci vuoi fare, nessuno è perfetto (la natura sì però, dai!)

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    5. Ah, già, m'ero dimenticato le nocciole... Ottimo, allora.
      Non c'è niente di male se si preferiscono i sapori più tenui, ognuno ha la testa il cuore e le papille a modo suo.
      A lau per esempio non piacciono molto i dolci, e lì per lì è una cosa che accetto ma non capisco ;-)
      Siamo meravigliosamente imperfetti, tutti noi, e la natura pure.
      Altro che matrigna... peggio!
      Una meravigliosa tiranna.
      ;-)

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  4. non so perché, Ric, ma il ritratto "multiplo" di leppa mi ha fatto ricordare una filastrocca che mi faceva venire il nervoso anche da bambina:" Pippo cammina dritto sennò ti metto sul giornaletto, dove sta scritto 'Pippo cammina dritto sennò ti metto sul giornaletto, dove sta scritto' Pippo...basta non ho a disposizione altre virgolette! Però solo un genio guardando un broccolo poteva pensare a Fibonacci, ai frattali e alla matematica più alta.Pensa che quando lo guardo io mi ricoda l'architettura di una pagoda! Poi una considerazione. Amanda la ammazzi con la frutta secca: Se vuoi eliminare me, basta una padellata di porcini. E adesso Cri per la quale il veleno si chiama formaggio, carne, uova. shhhhhhhhhhh,non dirlo a nessuno, forse (?), resta il pesce, Impegnati! Ciao

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    1. Eh, il pesce è la cosa più tosta da eliminare, soprattutto se sei al mare e stai andando a cena... Invece per la frutta secca fidati, ci sta da Dio!

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    2. Sai che c'è? Non è tanto il sapore e la consistenza di un cibo che mi impedisce di privarmene, quanto il profumo e il suono che emette. Cioè, non tanto le salsicce in sé, il loro sapore (che purtroppo è quello che è, metti quelle di fegato, uvetta e pinoli che fanno nel viterbese...) quanto l'aroma mentre cucinano e lo sfrigolio sulla padella o, meglio ancora, sulla brace... Uff

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  5. Lau, ma lo sai che anche a me quella filastrocca me la ripetevano da piccolo e mi stava enormemente sui ricci di mare?...
    Odiosa oltre ogni dire, peggio dei Teletubbies.
    Ma non sarà che anche la pagoda ha una curva che segue la serie di Fibonacci? Mi devo infornare... ehm, informare.
    Allora: al tavolo 1 niente frutta secca... al tavolo 2 niente porcini... al 3 formaggi, carne e uova sono banditi.
    Direttoooooooooreeeeeeeeee....

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    1. io invece sapevo: sul quel sasso c'era scritto c'era scritto su quel sasso su quel sasso c'era scritto c'era scritto su quel sasso ecc

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    2. Oddio(sifapperdì), ma una cosa del genere rischia di rendere autistici! Ma si può?
      E quella che si cantava ai pupi davvero piccoli, facendoli dondolare sulle ginocchia?...
      "Sedia, sediola/ riccardo che va a scuola/ va a scuola col canestrello/ pieno pieno di pizzutello/ glielo prende la maestra/ e glielo butta dalla finestra!"
      Dove la "finestra" era accompagnato dal demi-casqué del pupo sugli stinchi di mamma o papà.
      Ecco, ho capito di aver raggiunto l'età della ragione quando, invece di ridere chiocciando come fanno i pupi, mi chiedevo torvo: "E cosa gliene frega alla maestra della mia l'uva? Perché mai me la dovrebbe gettar via dalla finestra? È invidiosa? Non vuole che mi abbuffi e faccia un rosario di ruttini ai compagni? Perché? Perché?..."
      L'eco di quei perché ancora echeggia in qualche parte del mio cervello.
      I primi di una lunga, lunga serie.

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