giovedì 18 aprile 2013

Variazioni sul tema: torta alla ricotta arancia e zafferano

La semplicità è la cosa più difficile da ottenere, si sa.
Questo vale anche in cucina: le ricette più difficili, sulle quali non si può barare e su cui è facile scivolare pericolosamente sono appunto quelle con pochi, semplici, ingredienti; quelle che richiedono una meticolosa, ma anche spensierata, accortezza nel procedimento. Altrimenti va tutto a rotoli.
Avete provato a fare una "semplice" cacio e pepe?
Ecco: se è decente non deve risultare né brodosa né grumosa; e non è così facile come sembra.
Le cose semplici, in cucina come nella vita, sono quelle che richiedono più cura e attenzione.
È facile sbagliare quando si hanno poche cose in ballo e non si possono mascherare le eventuali pecche nappando o glassando il tutto.
Ben venga allora la semplicità, che ci costringe all'attenta esecuzione di quel che vogliamo, o dobbiamo, ottenere: in cucina, nel lavoro, e anche nell'amore.

Ho già tessuto gli elogi della semplicità quando proposi questa deliziosa torta alla ricotta, ricetta tipica della Sardegna, che in quanto a dolci riserva notevoli sorprese.
Uno pensa ai dolci regionali e viene in mente la suntuosità barocca e sensuale della Sicilia, con i suoi profumi (dono, tra i tanti, del gusto arabo), con la dolcezza al limite dello stucchevole della pasta di mandorle e con i colori della martorana e dei canditi.
Ecco, i dolci sardi sono invece discreti, fatti di poche, semplici cose ma permutate in tutte le combinazioni possibili, e con l'aggiunta di una sapiente capacità decorativa.
Viene in mente, a proposito di decorazione, il pane della sposa: un vero capolavoro d'Arte Bianca, una scultura e un merletto di pane che fa restare ogni volta a bocca aperta.
 

Oltre alle usuali farina, uova e olio (o strutto), ecco allora comparire, nei dolci sardi, la ricotta e i formaggi, le mandorle e gli agrumi, il mosto e le spezie.
Tutto qui?...
Eppure, basta sfogliare il volume della casa editrice Ilisso Dolci di Sardegna (un tesoro di appena 600 pagine) per capire che la semplicità non finisce mai di sorprendere: quante cose sono nate nei secoli dalle mani delle donne, dalla loro accortezza e dalla loro fantasia.
Perché, tranne che nelle corti e nei palazzi, sono sempre state le donne a cucinare, a escogitare un piatto che non desse noia e che non sapesse di visto e rivisto; a creare (nel vero senso di trasformare e forgiare) da poche cose un piatto e un sapore che fosse unico.
E solo la pazienza e l'amore per i propri cari di tante donne sconosciute ci ha trasmesso il loro silenzioso insegnamento: la necessità si fa piacere solo grazie alla costanza e all'amore.
Ah, queste donne...

Oggi variazioni sul tema di una ricetta già vista. Semplici, piccole variazioni, ma gustosissime.
Le dosi sono quelle della ricetta originale, quindi:

300 g ricotta
300 g zucchero
300 g farina
3        uova
2        arance
1 bustina di lievito e una di zafferano.
Si lavora a crema la ricotta con lo zucchero.
Quando si sarà ottenuto un composto liscio e omogeneo, si aggiungono i tuorli, facendoli assorbire mescolando con una frusta.
Unire la scorza grattugiata delle arance e lo zafferano.
Aggiungere all'impasto la farina mescolata con il lievito, alternandola con il succo delle arance.
Montate a neve ferma gli albumi e aggiungerli al composto con gli usuali movimenti dal basso verso l'alto per non smontarli.
Imburrate e infarinate una teglia di 24 cm.
Versarvi l'impasto, livellandolo con cura e cuocere a 180° per 40, 45 minuti.


E basta?... Certo: l'avevo detto, no? che era una ricetta semplice semplice.

Detto sardo del giorno
Ischire limbazos est sabidorìa

Sapere (diverse) lingue è segno di sapienza

Oggi ascoltiamo
Tiziano Ferro - L'amore è una cosa semplice

http://www.youtube.com/watch?v=gTIRuGx7uc4

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