sabato 8 dicembre 2012

Angelica delle Sorelle Simili

Chi s'interessa di panificazione (o Arte Bianca, come poeticamente la si definisce) sia per diletto che per mestiere, conosce senz'altro, almeno di nome, le Sorelle Simili.


Margherita e Valeria sembrano due personaggi da fiaba, e come i personaggi mitici sono oramai universalmente chiamate soltanto "Le Sorelle Simili".
E davvero simili sono, visto che sono anche gemelle...
Nascono panificatrici, visto che il forno di famiglia, a Via San Felice, a Bologna, le accoglie già dal '46, e da allora la loro passione e la loro maestria le ha fatte diventare un punto di riferimento in tutta l'area emiliana.
Col tempo poi la loro fama s'è diffusa ben oltre i confini regionali: dal 1986 al 2001 le Sorelle hanno iniziato a tenere corsi di cucina nella loro Scuola, che è diventata presto famosa in tutto il mondo.
Immaginate la scena: italiani, sì, ma anche europei, americani e giapponesi; tutti a Bologna ad imparare a fare il pane e la pasta fatta in casa dalle due Maestre.
Il loro "Pane e roba dolce" è diventato, ormai da anni, un classico del settore.
Da questo prezioso libretto ogni blogger o appassoinato di cucina ha tratto almeno una ricetta preferita e l'ha riproposta in Rete.

Purtroppo non conosco le Simili se non di fama, e nel mio spirito cuciniero pungola perenne il rammarico di non aver potuto seguire a suo tempo un loro corso, anche breve, di panificazione.
Chi mi conosce è prima o poi incappato nel mio panegirico a tema "Sorelle Simili", del quale ho fatto la testa come un pallone a chiunque mi chiedesse come mai mi fosse venuta in mente l'idea di panificare...
Che darei per un corso delle Simili...
Quando ad insegnare è lo chef fighetto che per effetto delle mode o di qualche giravolta benigna della sorte si ritrova sbalzato sulla cresta della notorietà fatta di comparsate in ogni possibile programma televisivo ti prende lo sconforto...
Quando ad insegnare sono i cuochi improvvisati, che fino a ieri l'altro non sapevano neppure la differenza tra lo zucchero e il sale e che oggi girano l'Italia con i loro corsi full-immersion imbevuti di quel che loro hanno imparato in due mesi ti prende lo sconforto...
Quando ad insegnare sono invece dei professionisti che conoscono da anni e fin nelle più intime fibre i materiali che vanno a trattare ma sono, allo stesso modo, anche dei dilettanti, nel senso etimologico del termine, visto che il loro è sì lavoro ma anche diletto, passione e gioia di creare da poche cose, quasi dal nulla, qualcosa di buono, allora ci si sente scaldare il cuore.
Ad avercene di persone così...

A me piaceva l'idea di provare un nuovo lievitato dolce, che fosse anche facile da fare, e facile lo è senz'altro, grazie alla guida delle Simili.
Per l'Angelica occorre la solita trafila dei lievitati, un po' lunga ma che dà ottime soddisfazioni se si seguono alcuni accorgimenti (che non sono dogmi, ma consigli; visto che altrimenti la ricetta non riesce, o riesce male...)

Fase 1) - Lievitino:
135 g  farina manitoba
13 g    lievito di birra
75 g    acqua
Si impastano velocemente gli ingredienti e si lasciano lievitare al coperto per circa 30'.

Fase 2) - Impasto:
400 g    farina manitoba
75 g      zucchero
120 g    latte tiepido
120 g    burro
3           tuorli
1 cucchiaino di sale
Si uniscono in una ciotola la farina, lo zucchero e il sale.
Vi si aggiungono quindi il latte tiepido, i tuorli e il burro ammorbidito.
Si lavora bene, stirando e battendo, fino ad ottenere un impasto elastico ed omogeneo che si stacchi dalle pareti della ciotola.
Rovesciare quindi sulla spianatoia, unire il lievitino e lavorare bene fino ad amalgamare perfettamente i due impasti.
Mettere nella ciotola e lasciar lievitare, coperto e al riparo dalle correnti d'aria, per un paio d'ore, fino al raddoppio del volume.
L'impasto si passa quindi sulla spianatoia e, senza lavorarlo troppo, lo si inizia a stendere.
Si dovrà ottenere uno spessore non troppo sottile, circa 2-3 millimetri, sul quale distribuire la farcitura.

Per la farcitura:
75 g    uvetta
75 g    scorza d'arancia candita
50 g    burro fuso
Pennellare con abbondante burro fuso lo strato di pasta e versarvi sopra l'uvetta, lasciata precedentemente ad ammollare in acqua tiepida e poi scolata e asciugata con un panno.
Spolverare con la scorza d'arancia tritata.
Arrotolare la pasta dal lato più lungo e poi, con molta attenzione si taglia il rotolo in due con un coltello affilato e sottile, infarinandolo ogni tanto.
Separare i due pezzi tagliati ed intrecciarli, lasciando la parte tagliata il più possibile verso l'alto.
La treccia si chiude poi a ciambella e la si pone su carta da forno, direttamente sulla teglia, pennellandola con burro fuso.


Lasciare lievitare ancora 30-40' al coperto.
Dovrà praticamente raddoppiare.
Infornare e cuocere a 200° per 20-25'.

Volendo si può ricoprire a fine cottura l'Angelica con una glassa d'albume e zucchero:
150 g    zucchero a velo
1 chiara d'uovo
Diluire la chiara con lo zucchero ottenendo un composto piuttosto denso e con questo spennellare l'Angelica appena uscita dal forno, lasciandola asciugare.
Se la glassa risultasse ancora troppo liquida ripassarla 30 secondi in forno.




Aforismi del giorno
Tutti coloro che sono incapaci di imparare, si sono messi ad insegnare.
Oscar Wilde

L'arte di insegnare consiste tutta e soltanto nell'arte di destare la naturale curiosità delle giovani menti, con l'intento di soddisfarla in seguito.
Per digerire il sapere, bisogna averlo divorato con appetito.

Anatole France, Il delitto di Sylvestre Bonnard, 1881


Oggi ascoltiamo 
Le Vibrazioni - Angelica (live at Top Of The Tops)
http://www.youtube.com/watch?v=eOyG0Mt3Hg0



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