giovedì 31 gennaio 2013

Torta Délice

Lo so, non dovrei...
Ma, d'altronde, non fumo, non bevo e non gioco d'azzardo.
Le cosiddette "droghe ricreative" mi danno la nausea (sì, anche gli smacchiatori e le colle...)
E tutto 'sto sesso, poi?... non ne parliamo!
Cosa resta?
In questi giorni grami in cui tutto il mondo sembra impazzire sempre di più.
In cui tanti non capiscono più dove sta la destra e dove la sinistra, e non solo perché hanno perso la bussola.
In una società dove la prepotenza, la malafede e la faccia di bronzo (per non dire altro) hanno inevitabilmente la loro bella precedenza su tutto.
Cosa ci resta?
Ma un bel dolcetto, no?
Un "genere di conforto", come si dice in altri contesti.
Un po' come se, perduti in un bosco innevato e sferzato da una buriana polare, venissimo salvati da un enorme san bernardo con al collo, invece della solita botticella piena di grappa puzzolente da due lire, una bella sac-à-poche piena di deliziosa crema al mascarpone...
Che sogno...


Allora riprendiamo serenamente contatto con i glucidi e i lipidi, nostri inseparabili amici-nemici.
Facciamolo ancora, e ancora.
Basta poi regolarsi sulla misura, no?
Allora, una torta, e al cacao, per giunta.
Come base la mia amata Quatto quarti al cioccolato, la stessa della Torta Porella.
Dosi, ovvio, microinfinitesimali, sennó esco fuori con l'accuso, come si dice nel gergo dei giocatori di carte.
Per la farcia ho voluto provare una crema bianca, soffice e pannosa, quella (tanto per capirci) che viene usata per le merendine inustriali e che, secondo me, deve possedere un ingrediente segreto che crea dipendenza nei consumatori.
Una crema stupefacente, insomma.
Altro che droghe ricreative...
Manco a dirlo, in rete le versioni abbondano ed io, per amor di completezza, preferisco riportarle, se non tutte, almeno quelle che mi paiono valide.
Non si sa mai..

Versione alla crema di latte e panna
La più dolce e consistente.
Di solito io uso questa qui, ma spesso se ne vedono con dosi di zucchero e farina doppie.
Troppo dolci e troppo farinose, credo.
Riepilogando:
100 ml latte
25 g     zucchero
10 g     farina
Far bollire il latte, unirlo alla farina e lo zucchero, mascolando bene.
Portarlo a bollore e farlo addensare a fuoco basso per due minuti.
Si può aggiungere anche un cucchiaio di miele (diminuendo a metà lo zucchero) ottenendo una crema ben più saporita.
Va da sé che il latte si può aromatizzare con tutto ciò che viene in mente: cioccolato, caffè solubile, scorza d'agrumi grattugiata e/o spezie lasciate in infusione (arancia e cardamomo è la prossima...), oppure un po' di liquore.
Quel che non deve mancare, alla fine, quando la crema si sarà ben freddata, è la panna montata.
Per la dose da 100 ml di latte vanno bene 125 ml di panna.
Attenzione: in rete gira voce che alla crema di latte vada aggiunta la panna NON montata.
Ecco, questa è, come diciamo a Roma, una sòla (ossia una fregatura), visto che la panna liquida e non montata non fa che diluire la crema, rendendola della stessa consistenza della crema inglese.
Anzi, per renderla ben consistente andrebbe aggiunta anche della gelatina.
Nelle dosi di un foglio di colla di pesce per ogni 100 ml di crema.

Versione alla panna montata e miele
La più delicata e più vicina al modello délice.
Anche qui abbondano le dosi, ma credo che la più misurata sia questa:
250 ml panna
1 cucchiaio di buon miele
2 fogli di colla di pesce
Ecco, la sòla si nasconde anche qui, come in tutte le cose...
C'è che dice e giura sulla testa dei suoi figli che basta la panna montata assieme al miele.
Ma di questi giuramenti siamo ormai avezzi e smaliziati quindi ci chiediamo: come fa a mantenersi sufficientemente soda la sola panna montata?
Non la si deve montare troppo ferma, al limite del burro, perché la vogliamo soffice e delicata.
Quindi, giocoforza, ammolliamo la colla di pesce in acqua fredda, la sciogliamo poi in due cucchiai di panna scaldata e, fatto freddare il tutto, lo si unisce alla panna in fase di montaggio.
Il miele si può aggiungere a metà dell'opera, almeno non rischia di far smontare tutto l'ambaradam.

"Oh, che sbadata! - Direbbe la casalinga maldestra nascosta in ognuno di noi - Ma per una tortina così piccina questa farcitura è tanta. Non sarà mica troppa?..."
La panna, belli miei, non è mai troppa, specie se così ben condita.
Usiamo pure un anello per dolci, o un foglio di acetato abbastanza alto, come fu per la Torta Tapina, tanto per capirci.
Al primo strato di torta, la base, faremo seguire un dito di farcia alla panna, poi un secondo strato di bisquit e, poscia, altro dito di farcia.
E, in copp'a tutt'e ccose, l'ultimo strato di bisquit.
Far rassodare in frigo per almeno almeno due ore, se ce la fate, quindi glassare come più si preferisce.


Lo devo dire che, visto che ci stavo, ho preso la confezione da 500 ml di panna e l'ho usata anche per una ganache al cioccolato?...
Tanto, chilo più chilo meno...

Citazione del giorno 
Tutti abbiamo udito la donnetta che dice: "oh, è terribile quel che fanno questi giovani a se stessi, secondo me la droga è una cosa tremenda." poi tu la guardi, la donna che parla in questo modo: è senza occhi, senza denti, senza cervello, senz'anima, senza culo, né bocca, né calore umano, né spirito, niente, solo un bastone, e ti chiedi come avran fatto a ridurla in quello stato i tè con i pasticcini e la chiesa.
Charles Bukowski, Storie di ordinaria follia, 1972 

Oggi ascoltiamo

Gloria Jones - Tainted Love 

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