mercoledì 12 settembre 2012

Melocrema e melomousse

Personaggi e interpreti: io e Leppagorre...

Metti che uno stia scrivendo al pc per cavoli suoi.
Niente di che, certo... non sto mica facendo un'operazione a cuore aperto, ci mancherebbe.
Solo quel tanto che basta per impegnare il cervello.
Ci si sente vivi per così poco, a volte...
Magari poi uno è anche tutto preso da un programma che non vuol saperne di accettare i dati che si cerca, in ogni modo e maniera, di fargli digerire. Niente...
Gli occhi sono più cotti di due uova in camicia, lo sconforto avanza, il sole compie il suo giro e, in tutto questo immobile baillamme, dove riesco persino a non accorgermi dell'inesorabile trascorrere del tempo, eccolo qua...
Se vedi un mostriciattolo affacciarsi dalla porta con un sorriso da stregatto e un melone tra le zampe già sai che dovrai salvare il salvabile, stendere la schiena dolorante sulla poltroncina girevole, guardarlo di sottecchi e dirgli: "Che c'è?"
- Come che c'è, guarda qua: compri, compri e la roba rischia di andare a male. A questo melone do altri due giorni di vita, se tutto va bene.
- E cosa consiglia l'esimio dottor Leppagorre, in casi disperati come questo?
- Ah, semplice: una terapia d'urto! Si prende il paziente e lo si frulla...
- Frulla... nel senso VRRR VRRR?...
- Sì, certo, mica lo frulliamo nell'immondizia, ma nel frullatore. E mica da solo: ci mettiamo anche quella polpetta spappolata che ti ritrovi nel cranio!
La ciabatta vola verso la porta ma becca lo stipite.  E quando mai...
- Ma che sei matto? Guarda che chiamo il telefono viola, eh?
- Magari, così mi ingabbiano, mi danno un pappone di psicofarmaci, faccio la cura del sonno e mi riposo, alla faccia tua!
Avrei voglia di dirgli: aspetta, c'è ancora tempo; quest'estate, con questo caldo, pare non finire mai; che male ti fa se aspettiamo domani?
Ma nemmeno questa sarebbe la mia voce, lo so bene.
Sarebbe quel canto di sirena che mi mi chiama, suadente e subdolo, che mi culla la mente e cerca di attirarmi verso un gorgo dolcissimo e mortale.
Il canto d'una sirena che non sussurra parole, ma un canto di miraggio rovente nel deserto, uno scroscio lieve di onde incessanti sul corpo abbandonato nell'acqua.
Sembra il normale, consueto, rumore della natura nelle sue mille forme.
Invece è il richiamo della stasi, dell'entropia, della fine.


- Insomma... questo è il melone, e quella è la cucina!
Due occhi pungenti m'inchiodano alla realtà, se vogliamo chiamarla tale...
- E cosa vogliamo farci, allora, con 'sto melone?
- Quello che ti pare. Basta che ti muovi - E gli occhi pungono sempre di più, come aghi sottopelle - Su, dài, che ho una fame!

Una crema, ci facciamo una crema, e non se ne parla più. Prendiamo:
500 g   melone maturo (un francesino, ma anche un retato, basta che abbia il minimo sindacale di sapore di melone...)
100 ml  acqua
100 g   zucchero
30 g    farina
1       uovo intero
Tagliate la polpa di melone a dadini e frullatela con poca l'acqua (100 ml, o quanto basta per far andare le lame).
Preparare la crema al solito modo: battere l'uovo con lo zucchero, unire la farina e, poscia, unire la polpa del melone frullata.
 Mettere a fuoco basso e far addensare, avendo cura di mescolare continuamente.
Quando avrà raggiunto la densità voluta (della crema pasticcera, per capirsi) spegnete la fiamma.
Far freddare bene prima di consumarla. Appena intiepidita fatela riposare in frigo.
(Coperta da una pellicola, lo devo precisare? Sennó vi prende l'odore di cipolla che avete due ripiani più sotto...)

- Mh! Quasi ci siamo...
- Quasi? E che vuoi di più?
- Panna, panna , panna, panna...
Ripete il mantra caseario con gli occhi fuori dal cranio, gialli come non mai.
Quando qualcosa supera le 150  calorie si eccita come un ossesso...
- E datti pace, su! Non ne abbiamo, di panna.
- Ah no?... E dalle profondità del frigo, nascosta dietro una busta di pecorino grattugiato, con la grazia per lui insolita d'un prestidigitatore, eccolo tirar fuori un vasetto di panna. E pure fresca...
- Maledetto, te ne approfitti perché il colesterolo è sceso un pochetto, vero?
- Macché, lo faccio per farti muovere quel sedere piatto che ti ritrovi!

Occhi al cielo, come sempre; e, come sempre, dentro di me so che ha ragione.
Per la mousse:
La crema di cui sopra
125 ml  panna montata
3 fogli di colla di pesce (6 g ca.)
Far ammollare i fogli di colla di pesce in acqua fredda, e intanto montare la panna.
La crema sarà ancora calda, no?
Bene, prendete la colla di pesce, strizzatela e mescolate bene il tutto.
Far freddare completamente la crema, prima di unire la panna montata.
Riempire degli stampini, o delle coppette e lasciate riposare in frigo per qualche ora.


- Sei contento, adesso?
- Mh, quasi!
- A Leppago', e datti una regolata no?
- No, non hai capito... Non voglio fare lo scassazebedei a tutti i costi ma è che prima, aprendo il frigo, mi sono accorto di una cosa...
- Oddio, che c'è! Sono sbarcati gli alieni e hanno stabilito una base nel mio frigorifero? Devo chiamare la Casa Bianca? Le redazion dei giornali? ... o il CIM?
- Ma no, macché alieni... Te le ricordi quelle due melanzane?
- Ah, sì, quelle dell'altro giorno!...
- Ecco, sì, quelle. Devi sapere che versano in gravi condizioni...
E mi prende a braccetto, portandomi nell'altra sala.
Il delirio non avrà mai fine...

Aforisma del giorno
E' un vero peccato che impariamo le lezioni della vita solo quando non ci servono più.
(Oscar Wilde)

Oggi ascoltiamo
Antony The Johnsons - Frankenstein

http://www.youtube.com/watch?v=XC5gPvfB84g

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