- Così...
- Così, come? Cosa ti frulla in mente?
- Niente...
- Ormai ti conosco meglio di me stesso, chissà perché. Cosa c'è che ti turba? O hai le turbe?
- Mah... pensavo...
- Sì?... - Come si rende l'accento d'interrogazione e insieme d'attesa senza ricorrere alla traslitterazione del terzo tono della lingua cinese? Un tono di voce che dapprima scende a picco e poi risale come un tuffo di cormorano verso una preda a noi invisibile. Qualcosa come, vediamo un po': "Sǐ?..." Bene! Amo più di ogni cosa al mondo il "Mappa caratteri": c'è dentro la mappa geroglifica di tutti i Paesi, anche quelli immaginati; c'è la Storia, la Cultura...
- No, dico...Visto che abbiamo comprato quelle ciliegie...
- Sǐ?... - Rende, rende, e senza rinunciare al mio amato terzetto di puntini...
- Pensavo... Ma mica ce le mangiamo tutte così, au naturel, no?
- Perché, ti pesano già? Ne mangiamo così di rado, visti i prezzi, e m'è parso di mettere un bocca un sorso di sole, stamani.
- E hai espresso il desiderio? - Sì, perché da una vita uso fare un piccolo gesto scaramantico ogni volta che assaggio un cibo la prima volta dell'anno: le prime pesche, le prime fragole, i primi cachi. In un mondo dove la stagionalità è andata a farsi benedire, questo è il mio modo di riappropiarmi di un ritmo vitale che altrimenti sembra perso tra gli scaffali del supermarket globalizzato.
- Sì, e ho chiesto che tu sparisca.
- Ma ora che me l'hai detto non vale più!
- Smettila, dài. Allora? Che hanno queste ciliegie così come sono? Una volta tanto che sanno di ciliegia, né troppo aspre né troppo stantie. Cos'altro desiderare?
- Be', magari...
- Sǐ?... - È una droga, non riesco a smettere.
- Magari, visto che sono così tante...
- Più di un chilo me ne hai fatte prendere, brutto rospo...
- Non sono un rospo, io...
- Fa lo stesso! Sentivo la mia mano presa come da spasmi inconsulti, che si muoveva da sola e prendeva, prendeva...
- Ormai è fatta, no?
- Sì, e la prossima volta ti tolgo la pelle e la vendo a qualche pellicciaio, per pagare il conto!
- Dicevo...
- Zitti, zitti, che gli si è sciolta la linguaccia!...
- Dicevo... Magari possiamo anche farci un dolcetto, no? Piccino piccinissimo e picciò!
- Ma io dico: ho finito adesso di scrivere un altro post sul Lardo di Colonnata da pubblicare prossimamente, sono pieno di ricette da repertorio che, messe tutte di fila, mi farebbero ricoverare all'istante, e tu mi chiedi di aggiungere un dolce? Un altro?
- Un dolcetto!
- Cosa penseranno quei quattro gatti...
- Ah, ti leggono anche i gatti? Bene, bene. Devo spargere la voce tra i miei parenti, allora.
-...Quei quattro gatti che si degnano di leggere le fandonie e gli spropositi che scrivo? Che, minimo minimo, sono uno squilibrato.
- Secondo me già lo pensano. E da molto, pure...
- Mrrrh! - Ovvero un "ringhio secco a bocca chiusa". Si capirà?...
- No, che mi metti paura!
- Mrrrh! Vai via, via! Pussa via, sciò!
- Ma una Schwarzwäld?...
- Una che?...
- Una Schwarzwälder Kirschtorte!
- Mh...
- Secondo me con queste ciliegie buonissime viene anche bene.
- Mh...
- Magari puoi anche farla diversa da quelle che leggi in Rete.
- Mh...
- Magari fai una Torta Calla di base...
- Mi hai convinto! Al lavoro!
Perché li chiamerebbero demoni, sennó? Suadenti e subdoli, seducenti e tentatori. Sanno quali leve tirare per ottenere la resa di noi, poveri esseri mortali.
Ovviamente parlo dei demoni interiori e archetipici.
Demoni laici, insomma.
La Torta (della) Foresta Nera, o anche Schwarzwälder Kirschtorte, per sublime capacità sintetica della lingua tedesca, si compone di tre elementi principali: base al cacao o al cioccolato (Pandispagna o altro), ciliegie, panna.
Tre cose sole per dare un risultato sublime.
Le variazioni sono molteplici, come molteplici sono i modi di presentarla, dalla più classica alla più fusion.
E visto che per base userò una Torta Calla (che amo alla follia, e anche corrisposto) perché non chiamarla allora Kallaschokoladekirschtorte?
Occorrono, come per ogni Calla che si rispetti:
150 g farina
200 g zucchero
40 g cacao amaro
100 g burro
2 uova
125 ml latte
1 bustina di vaniglina e 2 cucchiaini di lievito vanigliato
Si lavora a lungo il burro pomata con lo zucchero e la vaniglina fino a renderlo una crema soffice.
Si aggiungono, una alla volta, le uova, amalgamandone bene al composto prima di aggiungere il successivo.
Quindi si uniscono i secchi, cioè la farina, il cacao e il lievito ben setacciati, alternandoli con il latte.
Si versa il tutto in uno stampo da 20 cm e si cuoce a 170° per almeno 40 minuti.
Una volta ben fredda la si taglia in tre strati.
E qui comincia la danza...
Per la farcia
250 g mascarpone
250 ml panna da montare
2 cucchiai di zucchero a velo
Montare insieme la panna e il mascarpone. A metà dell'operazione aggiungere lo zucchero, setacciato.
E poi?...
Lavare e snocciolare 500 g di ciliegie, maledicendo il mostro (che poi siamo noi stessi) che ci ha spinto a imbarcarci in questa avventura.
Prendere un tegame, farvi saltare le ciliegie con un paio di cucchiai di zucchero e, se si preferisce, anche un po' di succo di limone.
- Perché non?...
- Mrrrh! -
Avevo del limoncello triste triste in frigo, e ho pensato di irrorarvi le ciliegie per dar loro un qualcosa in più...
- Si dice sprint!
- Si dice taci!
Si fanno raffreddare le ciliegie, quindi si inizia a farcire la nostra torta.
Si bagna la base con il succo che rilasciato dalle ciliegie, quindi si passa uno strato di farcitura.
Un terzo abbondante, almeno.
Quindi si immergono le ciliegie nel mare pannoso e si copre con uno strato di base. E fin qui ci siamo
Si ripete l'operazione con l'altro strato (due sono, quanti ne volevate?) e con la farcia rimasta si ricopre la superficie e il bordo della torta, aiutandosi con una bella spatola per dolci.
Tenere da parte qualche ciliegia per la decorazione della superficie.
Si può decorare il bordo della Kallaschokoladekirschtorte con delle codette di cioccolato, o con dei biscottini tipo savoiardi (sì, quelli...) messi tutti intorno a palizzata.
La superficie si decora solitamente con delle ciliegie immerse in nidi di panna distribuita con la sac-a-poche ma avendo un bel po' di ciliegie rimaste ho deciso di sparpagliarle a mo' di campo di pomodori sulla crema pammascarponata.
- Non se n'è accorto nessuno, visto?
- Certo, ma se lo dici tu ci faranno caso!
- È il caso di dire che viene bene, anzi benissimo anche così?
- Con le amarene sciroppate, dici?
- Sì, le amarene sciroccate...
- Come te! Sciroccato!
Sì, si possono usare anche le ciliegie sciroppate, meglio ancora le amarene, che da noi si trovano di due marche antagoniste, una con la confezione bianca e blu, l'altra bianca e rossa.
A mio parere quella bianco-blu è la migliore in assoluto, senza paragoni.
È quella che ho usato per un compleanno, rivestendo però la Calla di glassa al cioccolato e decorandola con delle scritte di cioccolato bianco e fondente.
E anche delle farfalle di cioccolato: prima una parte scura a seguire lo schema sottostante la carta forno, poi le parti in bianco, quindi unire con del cioccolato poggiando le due parti su un sostegno fatto di carta piegata a fisarmonica.
- In tal caso però non andrebbe chiamata Kallaschokoladekirschtorte...
- Ah no? E come?
- Conosco poco il tedesco, mi sono incarnato solo una volta in uno di loro ma il poveretto s'è suicidato dopo due mesi e...
- Chissà perché, eh? E come la chiameresti, allora, quella con le amarene?
- Mh... fammi pensare... Ecco, magari: Kallaschokoladesauerkirschetorte!
- Seee, bonasera!
Aforisma del giorno
C'est le commencement de la fin.
È il principio della fine.
Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord
Oggi ascoltiamo
Gary Jules - Mad World
http://www.youtube.com/watch?v=4N3N1MlvVc4
arg, Riccardo, ci sono proprio cascata con tutte le scarpe!!!!!!!!!!!!! Leggo "calla" e io che amo la Zantedeschia aethiopica, solo bianca eh, penso che tu ,dopo il messaggio non tanto criptico della morte della bilancia, ti sia rassegnato a una pausa glicemica e dedicato a un lieve involto di pasta sottile appena dischiuso su un ripieno di ciliegie e ricotta(?) jogurt(?) fiocchi di latte (che io chiamo espanso per la loro somiglianza imbarazzante con polistirolo in perle). Non, sicuramente, quel fermaporte goloso che c'è in foto! Finisco di leggere tutto, sempre godibilissimo, ironico, divertente e colto e continuo a non capire. Ma la calla dov'è? Ascolto anche Gary Jules, ma il riferimento non c'è. Non mi rassegno, sono una testona, lo so ,grazie, e finalmente gogglando scopro che è espressione in riccardese e significa ca(rame)lla nella sintesi di una unenne. E vai di amigdala, allora! Sempre là si va a parare! Uffa! 'notte lau
RispondiEliminaLau, lau, è la prima volta che mi si googla, e ne sono fiero! C'è sempre una prima volta, no?
RispondiEliminaMi piace la tua curiosità, la tua ironia, la tua sintassi folle da donna in corsa per le scale.
La musica, come gli aforismi, non sempre hanno un riferimento al tema del post.
Ho una lista di brani che voglio mettere a tutti i costi, altri che cerco appositamente, così come avviene per i detti del giorno.
Non sempre c'è una logica nascosta. Spesso solo caos, ordinato ma caos. Come la vita stessa, d'altronde.
Gioooorno.