Roma, Roma...

Ah, Roma…
Amata e odiata, cantata e bestemmiata.
Guardatevi il tramonto dalla terrazza del Pincio e cercate parcheggio sul Lungotevere: solo così potrete capire quest'intreccio di amore-odio che permea da sempre la vita di chi vive qui.
In ogni caso, una città unica al mondo. Basterebbe una passeggiata nello spazio dell'antico Campo Marzio per capire che Roma ha ciò che neppure Atene o Gerusalemme hanno.
A piedi, paciosi, con calma e senza fretta (schivando le auto che invadono tutto, le maledette...), si parte per un viaggio nel tempo che inizia dalla preistoria, passa per la civiltà romana, sfocia nel Medioevo e poi, più su, ecco fiorire il Rinascimento, sbocciare il Barocco, e così di seguito fino ai giorni nostri, con le nuove architetture da capitale del nuovo stato, le periferie selvagge della Roma ricotta, la modernità del MAXXI, dell’Auditorium e dei nuovi ponti sul Tevere...
Quanta roba... Davvero ci vuole più di una vita solo per vederla tutta.
Una visita alla Crypta Balbi (via delle Botteghe Oscure, 31) rende palese, osservando un'impressionante opera di carotaggio archeologico, quanto questo piccolo, infinitesimo spazio, abbia accumulato nei secoli.
Se oggi pensiamo così come pensiamo, se la nostra visione del mondo è questa, è perché la Sapienza di Atene e la Legge di Roma si sono fuse in qualcosa che non era mai stato concepito prima dalle altre civiltà. L'idea di Occidente si è formata qui unendo le tante cose prese e conquistate da un bellicoso popolo di ex pecorari, e da qui si è diffusa in tutto il mondo. Hai detto niente... Roma..
Mai troppo sciura né troppo sguaiata.
Piuttosto, una popolana ironica e disincantata: avete presente Anna Magnani, vero?
E Franca Valeri che fa la Sora Cecioni?
E Monica Vitti?
E Rossana Di Lorenzo nei panni della candida Erminia Sordi?
Ecco... Un'indolente sora Jole che del me ne frego ha fatto la sua filosofia di vita per resistere alle ingiustizie del Potere subite nel corso dei secoli.
E ci credo che siamo cresciuti imbevuti di questo bel sarcasmo: un popolo che vive per millenni con il ruolo di centro del mondo sulla groppa senza poterne avere altro che l'orgoglio, che altro può fare se non sbeffeggiare e pasquinare il Potere?
Roma, accogliente da sempre; una città dove, a differenza di moltre altre, chi nasce o vive da tempo qui è considerato ormai un romano d'adozione a tutti gli effetti.
Ma anche una città che, come cantava Alberto Cohen, “conosce i suoi poeti e poi li affida agli assassini”…
Roma, così indolente e ostile al nuovo, al dinamismo della modernità, ai cambiamenti. Duemila anni di cattolicesimo hanno pure avuto il loro peso...
Roma che non prende sul serio niente, perchè ha sulla sua pelle uno strato di pietre millenarie: che importanza può avere quello che accade qui, adesso, se si porta sulle spalle il peso della Storia? ...
 - Aho... Ma mo' sta storia m'ha un po' stufato... che se famo 'na Matriciana? 
- No, mejo 'na Gricia.
 - Vabbè, và, 'namo a magnà che è ora...

Trilussa 
Anagramma del cognome del poeta romano Carlo Alberto Salustri, nato a Roma nel 1871 e autore di un gran numero di poesie in dialetto romanesco.  Non fu mai un intellettuale: fonte della sua ispirazione erano le strade di Roma, assai più che i libri.  Quando un giornale locale gli pubblicò i primi versi, questi conobbero presto il consenso dei lettori e furono in seguito pubblicati nella prima delle sue molte raccolte di poesie.  La sua fama crebbe, e tra il 1920 e il 1930 la sua notorietà raggiunse il culmine; tuttavia non frequentò mai i circoli letterari, ai quali continuava a preferire le osterie. 
A soli pochi giorni dalla sua morte, gli veniva riconosciuto il titolo di senatore a vita per alti meriti in campo letterario e artistico.
(da Wikipedia)





Giggi Zanazzo
Giggi Zanazzo, all'anagrafe Luigi Antonio Gioacchino Zanazzo, (Roma, 31 gennaio 1860 – Roma, 13 dicembre 1911), è stato un poeta, commediografo, antropologo e bibliotecario italiano. Studioso delle tradizioni del popolo romano e poeta in romanesco, è considerato, insieme con Francesco Sabatini, il padre fondatore della romanistica.
Alla sua scuola mossero i primi passi Trilussa e i più bei nomi della poesia dialettale della Roma d'inizio secolo.
Nel 1887 fondò una rivista letteraria dialettale chiamata Rugantino, dal nome della famosa maschera della Commedia dell'Arte, ispirata al tipico popolano romano. Negli stessi anni Zanazzo compose anche un certo numero di opere teatrali in dialetto.
Nel 1906 pubblicò Novelle, favole e leggende romanesche, e solo un anno dopo il titolo per il quale viene maggiormente ricordato, Usi, Costumi e Pregiudizi del popolo di Roma. In quest'ultima opera Zanazzo riportò una quantità di costumi locali, giochi, credenze popolari, rimedi tradizionali per molte malattie, indovinelli, giochi di parole, le varie grida dei venditori ambulanti e di mercato di Roma, e dedicò persino un breve capitolo al dialetto giudaico-romanesco.

L'origine di "Nun c'è trippa pe' gatti"
Il popolare modo di dire romanesco "Nun c'è trippa pe' gatti" è un'espressione che nacque ai primi del Novecento ad opera dell'allora primo cittadino di Roma, Ernesto Nathan.
L'aneddoto narra che quando al neoeletto sindaco venne sottoposto il bilancio del Comune per la firma, questi lo esaminò attentamente ma chiese spiegazioni riguardo alla voce "frattaglie per gatti".
Il funzionario che gli aveva portato il documento per la firma rispose che si trattava di soldi utilizzati per il mantenimento di una colonia felina che serviva a difendere dai topi i documenti custoditi negli uffici e negli archivi del Campidoglio.
Nathan depennò la voce dal bilancio, adducendo la logica e rigorosa spiegazione che i gatti avrebbero dovuto sfamarsi con i roditori a cui dovevano dare la caccia, ed aggiungendo a margine la celebre frase "Non c'è trippa per gatti".

Ernesto Nathan
Inglese di nascita, cosmopolita, massone dal 1887, mazziniano, profondamente laico e anticlericale, Ernesto Nathan nacque a Londra il 5 ottobre 1845 da Sara Levi e Mayer Moses Nathan.
Trascorse l'adolescenza e la prima giovinezza tra Firenze, Lugano, Milano e la Sardegna. L'influenza di Mazzini, amico di famiglia dai tempi londinesi, incise fortemente nella sua formazione e sul suo orientamento culturale e politico.
Giunse a Roma nel 1870 e nel 1888 ottenne la cittadinanza italiana.
Nell'aprile 1889 fu eletto consigliere al Comune di Roma, più tardi divenne assessore all'Economato ed ai Beni Culturali, quindi venne eletto sindaco nel 1907. 
La sua amministrazione, durata fino al 1913, fu improntata ad un forte senso di rigore morale e ad una politica di opere pubbliche.Ernesto Nathan morì nel 1921, a settantasei anni.

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