Quando decidi, o ti viene chiesto, di fare una torta per un compleanno in genere, e dico in genere, ci si rifà a cose già viste e si attinge a ricette collaudate.
Tanto "per non fare brutta figura" direbbe il borghese piccolo piccolo dentro ognuno di noi.
E allora ecco tirar fuori dal Mondo dello Zucchero le cose che crediamo far parte del bagaglio della femminilità più stereotipata (e quindi borse, trousse e scarpe) o della maschilità in stile relax (lo sport preferito e più o meno praticato o busti di tette-zuccotto a profusione).
Poi c'è chi non s'accontenta di mettere fiocchi e nastri di zucchero, che ne ha le tasche piene di cerchi e striscioline colorate: tanto valeva fare una crostata e tanti saluti, allora.
Ecco, secondo me la torta di compleanno decorata dev'essere personalizzata, deve quindi mirare proprio a chi la riceve, con ironia e fantasia.
Un po' come la caricatura, che non è ritratto ma, spesso, va molto più a fondo di questo nel cogliere ciò che fa di una persona la sua unicità.
In un mondo ideale sarebbe proprio così...
Ma dato che io sono maldestro, broccione (ovvero mani di ricotta), pecione e anche poco paziente, quella di cui sopra è spesso solo una dichiarazione d'intenti, una lotta tra la mia natura pesante e il mio spirito leggero.
Un po' come l'ippopotamo col tutù di disneyana memoria...
E comunque, anche se i risultati non corrispondono (quasi mai) alle nostre aspettative credo che vale (1) pur sempre la pena di provarci, no?
Questa è l'ultima "creazione":
Ora, c'è da dire che non è affatto vero che i gufi e le civette portino sfortuna, ci mancherebbe...
Anzi, da un po' di tempo è invalsa una simpatica credenza all'opposto, per cui pare che il simpatico rapace notturno attiri invece la sorte benigna.
La superstizione si sa è sempre deleteria, ma almeno quella che dà valore positivo agli animali evita incresciosi atteggiamenti da parte degli umani meno razionali.
Lo sanno bene i poveri gatti neri...
E cosa augurare allora a chi si vuole bene se non che tutta la sua famiglia abbia tanta, tanta fortuna?
Ma una famiglia di gufetti, no?
Per i personaggi mi sono rifatto alla tecnica dell' RKT (o Rice Krispy Treats) che ci permette di mettere in piedi oggetti anche voluminosi che non siano di peso alla torta.
In Rete c'è chi ci ha costruito un castello intero con tanto di torri e spalti (e la bimba che l'ha ricevuto in dono ha dovuto ovviamente mangiarselo tutto seduta stante, pena la riprovazione delle amichette).
Questi i gufetti abbozzati con i cereali:
E qui ricoperti di cioccolato plastico, fondente per i maschi di casa e al latte per le femminucce.
Ognuno di loro ha uno o più segni caratteristici che lo ricordano: lei, la festeggiata ha la nuova acconciatura con ciuffo-frezza
sbarazzino; lui, il marito, una linea decisamente curva; il maschietto
di casa la zazzera di capelli biondo scuri e il pallone da rugby, la sua passione.
E poi c'è la piccina, la tenerona, con le sue guanciotte rosse e il dolcetto che l'accompagna sempre e che lei chiama "calla" (sincope di caramella) e che significa "buon cibo dolce, uno qualsiasi, basta che me lo dai", nel suo personale linguaggio da bimba.
Poi dicono che i piccoli non hanno capacità di sintesi!
Ho usato una dose (da 100 g di cioccolato) per il cioccolato plastico al fondente, e altrettanta di cioccolato al latte.
Per scrupolo me ne sono anche preparata una al cioccolato bianco, con cui ho fatto le rifiniture chiare dei personaggi, del tipo le penne della pancia del gufomarito e la frezza della gufamoglie.
E poteva mancare forse il nuovo ingresso in famiglia?
Quel Babà cane di più padroni che ha conquistato tutti? Non sia mai:
La torta è basata su questa ricetta proposta da Sabrine d'Aubergine per un compleanno.
Il suo modo di descrivere le cose (e il cibo) mi rapisce ogni volta e le foto poi fanno proprio venir voglia di entrare nello schermo. Così ho voluto provare anch'io questa base al cioccolato, modificandone però la farcia.
Per la base
150 g farina
200 g zucchero
40 g cacao amaro
100 g burro
2 uova
125 ml latte
1 bustina di vaniglina e 2 cucchiaini di lievito vanigliato
Il procedimento è quello solito delle paste montate.
Lavorare a lungo il burro (lasciato ammorbidire a temperatura ambiente) con lo zucchero e la vaniglina finché non diventa una crema soffice.
Aggiungere, una alla volta, le uova, amalgamandole bene al composto prima di aggiungere il successivo.
Unire i secchi, cioè la farina, il cacao e il lievito ben setacciati, alternandoli con il latte.
Versare in uno stampo da 20 cm e cuocere a 170° per almeno 40 minuti.
La torta si può preparare anche il giorno prima, così avrà tutto il tempo, freddandosi, di stabilizzarsi.
Una volta fredda livellarne la superficie e tagliarla in tre strati.
Per la farcia
200 g mascarpone
200 ml panna da montare
400 g fragole
250 g arance (circa 3)
60 g zucchero (5 cucchiai circa)
Tagliare a pezzetti le fragole, unirvi le arance pelate al vivo e fatte a pezzetti e unirvi lo zucchero.
Montate insieme la panna e il mascarpone.
I due ingredienti viaggiano d'amore e d'accordo sotto le fruste elettriche: per montare, infatti, la panna deve contenere almeno il 35% di grassi, e se gli si aggiunge il mascarpone, che (ahinoi) ne contiene il 47%, l'operazione risulta persino facilitata.
C'è anche da dire che se si unisce invece il mascarpone a posteriori, cioè a panna già montata, si rischia di smontare la fragile impalcatura di particelle grasse ed aria che con tanta pazienza si ha avuto la cura di costruire.
Scolare bene le fragolarance dal sughetto che si sarà formato (si sa, signora mia, lo zucchero è così igroscopico...) e che conserveremo con cura.
Disporre il primo disco di torta in un anello d'acciaio e bagnarlo col sugo di fragolarancia.
Farcire quindi con metà della pannamascarponata e con la frutta a pezzetti.
A seguire il secondo disco di torta, bagnato anch'esso e farcito con l'altra pannamascarponata rimasta e con altra frutta a pezzetti.
A coprire l'ultimo strato di torta, che bagneremo un poco con il sugo rimasto.
Far rassodare in frigo un paio d'ore almeno.
Per decorare
125 ml panna montata
450 g MMF (circa)
Tolta dal frigo la torta (un bisticcio ci voleva no?) occorre passare la lama di un coltello sul bordo dell'anello d'acciaio prima di liberarla, altrimenti si rischia di vederla scatafrombolare (2) come un ghiacciaio per effetto dell'effetto serra (un altro bisticcio ci voleva, no?...)
Ricoprirne la superficie di panna montata e quindi farvi aderire una sfoglia di MMF del colore che si preferisce (a me piace il violetto, in linea con i gufetti porta-fortuna).
Pensavo che la torta di Sabrine, livellata dalle asperità e ridotta a 4 cm d'altezza fosse troppo bassina per farne una torta di compleanno ma, ovviamente, mi sono dovuto ricredere: tra doppia farcia (che lei aveva invece distribuito in un unico strato) e ricopertura di panna e MMF alla fine ho ottenuto una torta alta quasi 8 cm. Miscredente!
A seguire, tanto altro MMF di repertorio e quello che la fantasia ha fatto venire in mente.
Quindi, su un pannello di legno ricoperto di MMF verde per simulare un prato fiorito, il colore di tanti fiori e, sopra, la nostra torta, su cui troneggia Lei, la festeggiata.
E vicino a lei, sul prato, le persone che ama.
Questa la tortina in sezione:
Auguri, Marzia!
Oggi ascoltiamo
Happy Birthday, Owl Style!
http://www.youtube.com/watch?v=6z-082qaYOo
NOTE
1) Sì, uso il modo indicativo e non il congiuntivo perché questa non è una cosa in cui credo col beneficio del dubbio: sono davvero convinto che è così. Quindi, modalità della certezza.
2) Cadere rovinosamente a terra, spatasciarsi.
Non solo è stupenda, ma sembra decisamente buonissima....e te lo dice una "gufara" convinta...non nel senso che porto sfiga, sia ben inteso :-) colleziono gufi da più di 10 anni, prima che diventasse una moda. Questa torta è FAVOLOSA!!!!!
RispondiEliminaGrazie cara, gentilissima.
RispondiEliminaIn effetti era talmente bbona che la festeggiata ha fatto bis con annesso tris...
Sì, le torte decorate possono essere belle ma DEVONO essere buone.
Sennó risultano tutta fuffa, come quelle di tanti famosi "cake-designer" che impazzano in tv e sulla Rete.
La sostanza poi la forma.
E noi diventiamo sempre più larghi... Ahahah
A presto
Riccardo