venerdì 31 maggio 2013

Кащеппепе (Kaščeppepe) - Sì, vabbè: Cacioeppepe

Direttamente dalle rive della Volga (che in russo, ebbene sì, è femmina) una ricettina semplice semplice, che si avvale di pochi, semplici ingredienti:
Спагетти (Spaghetti), oppure тоннарелли (tonnarelli) o, a piacere, i pигатони (rigatoni) se si preferisce il formato corto;
Пепе (Pepe);
Пекорино сыр (Cacio pecorino).
E qui c’è l’annosa diatriba tra chi usa il Красноярский сыр (ovvero il pecorino di Krasnojarsk) e il Иркуцкий сыр (cioè il pecorino di Irkutsk). Il secondo è effettivamente meno piccante ed è oggigiorno più usato, anche se la ricetta tradizionale nasce effettivamente con l’uso del primo.
Qualcuno fa addirittura risalire a questa spaccatura tra fazioni casearie la vera ragione del crollo del regime sovietico.
Erano gli anni della Perestrojka e della Glasnost', per chi se lo ricorda, e il presidente Gorbačev si trovava circondato da un campo minato cosparso di tagliole avvelenate. Stretto da tra le bordate delle fazioni nemiche, nel 1991 cercò di sedare gli animi con la ratifica di un’apposita legge che consentiva l’uso di entrambe le varietà di formaggio, ma il golpe d’agosto fece precipitare la situazione. Altro che Janaev, Jazov e gli altri buzzurri della stessa risma: il colpo di stato fu organizzato dai partigiani del pecorino di Krasnojarsk.
Da quel giorno la Storia non sarebbe stata più la stessa…
A parte gli scherzi, dedico questa ricettina all'amicizia tra i nostri due popoli: sentimentali, passionali, irruenti, caparbi e soggiogati da una classe dirigente indifferente e dispotica (i Russi? gli Italiani? fate voi...)


Ma veniamo alla ricetta, che è meglio, va...

Ci sono cose nella vita che ci rendono pateticamente ridicoli anche ai nostri stessi occhi.
Sono quei casi in cui non si può invocare una storta sporadica quanto un ostinato incaponirsi.
E non ci basta, no: più ci cadiamo e più ci ricadiamo, e avvinti dalla coazione a ripetere la nostra  dabbenaggine insistiamo, rotolandoci in una rete senza scampo in cui stiamo ormai dentro, come si dice, con tutte le scarpe.
Ecco, mangiare per settimane spaghetti cacio e pepe solo per trovare la ricetta "giusta", be', lo so da me, ha del ridicolo.
Ma già l'ho detto altre volte: un piatto all'apparenza "banale" per quantità di ingredienti non è detto sia anche semplice nell'esecuzione.
Provate a fare la "cacio e pepe" come si deve e poi mi direte: ah, sì, è immediata, eh? Che ce vò?
Sì, sì, allora fatela e ditemi quanto pecorino sprecherete nel tentativo di ottenere un condimento che non rimanga brodosa né si appallottoli miseramente attorno alla forchetta.
Era semplice, vero?
Ma il "segreto" c'è, ed è il giusto equilibrio tra formaggio e acqua di cottura della pasta che, leggermente colloso per l'amido contenuto, forma una cremina della giusta consistenza.


Per ogni 100 g di pasta (a persona, ovviamente; per meno neppure metto l'acqua sul fuoco...) occorrono circa 20-25 g di pecorino e pepe a volontà... Tutto qui?
Ah, certo: e l'amido della pasta dove lo mettiamo?
In una ciotola (di coccio o di ceramica sarebbe meglio, e leggermente riscaldata meglio ancora) mettere il pecorino e amalgamarlo a qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta, formando una salsina non troppo asciutta.
A cottura ultimata (tenere da parte ancora un po' d'acqua, per ogni evenienza) versare la pasta nella ciotola e mescolare con cura per distribuire bene questa manna cremosa.
Se la pasta, come avviene di solito una volta scolata, tendesse a puppare, aggiungere un cucchiaio o due d'acqua di cottura, e mescolare velocemente.


Checché se ne dica la morte sua sono i tonnarelli all'uovo.


Cosa m'ha insegnato questa semplice e complicata ricetta?
Che l'arte della cucina non è solo conoscenza, né è solo passione ma è anche una sorta d'ineffabile talento nel capire, al volo, quasi per una sorta di istinto segreto, le giuste dosi, i giusti tempi e i gesti adatti.
Ma dato che sono pecione questo non è evidentemente il mio caso...

E intorno a un tavolo, con un bel fiasco di vino dei castelli, si canta tutti assieme: 
A мы говорим его, а мы делаем его...
E noi je dimo, e noi je famo ...

Detto russo del giorno 
Я последняя буква алфавита 
"Io" è l'ultima lettera dell'alfabeto.
La lettera я è l'ultima lettera dell'alfabeto cirillico e in russo vuol dire "io".
Quindi è come dire: la boria e l'egocentrismo sono ridicoli perché la parola "io", come la lettera, viene sempre per ultima.
E invece in inglese la "I" ("io") oltre a stare nel mezzo viene scritta pure in maiuscolo, pensa te...

Oggi ascoltiamo
Eugenio Finardi & Vladimir Vysotsky - La ginnastica (Utrennjaja Gimnastika)

http://www.youtube.com/watch?v=vWGZBg5XcVM

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