È tornato! È lui! Proprio lui!
Per chi non lo sapesse ancora, il Corriere della Sera ha ristampato il mitico Manuale, assieme al I Manuale delle Giovani Marmotte...
Sono in edicola dall'8 di giugno ed ancora se ne trovano diverse copie in edicola.
Che dire...
Ho avuto un tuffo al cuore stamane quando l'ho visto là, bello bello, tra Men's Health e Airone...
L'unico libro che non sia sopravvissuto alle cure di mia madre, che conservava tutto, e dico tutto (compresi primi dentini e prime scarpine, tanto per dire).
Chissà che fine fece la mia copia, quella con cui passavo molti pomeriggi, imparando quello che la povera mamma non sapeva insegnarmi, negata com'era per la cucina.
Le Caramelle del Califfo Bargniffo, la Pinolata Biondo-Sveva e la Torta Imperiale Maria Luisa erano solo alcune delle molte ricette che diventavano personaggi fatti di tanti elementi, un gioco di mattoncini commestibili che andava fatto con cura e con amore.
A proposito, leggete qui sull'identità della vera Nonna Papera, sul blog di Sabrine d'Aubergine.
Vado a leggere...
una parola sola celo! L'originale e la nuova edizione anastatica, con i colori più vivi degli affreschi restaurati. corre via ciao Lappagore, lau
RispondiEliminae la mia copia chissà dov'è finita? :(
RispondiElimina- Conoscevo una demonia , nu paio di secoli fa, che si chiamava Anastatica...
RispondiElimina- Magari si chiamava Anastasia, Leppagorre, no?
- No, no, proprio Anastatica!...
- Ah, ecco... E com'era?
- Te lo puoi immaginare, no? A scuola...
- Scuola? E da quando i demoni vanno a scuola?
- ...Sì, uso la parola scuola perché sei un babbaleo e non capiresti. A due anni noi si va tutti a scuola, è la regola.
- Se lo dici tu... E cosa combinava a scuola questa demonietta?
- Te lo puoi immaginare, no? Copiava che una bellezza!...
- Mannaggia a me che ancora ti ascolto!...
- Non ci credi?
- Ma pussa via!
Amà, sapessi... Sto ancora piangendo "lacrime amare", come si dice a Napule, per la perdita della mia copia... Ma comunque mi costringo a non alimentare troppo il feticismo per gli oggetti. Solo con i libri mi rimane difficile, ma lo capisco pure: lo sfondo del blog pare il mio soggiorno...
RispondiEliminaBaciazzi
R
Ogni cosa al suo posto. Quasi. C'è una teoria bella che sostiene esista un folletto in ogni casa. Il suo compito? Nascondere gli oggetti. Sei sicura/o di aver appoggiato la ricetta da portare in farmacia vicino alle chiavi, decidi di affrontare tossi altrui (sì, sì c'è l'influenza estiva, almeno a milano) decidi di sopportare la coda perenne, la gente addosso, "guardi che se si sposta di 20 cm non perde la sua postazione", decidi di condividere l'aria annoiata del farmacista-commesso che a ogni ricetta ti trasmette la sua disperazione per quei, almeno 36 mesi, di studio così sprecati e sorpresona, la ricetta non c'è più! Eppure? sei solo in casa, ma dove l'avrò messa? Non ci cascare. E' il folletto che sta giocando con te. Fingi distrazione, attenzione a tutto il resto del mondo, vai a bagnare le piante, metti in ordine il frigo(io) o la cassetta degli attrezzi (forse, tu) Ma, fondamentale, non ti scoprire, non dimostrargli nulla, Lui, offeso, te la farà ritrovare, per cercare un nuovo gioco. Il libro sul folletto, non lo trovo più. Qui deve essere arrivato uno nuovo.
RispondiEliminamannaggia, senza firma, no mai, già questo non mi prende né url nè open, nè aim, nè, nè, almeno iomiloanese-laura. ecco dove è andato a parare il folletto!
RispondiEliminaAh, ecco! Allora è colpa del folletto, non del rincoglionimento pre-senile che mi contraddistingue!
RispondiEliminaAllora è quell'essere dispettoso, un po' monacello napulitano, che mi nasconde le cose e me le fa ritrovare dopo due o tre giorni, quando ovviamente non mi servono più.
Allora è lui che quella volta mi ha cambiato di posto le chiavi della macchina e mi sono ritrovato a chiudere la porta di casa con la faccia ebete del "troppo tardi!..."
Allora è lui che mi fa nasconde confezioni di cibo che ritrovo poi in posti impensati e, ovvio, con la data di scadenza ampiamente sorpassata da buoni tre mesi almeno.
Ecco di chi è la colpa.
Quasi quasi gli aizzo il gattaccio Leppa, che se ne farà un sol boccone e via.
E tutto, come per magia, rimarrà al posto assegnatogli senz'alcuna interferenza.
Quasi quasi...
no, non farlo. Ti prego , non farlo. Non scatenargli contro il felino.Ti ho svelato il trucco, no? Fingi. Disinteresse, remotezza ( o si dice remotaggine) mostrati assorto. Se gli dimostri di essere in+++++to, lo diverti. Ma ti farà uscire pazzo. Se lo ignori, forse, può essere, magari, che si stanchi. Ma non è così automatico.lau
RispondiEliminaOddiobbono (sempre si fa per dire) allora viviamo in menti e case infestate...
RispondiEliminaMi ritroverò sul parapello del ponte con le mani in testa tipo "L'urlo" del poro Munch...
Bene, calma e sangue freddo: non esiste, non esiste, non esiste, non esiste, non esisto...
Ho trovato il librino e guarda un po' il titolo è "gli gnomi mangioni", Kellermann Editore, 2010. Non aggiungo altro. Ne ho due copie:iomillau
RispondiEliminaMa questa è la sindrome di Tlön...
RispondiEliminaPian piano spunta un libro, poi un vecchio articolo di giornale, poi una trasmissione in bianco e nero ripropone un'intervista a uno di questi gnomi mangioni...
In breve tempo tutto si farà Tlön, o comunque si chiami il mondo di questi folletti infestanti (e mangioni) e pian piano, prima di rendercene conto, tutto sarà definitivamente e irreversibilemente Tlön.
E noi, allora, saremo gli gnomi infestanti nelle loro (ormai loro) case, e dovremo far loro sparire degli oggetti o compiere piccoli innocenti dispettucoli per farli accorgere della nostra esistenza.
E forse un giorno, quando crederanno abbastanza in noi, torneremo ad esistere. Chissà...