Ecco, il radicchio e i carciofi sono una delle ragioni per cui amo l'inverno.
Il loro sapore amarognolo è come il nero: va su tutto. Pasta, riso, pizza, torte salate e quiche d'ogni genere.
Per non parlare poi della pasta ripiena...
Molti pensano che ci voglia chissà quanto lavoro per fare dei ravioli, e quando presenti a tavola la pasta ripiena si sente un ohhh, come a dire: all'anima, che bravo, chissà quanto impegno ci hai messo...
In realtà è più semplice di quanto sembri, e la soddisfazione è assicurata.
In primis preparare la pasta.
Per 3, 4 persone:
300 g farina
3 uova
sale q.b.
Lavorare con energia fino ad avere un impasto omogeneo ed elastico.
Formare una palla e lasciare riposare al coperto almeno mezz'ora.
Nel frattempo preparare il ripieno:
400 g radicchio tondo
100 g ricotta
75 g noci tritate
30 g parmigiano
2 uova
1/2 cipolla bianca piccola
Mondare il radicchio e ridurlo a striscioline.
Far appassire la cipolla tritata finemente, quindi unire il radicchio e farlo stufare.
Raccontategli, che ne so, della prima volta in cui vi siete innamorati, con tutta la dovizia di particolari che occorre per stufare ben bene chi vi ascolta.
Se avete un radicchio particolarmente curioso mostrategli le 750 foto che avete scattato durante la vostra ultima vacanza, foto di una noia e di una banalità mortale che stuferebbero qualsiasi verdura...
Insomma, coprite il tegame e fate cuocere a fuoco basso, girando sovente per non far attaccate il radicchio.
Se s'asciuga troppo bagnare con un cucchiaio d'acqua.
Salare moderatamente (vi ricordo che in agguato c'è il parmigiano...) ed aggiungere mezzo cucchiaino di zucchero, per stemperare l'amaro.
Mentre la verdura s'intiepidisce lavorare la ricotta con il parmigiano e le noci (lasciatene da parte due o tre cucchiai per condire poi la pasta) e unire le uova.
Tritare il radicchio col mixer o con la mezzaluna, e unitene una buona metà al composto.
Mescolate bene e passate a stendere la pasta, non troppo sottile.
La mia macchinetta dice: spessore 4.
Con un coppapasta, o un bicchiere ricavatene dei cerchi (circa 7 cm).
Versare un cucchiaino scarso di ripieno su un disco, coprite con un altro disco e premete intorno all'impasto in modo da far uscire l'aria, quindi schiacciate i bordi per sigillare.
Se proprio siete maniaci come me schiacciate bene il bordo per non
averlo di spessore doppio rispetto al corpo del raviolo, quindi con
coppapasta rifilatene il bordo, che sarà diventato il cappello di
Rossella O'Hara in Via col vento o, peggio ancora, quello della famigerata fata Barabattula...
Ne verranno una trentina, circa. Bastano?
Ma... e quei due ? Non sono mica dei cappellacci. Uno è un raviolo e l'altro un tortello...
Beh, in ogni massa che si rispetti c'è sempre qualcosa, o qualcuno, che è differente, che si distingue, anche solo per la forma.
Il contenuto, poi, sia dei ravioli che degli esseri umani, si sa, è in fondo, sempre lo stesso per tutti.
La diversità dell'animo è una grazia o una maledizione.
Lo diceva anche Sandro Penna in una sua famosa poesia:
Felice chi è diverso
essendo egli diverso.
Ma guai a chi è diverso
essendo egli comune.
(da Appunti {1938-1949})
Comunque, mentre la pasta cuoce in acqua bollente e salata, preparare la salsa, rosolando in 50 g di burro il radicchio rimanente.
Scolare i ravioli (cuociono in pochi minuti: da quanto salgono a galla contate un paio di minuti e saranno perfetti) e condirli con la salsa di radicchio e spolverateli con le noci tritate che avevate tenuto da parte (non ve le siete magnate, vero?...)
Sono talmente bboni che si potrebbero vestire solo con burro fuso e parmigiano.
Versi del giorno
Un dì la vita mia era beata.
Tutta tesa all'amore anche un portone
rifugio per la pioggia era una gioia.
Anche la pioggia mi era alleata.
Sandro Penna
Oggi ascoltiamo
Elizabeth Frazer - Take me with you
http://www.youtube.com/watch?v=6hUoPQ_BuYA
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