lunedì 19 maggio 2014

Tagliatelle alla zucca

È ormai un dato di fatto: l'uomo sta ormai fuori dalla natura. E anche da svariati millenni.
Siamo usciti dal suo stato di grazia - o di disgrazia, a seconda dei punti di vista - quando abbiamo imparato a fare cultura.
Che non vuol dire solo leggere, scrivere ed esplorare lo Spazio e le sue sfere ulteriori, ma anche semplicemente tramandare il segreto del fuoco, della coltivazione e della caccia.
Siamo usciti dalla natura quando abbiamo imparato a raccontare, e non solo quello che era accaduto nel nostro villaggio, ma anche i fatti che nascevano tra le tortuose spire del nostro cervello, come gli eventi mitici accaduti all'inizio dell'universo.
Siamo usciti dalla natura quando siamo diventati cyborg, prima che ne inventassimo la parola e senza aspettare i tempi futuribili della fantascienza, e l'abbiamo fatto indossando abiti, usando occhiali e facendoci installare denti artificiali, arti posticci e tutto quello che ci ha aiutato ad affrontare la dura condizione dell'esistere.
E con noi ci siamo portati dietro anche i nostri animali domestici e diversi esseri del mondo vegetale, che dividono con noi l'affrancamento dai cicli naturali.
No, eh?
Eppure il mulo e il mandarancio direbbero il contrario.

Quindi chi parla di Natura (con la maiuscola, mi raccomando) e usa a sproposito l'aggettivo "naturale" facendolo diventare un feticcio non sa - o fa finta di non sapere - quel che è accaduto da nonno pitecantropo ad oggi.
Dal pollice opponibile e dalla statura eretta ci siamo continuati ad evolvere, ma su un altro piano, quello della corteccia cerebrale. Anche se a volte non sembra...
Certo, ciò non toglie che siamo sempre esseri biologici legati alla nostra corporeità, che l'amigdala continui a farci agire spesso come coccodrilli, e che siamo tutt'ora soggetti ai fattori esterni e al nostro immutabile (finora) ciclo vitale.
Ma il fatto che si possa vivere da millenni in posti così disagevoli come un deserto o le regioni artiche fa pensare che siamo andati decisamente oltre.
E per fortuna, aggiungo io...
Dico tutto questo non per beffarmi dei nostalgici del "buon tempo andato" - che a conti fatti non era buono per niente - o d'una età dell'oro quanto mai mitica, ma solo perché ancora mi sorprendono certi risvolti, magari anche banali, della nostra vita.

Per esempio, da bravo cittadino ignorante non sapevo, oppure non ci facevo caso, che anche la zucca, come tutti gli ortaggi, ha la sua stagionalità.
E ci credo: abituato a vederla sempre sul banco del mercato, d'estate come d'inverno, ho perso di vista il fatto che le vedure, se potessero scegliere di vivere fuori dalle serre o di evitare lunghi viaggi planetari, cercherebbero di mantenere il loro ciclo stagionale.
Tranne forse il ciclamino che prospera sul mio terrazzo, chiaramente, visto che non va mai in letargo ma, tutt'al più, ha un cambio totale delle foglie e poi ricomincia a rinverdire e a rifiorire felice e beato.

Quando si dice fame di vita... I maligni dicono che è per via della mia vicinanza, e che per adeguarsi all'assenza del mio cervello ha dovuto imparare a essere una pianta a-stagionale.
Non lo so, ma sono comunque molto orgoglioso di lui o meglio di loro, visto che è un trittico di piante che condivide sereamente un vaso oblungo di cemento.
Insomma, visto che mai nessun mulino è stato davvero bianco, che la cibernetica ha deluso in parte molte delle nostre ingenue aspettative - vogliamo parlare dell'Intelligenza Artificiale?... No, vero? - e visto anche che la zucca c'è (quasi) sempre e possiamo farci di tutto, stavolta ne faremo tagliatelle.

Tagliatelle alla zucca
500 g    farina
350 g    polpa di zucca in purea
1          uovo
sale q.b.
La zucca va mondata, grattugiata e cotta al microonde.
Oppure tagliata a spicchi, avvolta nella pellicola d'alluminio e messa in forno.
Oppure al vapore...
Insomma, nel modo che si preferisce, tenendo contro che in questo tipo di preparazioni è meglio che non assorba troppa acqua di cottura, quindi di preferenza non bollita in acqua.
Una volta freddata passare al setaccio la polpa di zucca e unirla agli altri ingredienti, lavorando come qualsiasi pasta da sfoglia.
Far riposare la canonica mezz'ora al riparo quindi stenderla, non troppo sottile, e tagliarla nel formato preferito.
Tagliatelle, per esempio:


Da condire con burro e salvia o, meglio ancora, con burro e un'ombra di noce moscata.


Oppure dei tagliolini da cuocere in brodo, se la giornata è quella d'una indecisa primavera o d'un gelido inverno.


Ma anche d'un torrido pomeriggio estivo, perché no?

Dose filosofica del giorno
A chi piace o a chi giova cotesta vita infelicissima dell'universo, conservata con danno e con morte di tutte le cose che lo compongono?
L'Islandese alla Natura, Giacomo Leopardi (1)

Oggi ascoltiamo
Electric Light Orchestra - Yours Truly, 2095
https://www.youtube.com/watch?v=mb5TV7JUvzo&index=6&list=RD5hg7Lz4RlAU

NOTE
1) Il conticino recanatese non era per niente un tipo cupo e torvo come viene comunemente dipinto, spesso dai millantatori d'un ottimismo beota o fideistico. Basta leggere il carteggio con la sorella Paolina o con l'amico Ranieri per rendersene conto.
O il fatto che il dialogo delle "Operette morali" di cui sopra termina con l'Islandese divorato - pare, ma non è certo - da due leoni, oltre che dall'angoscia di non sapere nulla di quel fatidico e inesistente "perché".
Si può immaginare un finale meno ironico e denso di humor nero?...

4 commenti:

  1. ecco nel torrido pomeriggio estivo magari no :)

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    1. Eh eh, io per tradizione familiare non temo il brodo d'estate né il gelato d'inverno.
      Stana famiglia davvero, sì... ;-)

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  2. "È ormai un dato di fatto: l'uomo sta ormai fuori dalla natura." Figurati soratigre! Quindi, abbassa le tapparelle, leggi la posta e rimetti le buste nella casella. Non rispondere al telefono di casa, al campanello della porta, al citofono. Dichiara a tutti che sei a trovare un amico boscaiolo nell'arcansò-io...Soratigre adoooooooooooooora la zucca. Appunto. E, se cedi, è capacissima di balzare su un freccia rossa e te la ritrovi sullo zerbino. Devono essere proprio golose queste tue tagliatelle e se al burro di condimento ci aggiungessimo un "gnente" di amaretto sbriciolato, così per il croccantino amarognolo che ricorda i tortelli? No, "gnente" mostrada, è insieme ai funghi! ciao

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    1. Ma allora soratigre l'aspetto a piè fermo.
      Mi piacerebbe proprio dirle a quattr'occhi che le sono grato per qualcosa di meraviglioso che ha fatto qualche anno fa e della cui grandezza non è più - o ancora non è - consapevole.
      Poi apparecchierei con le tagliatelle alla zucca (sì, gli amaretti ci starebbero un amore, aggiudicati) e metterei su il dvd del film "I nuovi mostri", episodio "Come una regina".
      Se Zia Angelina l'ha pungolata chissà che direbbe dell'Albertone nazionale con mammetta (per poco) al seguito?
      Sarei proprio curioso...
      Sono un tipo ottimista, sai, e credo sempre nei ravvedimenti e nelle illuminazioni.
      Che dici, se non basta facciamo merenda con panna cotta e "Lo specchio della vita" con soraLaraTurner?
      E sora Mahalia che straccia l'anima ogni volta col suo gospel?
      Quando c'è il freccia rossa?...
      Bacioni a voi tutti, ma tutti tutti, specialmente quelli di brescia e i capitolini nordici.

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