mercoledì 6 novembre 2013

Toятa Kosakka

Ah, le parole, così fragili ma così potenti!
Non sono niente ma ci sostengono, ci salvano e creano, letteralmente, il nostro mondo.
Possono creare universi e distruggere un uomo, ma alla fine sono fatte d'aria, impalpabili e volatili.
"Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!" urlava un portentoso Nanni Moretti in Palombella rossa, dove il protagonista, Michele, in seguito a un trauma perde la memoria e quindi il senso della sua identità, dimenticando quindi d'essere un esponente in vista dell'allora partito di sinistra (Dunque, era il 1989, quindi c'era ancora il Pci), una vera e propria "'eminenza grigia" del Partito, un vero apparatčik, come si diceva allora.
Perdendo la memoria Michele aveva perso anche il contatto con quell'essere di sinistra verboso e  artificiale (quanto può esserlo, se non di più, anche quello di destra...), sganciato dalla realtà e in rotta di collisione in seguito agli eventi di quell'anno così mirabolante.
Indimenticabile la scena in cui la giornalista di turno lo incalza con una serie di stereotipi à la page da yuppie all'amatriciana, una sfilza di quei tic linguistici che imperversano a ondate la lingua come sciami di zanzare tigre, e lui perdendo la pazienza le urla in faccia quel "Le parole sono importanti!!!" seguito da due sonori ceffoni.(1)(2)


E mi rendo conto che se un ipotetico Michele leggesse questo mio incipit di schiaffi me ne darebbe anche trecento visto come anch'io l'ho ben farcito di manie linguistiche, delle quali, ahimé non sono certo immune...
Comunque le parole sono importanti, sì, ma a ben guardare sono solo etichette, e andrebbero affrontate con una sorta di "partecipato distacco", consapevoli del loro potere ma anche disincantati dalla loro pretesa di rappresentare l'assoluto.
Ognuno chiama le cose come vuole, in fondo, e la lingua si adagia pigra e molle su quegli slogan che funzionano e riescono ad imporsi.
In cucina poi le etichette si sprecano, ovviamente.
L'insalata russa è detta "all'italiana" a Mosca, mentre in Francia è Salade piemontaise.
D'altronde i francesi chiamavano la sifilide "il male napolitain" e noi lo chiamavamo "mal francese", e quindi...
Insomma, tutto questo per dire che le parole sono importanti e vanno prese sul serio, ma non troppo.

Se in un vecchio libro di ricette leggi "Torta cosacca" pensi alle steppe, al vento freddo a -70° e alle capanne nei boschi sterminati di betulle, ma difficilmente viene in mente un Pan d'épices con tanto di frutta secca.
Che da Pan speziato sia divenuto il dolcetto dell'izbà non è ben chiaro.
Certo, la presenza del miele può aver fatto pensare alla Russia: la parola "miele", мед, è in fondo molto simile a "orso", медведь (3). E cosa c'è di più russo, profondamente russo, di un orso ghiotto di miele?
Come che sia, visto che il clima da mite inizia a farsi freddolino (anche se non ha niente a che vedere col vero freddo siberiano), noi mettiamo l'acqua bollente nel samovar e ci tagliamo una bella fetta di questa torta, Panspeziato, Certosino, o Cosacco, che sia.

Toятa Kosakka
500 g    farina
250 g    miele
225 g    burro
125 g    zucchero al velo
3          uova
75 g     scorze d'arancia candite
75 g     scorze di cedro candite
75 g     uva sultanina
75 g     uva di Corinto (4)
100 g   noci sgusciate e tritate
un cucchiaino di cannella
1/2 cucchiaino di zenzero in polvere
un pizzico di noce moscata
2 cucchiaini di bicarbonato
due cucchiai di rhum e due di cointreau (o di altro liquore a piacere)
un pizzico di sale
la scorza garttugiata di un'arancia e di un limone


Mettere a macerare in una ciotola la frutta candita e l'uva passa nel liquore, mescolando ogni tanto.
In una casseruola portare a ebollizione il miele, aggiungere le spezie e il bicarbonato, qundi farlo raffreddare.
Lavorare a crema il burro - lasciato a temperatura ambiente un'oretta o fatto "scongelare" nel microonde per un minuto - unirvi lo zucchero al velo e, una ad una, le uova, amalgamandone per bene ognuna al composto prima di aggiungere la successiva.
Unire il sale, il miele ormai freddo e la scorza grattugiata degli agrumi, le noci tritate, la frutta candita e il liquore di macerazione. 

Mescolare bene.
Aggiungere la farina e lavorare il composto, dev'essere ben cremoso e sostenuto ma non troppo duro.
Se lo fosse aggiungere un cucchiaio di latte, o di liquore direbbe il mio animo da "Lady Sborniella".
Imburrare e infarinare uno stampo grande da plumcake da 30 cm o due piccoli da 20 cm e infornare a 180° per un'ora e mezza circa.

Se dovesse iniziare a scurirsi troppo proteggere la superficie con un foglio d'alluminio e proseguire serenamente la cottura.
Controllare con lo stuzzicadenti, anche perché i tempi di cottura varieranno a seconda dello stampo usato, se singolo o gemellare.
La Kosakka si mantiene bene avvolta nell'alluminio, anche per diverse settimane (così dicono, ma chi ha avuto la pazienza d'appurarlo?...) e la si può impunemente congelare per averla sempre a disposizione. 

Metti che venga un amico russo a far merenda da te. 
Almeno fallo sentire a casa. No?...


Detto russo del giorno
Цирк уехал, а клоуны остаются
Il circo è partito ma sono rimasti i clown (5)

Oggi ascoltiamo
Zventa Sventana-Стороною Дождь
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=QqsTg-ie3aI 

P.S. Chi non lavora oltre a non far l'amore va sempre di fretta, si sa, e così le cose si aggiungono a mazzetti e alla spicciolata.
La Toятa Kosakka è davvero russa russa, ed è chiamata Prjanik.
Conoscevo i prjaniki, dei panini speziati, e non mi pareva fosse la stessa cosa, e invece...
"Il prjanik (in russo: Пряник) è un panforte tipico della città di Tula in Russia. È di forma rettangolare ed è a base di farina, miele, noci, bacche, uva, spezie (limone, menta, vaniglia, zenzero, anice, cumino, noce moscata, chiodi di garofano) e guarnito con del cioccolato anche come decorazione. Servito su un grande piatto di portata, è per antonomasia il dolce delle feste.
In Russia le prime notizie riguardanti il panforte risalgono al IX secolo: all'epoca era noto come "pane al miele" e veniva preparato con farina di segale, miele, frutti di bosco e succo di mele. In seguito, a partire dal XII - XIII aumentarono i contatti commerciali con l'Oriente, dal quale si importavano le spezie, che verranno impiegate nella preparazione del prjanik e di altre pietanze tipiche.
Dal XVIII secolo la produzione di prjanik si è estesa alle città di Perm', Arcangelo, Tver, Novgorod."

da Wiki.

Aggiungo anche l'olandese Ontbijtkoek. Chi ha visitato almeno una volta i Paesi Bassi lo conoscerà di sicuro:
"An ontbijtkoek (literally translated breakfast cake) or peperkoek is a Dutch-Belgian spiced cake. Rye is its most important ingredient, coloring the cake a light brown. It is often spiced with cloves, cinnamon, ginger, succade and nutmeg. Several parts of the Netherlands have their own local recipe, of which the most famous is "Oudewijvenkoek" (old wives' cake) which is mostly eaten in the northern regions, and is flavored with aniseed. Ontbijtkoek is originally served at breakfast with a thick layer of butter on top, as a replacement for bread. However due to its sweet taste it is also served as a snack.
Origin
Originally called 'peperkoek' it was made from breadcrumbs and other left over bakery products stored in an attic. These ingredients were periodically collected and pressed to create the 'peperkoek' which was augmented with black pepper to conceal the age of the resulting thick bread, hence its name. Pepper being historically one of the most valuable Dutch East India Company trading products, it was used in many Dutch food products.

da Wiki.

NOTE
1)  Altre frasi indimenticabili del film, prese dalla Rete:  
"Noi siamo uguali agli altri, noi siamo come tutti gli altri, noi siamo diversi, noi siamo diversi, noi siamo uguali agli altri, ma siamo diversi, ma siamo uguali agli altri, ma siamo diversi. Mamma! Mamma, vienimi a prendere!"

"Le merendine di quand'ero bambino non torneranno più! I pomeriggi di Maggio! Mamma! Mia madre non tornerà più! Il brodo di pollo quand'ero malato, gli ultimi giorni di scuola prima delle vacanze..."

"Mi ricordo il movimento degli indiani cicorioni. Mi dissero che dovevo requisire due aerei per portare il loro movimento in Perù alla "festa del sole". Poi, dovevo convincere il partito a far distruggere l'Altare della patria per far posto a una comunità alla quale avrebbero aderito tutti gli animali e le piante della zona. Avrebbero aderito spontaneamente..."

"Mamma mia come mi annoio." "Ti annoi perché sei noioso."

2) Il dialogo completo è:
Reporter: Io non lo so, però senz'altro lei ha alle spalle un matrimonio a pezzi...
Michele: Che dice???
Reporter: Forse ho toccato un argomento che non...
Michele: No... no... è l'espressione. Non è l'argomento, non è l'argomento, non è l'argomento... è l'espressione.
Matrimonio a pezzi! Ma come parla...!?!?!
Reporter: Preferisce "rapporto in crisi"? ma è così kitsch...
Michele: Kitsch! Dove le andate a prendere queste espressioni, dove le andate a prendere...??!??!(toccandosi il cuore)
Reporter: Io non sono alle prime armi...
Michele: Alle prime armi... ma come parla?!
Reporter: ...anche se il mio ambiente è molto "cheap"...
Michele: Il suo ambiente è molto...?
Reporter: È molto "cheap"
Michele: Ma come parla? [schiaffo sonoro]
Reporter: Senta, ma lei è fuori di testa!
Michele: E due. Come parla! Come parla! Le parole sono importanti. Come parlaaaaaaaaaa!
da Wiki

3) E "ведь" è la congiunzione causale "poiché", ma anche un'interiezione del tipo proprio, davvero, eh sì, embè? no?. E l'orso va matto per il miele, no?...

4) Uva passa, uvetta, passerina e sultanina...
L'uva passa (chiamata anche uvetta o uva sultanina) è uva sottoposta a un procedimento di essiccazione. Viene ricavata dall'uva sultanina, una varietà di vite usata prevalentemente per produrre l'uva passa in quanto, essendo priva di semi e ricca di zuccheri si presta bene a questo scopo. (...)
La varietà a chicchi più piccoli e neri, ricavata dal cultivar Corinto Nero (Vitis apyrena L.) è detta uva o uvetta di Corinto e, negli USA, Zante currants (uvetta di Zante).  

da Wiki

In commercio si trovano vari tipi di uvetta passa detta anche passolina (non indica un'uva in particolare ma il metodo di conservazione cioè l'appassimento al sole, ora si usano anche speciali forni):
-uva sultanina: è una varietà di uva molto adatta all'essicazione, con chicchi piccoli e dolci, colore biondo-dorato, senza semi; è quella che si trova più comunemente in vendita. Sembra che il suo nome derivi dalla parola Sultano, che era il capo dell'impero turco. In Turchia cresce infatti l'uva più rinomata per questo uso. In inglese è chiamata Sultanas o Golden Raisins;
-uva di Corinto, a chicchi piccoli e molto scuri (tendenti al blu scuro), senza semi, importata di solito dalla Grecia ma ora anche da altre parti del medio oriente;
-uva di Smirne, chicchi grossi e scuri, senza semi;
-uva di Malaga, chicchi grossi e allungati, chiari, con pochi semi;
-uva Cilena, particolarmente grande, senza semi e dal colore ambrato.
Le varietà "sultanina" e "Malaga" sono coltivate ed essiccate anche in Italia. fonte
C'è poi da aggiungere il nostro Zibibbo (dall'arabo zabīb, "uva secca"), proveniente dall'Egitto e introdotto in Sicilia dai Fenici, a Pantelleria, dove viene tutt'oggi coltivato.

5) Quando la vecchia azienda telefonica per cui lavoravo da parastatale divenne privatizzata cambiarono molte delle figure al vertice ma, a detta di un mio saggio - seppur alcolizzato - collega d'allora, che aveva lavorato in Siberia, erano pur sempre "rimasti i pagliacci". E infatti...

2 commenti:

  1. la mia zia Dina fa un pan speziato delizioso ma ha sempre avuto il problema della precipitazione delle uvette che vanno a depositare sul fondo, noto invece con ammirazione che da te ogni cosa è al posto giusto :)
    penso che ti ruberò la ricetta ma senza noci ed ora che ho bestemmito toglimi pure il saluto

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  2. Dì a zia Dina di fare l'impasto un pochino più sodo. Succedeva anche a me col ciambellone: sembrava ci volesse lo schermo antigravitazionale per far star su le uvette, invece era la ricetta che non era adatta. L'impasto troppo molle infatti non sopporta il terribile peso delle passerine. Ops...
    Tesora mia, ma questa la puoi fare anche senza canditi e/o uvette e soprattutto frutta secca! Se ci metti solo spezie ti viene come il Pan Speziato o l'Ontbijtkoek olandese. Una delizia comunque.
    Il saluto non te lo levo neppure se mi nascondi la nutella ;-)

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