mercoledì 27 novembre 2013

Cannoli di bresaola, lesti lesti

Allora, le fettuccine sono pronte e asciugano serene sulla spianatoia; il ragù bolle già da un'ora e lo farò andare avanti per almeno un'altra ora ancora; la torta cioccolato e pere me la son già divisa col mio amico-vicino-cavia, e sta lì in frigo aspettando che si compia il suo destino; vino ce n'è, liquori pure, caffè non manca mai...
Ma... e dopo la pasta che ci mangiamo?
Ma mannaggia la pupazza infame con tutte le penne sfrantumate e sbullonate!
Ma si può essere costantemente, sempre, irrimediabilmente così beoti? Si può,dico io?
Ecco, lo so, quando ho il mestruo cerebrale devo evitare di vedere gente!
Solo, me ne devo stare, come i monaci di clausura, come le monache clarisse, benedettealloro!
Ecco, lo vedi? Non sono capace a far nulla! Nulla!
Mannaggia a me e quando apro bocca e muovo le mano
Me le dovrei inchiodare a due tavolette quelle mano! e tanti saluti!
E dopo un'altra decina di minuti del solito refrain a cui sono abituato ma che non esito mai nemmeno per un secondo a urlarmi nell'orecchio interno, mi siedo un attimo, guardo il muro bianco, tiro un sospiro da aspiratore di coca e apro il frigo.

                                               O frigo, frigo delle mie brame, 
                                               puoi porre tu rimedio a quel salame
                                               che tutto perde così bellamente
                                               e tanto s'ingarbuglia impunemente?
                                               O frigo, frigo, amico mio fedele
                                               sedare puoi l'angoscia mia crudele?
                                               Dammi uno spunto,un'illuminazione
                                               per non rifar la scena del coglione!...

Il mio frigo non parla mai, ci mancherebbe. Almeno lui...
Non dà astrusi responsi come la Sibilla cumana, non sparge banali massime consolatorie come un santone da Età dell'Acquario, e non dà nemmeno immagini criptiche come l'inconscio con il suo consueto minestrone onirico.
No, lui sta lì, come un totem raggelato (e anche un po' inumidito, vedo) e mostra, mostra quel che può dare, senza proferir parola alcuna.
Un totem, appunto.
Amico totem.
E stavolta che mi mostra l'amico bello?
- una confezione di bresaola già bella e affettata
- una confezione di panna da montare
(ancora? ma non erano finite? che si riproducano forse nel buio freddo del frigo, durante la notte? boh...)
- una confezione di gorgonzola piccante
(sempre lei, che m'aspetta al guado ammiccante, come una peripatetica sulla tangenziale)
- varie ed eventuali, ovvero sottaceti a go-go, birra e vino, senape forte in grani e... aspetta, torna indietro... ecco, sottaceti... Cetriolini. Mh...
Si sa, le buone letture danno sempre buoni frutti, prima o poi.
Anche nel mio caso, dopo anni e anni di aiuto-giornalaio (sì, mio padre, Dandoletto caro) e di conseguenti smodate ed eterogenee letture (da "Motori e tremori" a "Mani di fata", da "Confidenze" a "Cronaca Vera") posso dire di raccogliere gl'inaspettati ed insperati frutti proprio al momento del bisogno.
È qui che si vede come le mie decennali letture di riviste di cucina abbiano messo radici nella mia mente così fertile e frolla, come i semi della fantasia abbiano attecchito e dato vita a piante invisibili quanto concrete e provvidenziali.
Altro che "I classici del Novecento" o "La letteratura di tutto il mondo"!
Qui, a quanto pare, conta più Armanda Capeder che Fëdor Michajlovič Dostoevskij...
A parte gli scherzi (sì, non è mai esistita  "Motori e tremori"...) è verissimo che l'emergenza aguzzi l'ingegno.
"Ben poca cosa, visto i risultati" mi si potrebbe dire, ma per me è stata un'importante conferma questo misero, piccolo, invisibile arrabbattarmi. E poi sono le cose da nulla che, ammucchiate, formano le grandi cose. O no?
Quindi, per tre persone:
9 fette di bresaola (tagliate non troppo finemente)
250 ml panna da montare
50 g     gorgonzola piccante
qualche cetriolino sottaceto e pepe a volontà.
Montare la panna, quindi lavorare il gorgonzola a crema con una forchetta, aggiungendo un cucchiaio di panna per rendere più lavorabile il formaggio
Unire il resto della panna e amalgamare con attenzione, per non smontare la panna.
Sminuzzare i cetriolini e aggiungerli, assieme a due belle grattatone di pepe alla gorgopanna.
In ogni fetta di bresaola porre un cucchiaio di composto, richiudere la fetta e agguingere due pezzettini di cetriolini ai lati del "cannolo".


Niente di che, vero?
Ma provateli accompagnati dal pane caldo fatto in casa...

Aforisma del giorno
Non esistono più imprevisti che possano rivelarsi piacevoli.

Philip Roth


Oggi ascoltiamo
Fred Buscaglione - Guarda che luna

http://www.youtube.com/watch?v=Qzk4qw0QR0o

2 commenti:

  1. per.fet.ti! Grazie chef. La bresaola e la cugina svizzera carne secca, (che frequentavo spesso tempo fa, devo ritornarci!), petali lievi che volteggiano nel piatto, mi piacciono molto. Gorgonzola piccantino con panna, ora modesta, ora tronfia, accostata ai miei cetriolini amatissimi, E il pane...vogliamo parlare del pane? No, vogliamo/vorremmo solo mangiarlo! Anche questi, minuscoli, a boccone, uno sfracello. Ahhhhhhhhhhhhhhh, mi sono sempre dimenticata di comunicarti che non sono MAI a dieta! BS

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  2. Ma lau cara, potevo forse anche lontanamente pensare che tu fossi a dieta? Giammai.
    Pensi che ti voglia davvero così male da pensarti chiusa in una gabbia spinosa e rovente (questa è la dieta, non altro: un tormento in terra, altro che inferno).
    Sono davvero contento che ti attirino, questi bei bocconcini, anche perché sono davvero nati così come l'ho raccontato.
    Ah, certo, gli improperi erano in realtà assai più "pepati", come puoi ben immaginare.
    Vuol dire che sarà un altra riga da aggiungere alla lista. Diche? Ma delle cose da "sgargarozzarci" assieme, no?
    BTSNESA
    R

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