- Già...
- E che meraviglia ogni volta trovarsi di fronte a una di queste opere!
- Già...
- Ma dimmi un po', ti stai annoiando, forse?
- Mah, a me 'sta roba pare tutta uguale. Una volta dipinto un albero cos'altro vuoi aggiungere dipingendone un altro?
- Sei proprio un buzzurro, sai. A me invece ogni volta che torno in un museo che pure conosco bene pare che ci sia sempre qualcosa di nuovo, che non avevo visto prima, qualcosa di inaspettato. Mi succede anche quando passeggio per le vie di Roma. Magari alzo gli occhi e vedo una decorazione, un fregio o una cariatide di cui non m'ero mai accorto prima.
- Mi sa che sei distratto, e basta, ecco perché.
- Mi sa che assomigli a certi mariti, caro Leppa. Non è che hai da qualche parte la radiolina per seguire le partite? Fa' vedere un po' se qui c'è l'auricolare...
- E lascia, che mi stropicci tutto il pelo. Uff... con queste mani da scaricatore di porto!...
- Ha parlato l'aristogatto!
- Mamma, mamma, hai visto quel signore? È...
- Fermo, Matteo, non si indicano le persone. Vieni, su... E non ti voltare o ti do un ceffone che te lo ricordi fino a Pasqua!
- Ma cosa si guardano questi qui?
- Boh, ti avranno scambiato per qualche personaggio televisivo. Magari uno di quei venditori di anelli o di tappeti, chissà.
- Che spiritoso! Però, guarda... strano, mi passano vicino ed è come se mi scrutassero...
- Non è che ti sta venendo quella malattia mentale per cui...
- No, no, non sono mai stato paranoico... finora. Eppure, che strano, mi sento un po' osservato...
- Vieni, usciamo, sarà ora di andarcene, no?
- Mah, che vuoi che ti dica... Ma cos'è laggiù? È una sala dove non ci sono nuovi dipinti, la conosco bene. Ci saranno almeno trenta persone... E perché mi guardano così?
- Su, dài, andiamo a casa, che ho fame. Non volevi fare quella pasta insolita che...
- Sì, ma aspetta, qui c'è qualcosa di strano... Non è che c'entra forse il tuo zampino demoniaco, forse?
- Io? Me possino acciaccà! Ma se sono sempre stato vicino a te, non te ne sei accorto, forse?
- Sì, però... fammi andare a vedere un po', sono curioso.
- E dài, su, andiamo a casa, cosa vuoi che sia un dipinto che già avrai visto mille e mille volte!
- Aspetta, aspetta, adesso che tentenni voglio proprio andare a vedere!
- Ho fame! Voglio le trenette con gorgonzola e noci! Voglio il petto di pollo all'orientale! Voglio...
- Oh, che importuno che sei! Fammi un po' vedere che cosa stanno vedendo queste pers...
La Sora Jole col Babboncino
Leonardo da Vinci, 1488 ca.
- Ho fame!Leonardo da Vinci, 1488 ca.
- No!
- Ma sto morendo di fame! Mi farai diventare piccolo come un nutrino!
- Neutrino, si dice, e poi hai abbastanza grasso da sopportare un po' di digiuno, gattaccio malefico!
- Ma hai visto come ti guardavano tutti? Quei tre giapponesi t'hanno persino fotografato!
- Figurati, quelli si fotografano tra loro con tanto di sfondo di secchi dell'immondizia, cosa vuoi che capiscano...
- Secondo me però stavi bene.
- Hai rimesso tutto a posto?
- Sì, è la centesima volta che me lo chiedi. Al posto tuo è ritornata Victoria Cabello, come prima.
- Ma non era... Oh, ma che ti sto a dire a te? Andiamo a mangiare, va, è capace che così ti calmi.
- Finalmente! Era ora!
Quando i tempi si fanno difficili... E QUELLI CHE CREDI AMICI NON SOLO NON T'AIUTANO MA T'AFFOSSANO...
- Guarda che è inutile che urli, ci sento, eh? E poi a chi ti riferisci?
- Che c'è sei paranoico, forse? O ti sei forse scordato della Dama Barbuta?
- Dama Barbuta sempre piaciuta, no?
- Vattene o ti tiro un cacciavite a stella!
- E quanto sei fumino! Vado, vado... Chiamami quand'è pronto.
Appunto, altro che croce sul Golgota, con questo qui... Chissà se riesco a sbolognarlo a qualcuno.
Dicevo, quando le cose assumono un color seppia tendente al grigio piombo ci si rifugia nei generi di conforto.
E quale miglior genere di conforto che il cibo? Sembra fatto apposta.
Il capufficio è una carogna dimenticata dagli uomini che puzza de moriammazzato?
Vai con la tavoletta di cioccolato fondente. Pratica, comoda, la porti sempre con te e la magni quando vuoi.
Il tuo ex meriterebbe un caffè corretto con tanto di dose king-size di purga ad effetto immediato o di una trentina di gocce di mitilene che gli farebbero venire la pipì blu con conseguente spavento da ricovero?
Un tiramisù ci sta un amore, ma non al caffè, però. Innervosisce.
Hai attorno a te dei colleghi che sembrano un'accolita d'ubriachi senza vino che non sanno neppure grattarsi le pudenda?
Bavarese all'arancia, fresco fresco. E tutto passa.
Se poi uno preferisce il salato la scelta non manca di certo.
Un parente-serpente ha schizzato più nero d'una seppia impazzita?
Pizza, pizza e sempre pizza. Due pezzi con pomodoro e mozzarella e un supplemento in bianco, magari funghi e gorgonzola.
Un amico si sta comportando da Giuda Excarota (come direbbe la Marini parodiata dalla Guzzanti)?
Kebab al volo. Con tanta tanta tanta cipolla, e piccanterrimo.
È arrivato un pagamento imprevisto per cui dovrai vendere un rene e parte della milza per rimediare il contante?
Carbonara, subito. E con un chilo di pepe sopra, mi raccomando.
Ma se uno si ritrova a casa con il proprio demone, che cattivo non è...
- E direi! Dov'è che lo trovi uno come me, che ti tiene così compagnia?
ANCHE SE ANDREBBE MASSAGGIATO CON UNO SCHIACCIASASSI in prima e retromarcia, ininterrottamente...
- Ho capito, ti girano li zebbedei... Vado.
Ecco, quando uno si trova in questa condizione occorre qualcosa che faccia smuovere le mani, che so un impasto, una crema pasticcera doppia, una...
Una polenta!
- Ma non è ancora aprile! E che la fai col freddo?
- Ti chiudo nel congelatore, eh? Dov'è l'anice, dove l'ho messo?...
- Vado, vado, vado! Uff...
Inutile dare le dosi di una polenta, non lo fa nemmeno l'Artusi figuriamoci se lo farò io.
Dico solo che una parte di farina di mais va bene con 3-4 parti d'acqua.
Circa, e lo scrivo apposta in neretto.
In acqua bollente e salata si getta a pioggia la farina iniziando a mescolare per non formare i grumi e...
...finendo di mescolare dopo almeno mezz'ora.
Sì, lo sappiamo tutti, è una palla al piede che metà basta, ma vuoi mettere star lì a girare e girare e girare, con quella lava gialla che fa plof-plof e rischia di ustionarti la pelle in ogni momento?
Solo così non si pensa ad altro.
Garantito.
La polenta poi è come il pane la pasta e il riso: ci si mette sopra e dentro di tutto.
Quindi, vediamo, ho due vaschette di fegatini di pollo, saranno circa 800 g o giù di lì...
Li trifoliamo come già sappiamo fare, quindi li sminuzziamo e un terzo della padellata li riserviamo per un ragù, il resto ci farciamo il timballo di polenta.
A pranzo una generosa scifa di polenta al ragu, con una dose massiccia di vin rosso.
Sì, lo so, non c'entra, ma a noi barbari piace assai il pecorino sul ragù di fegatini.
E quando si ha l'autocoscienza si ha tutto, signora mia...
Il resto della polenta, visto che nessuno dà mai le dosi e inevitabilmente avanza sempre, ne faremo un timballo.
E poi, io dico: quando uno decide di sobbarcarsi la faticaccia una volta meglio trarne il miglior vantaggio dotandosi di una bella scorta di polenta da fare in tutte le salse, no?
Appena cotta la si stende non troppo spessa sulla spianatoia e si lascia raffreddare, o diacciare, come direbbe Zio Pellegrino.
Si taglia poi in pezzi con cui si comporrà il timballo.
Sul fondo di una pirofila imburrato si forma un primo strato di polenta a fette, poi la farcia scelta e quindi si ripete l'operazione.
La lasagna, o il timballo, sono il perfetto esempio di un algoritmo culinario.
Direi comunque che al gusto marcato dei fegatini non aggiungerei nient'altro che un po' di formaggio...
- Gorgonzola!
- Zitto!
- Pecorino grattugiato a secchiate!
- Ti do una secchiata io, a te, ma di anisetta, così impari!
- Cattivo...
Però magari una scamorzina fresca ce la metterei, ci sta tutta. No?
Si fa gratinare in forno e si gusta bella calda e...
- Ma questo chi è?!
- È Lino, un amico mio, l'ho invitato a cena. Ti piace la polenta coi fegatini Linuccio?
- Non molto, ma non disturbarti, mi sono portato il pranzo. Basta stare in compagnia, no?
- Io esco pazzo, lo so già...
- Ma scusa, eh, mica lo potevo lasciare in braccio alla Cabello, no? Sono cinquecento anni che se lo alliscia, poverino, aveva bisogno di un po' d'aria, no?
- Anch'io, mi sa... Esco, non mi aspettate per cena. E... piacere d'averti conosciuto, Lino. Ogni amico di Leppagorre è mio amico.
- Grazie, molto gentile... Guardi, le lascio questo bocconcino per sdebitarmi del disturbo che le sto arrecando.
- Ma si figuri... lo mangi, lo mangi, che freddo non è più buono. Io vado, allora. Noi due facciamo i conti dopo, capito? E riportalo al museo. Ah, e fagli cambiare la livrea, che nel quadro non c'era la neve...
- Ma non resti nemmeno a cena?
- Ciao Leppa, meglio di no. Di nuovo signor Lino, arrivederci!...
- Arrivederci! Tante cose!...
Altre?... oddiobbono...
Detto romano del giorno
Quanto fa er bon esempio, nun fanno le bbòne parole.
Quello che fa il buon esempio non lo fanno le buone parole.
Oggi ascoltiamo
Al Green - Lean on me
http://www.youtube.com/watch?v=4QzpSeDsHIw
a cracovia, a cracovia...subito! Ma babà ti vedo deperito, hai le zampine maaaaaaaaaaaaaaagra magre, non seguire la "sua" dieta eh. Cara sora jole, con la polenta avanzata, tagliata a dadi, tuffata in acqua bollente, ci si ritrova con gnocchetti che sono " 'n amooore" e poi se c'è il ragù di fegatini con salvia e alloro, è festa! Che dici, Amanda, lo perdoniamo? Io mi stufo a essere arrabbiata, e poi per me lo sforzo c'è! buona giornata
RispondiEliminaUh, guarda caso ho proprio della polenta avanzata, e anche un sugo di fegatini.
RispondiEliminaEcco, ho già trovato cosa far per pranzo.
Non istigare Babà, che già ha avuto la sua parte, e in ogni occasione (cioccolato e cipolle esclusi, ovvio),e non è tipo da tirarsi indietro a nulla, il piccolo sprocedato.
A Cracovia ormai è rimasta la Cabello, come prima... Leppa è scatenato, sarà per via del solstizio che s'avvicina, chissà.
Orvuaaar!!!