martedì 30 ottobre 2012

Torta brioche alle mele

Mattino d'autunno

Che dolcezza infantile
nella mattinata tranquilla!
C'è il sole tra le foglie gialle
e i ragni tendono fra i rami
le loro strade di seta.

                                   Federico Garcia Lorca

Finalmente l'autunno, e anche tutto assieme, come spesso accade.
Tempo di primi freddi, di passeggiate ben coperti con l'aria che frizza sul viso; tempo di prime piacevoli zuppette calde la sera, di castagne lessate o arrosto, di mele, cachi, zucca e... torte brioche.
Perché adesso che la brioche non ha (quasi) più segreti, possiamo coniugarla in tutte le forme che la fantasia ci suggerisce. E tutte bbone, c'est a dire.
E poi, che c'è di meglio del sapore confortante e tranquillo della mela?
La mela, come il pane, ci ricorda il cibo quotidiano, quello della quieta consuetudine che si rinnova ogni giorno.
Ci riporta ai gesti antichi delle mamme e le nonne che ce la sbucciavano quando ancora non sapevamo usare il coltello, o che ce la grattavano con lo stegosauro di vetro per imboccarci di polpa dolce e nutriente.
È, insomma, uno di quegli alimenti che in una casa, come le cipolle, l'aglio e le patate, non può mancare mai.
Altro che peccato! Altro che discordia!
Oggi ce la facciamo cotta, che fa tanto nonna Jole.
Ma per mitigare il senso di viale del tramonto con plaid sulle ginocchia al seguito che ci evoca l'idea di mangiare le mele lessate che facciamo?
Le scatafromboliamo in una scorza di soffice brioche, che saprà custodirle con cura e tenerezza.

Per la pasta brioche seguiamo le dosi e la procedura vista precedentemente.
Riepilogo delle puntate precedenti:

Fase 1) Lievitino
Sciogliere nel latte intiepidito il lievito, unire della farina (q.b. per formare un panetto morbido) e 1 cucchiaino di zucchero. Lasciar lievitare fino al raddoppio, la classica mezz'ora (circa...)

Fase 2) Impasto
Unire alla farina restante il panetto cresciuto.
Uh, com'è cresciuto, signora mia. Era da tanto che nun lo vedevo. Che caruuuccio...
(detto con la vocetta della sora Flora di Anna Marchesini, appollaiata al davanzale della finestra).
Unire lo zucchero, le uova, una ad una e, alla fine, quando l'impasto avrà presto forma, il burro.
Lavorare a lungo l’impasto.E sdurudù e sdurudù,e sbatti e schiaffa e sciuffa e sconchia. (Sconchia?... e che d'è?...)
Lasciar lievitare fino al raddoppio (d'estate basta anche un'ora e mezza, d'inverno circa due).

E dopo aver completato la fase (2), quella d'o mazz' tant', come direbbero a Partenope, mentre il bambinello riposa coperto e al calduccio e cresce, cresce sereno, noi che facciamo?
Ma prepariamo il ripieno, no? Prendiamo:

600 g  mele (circa 4 medie. Ah, le golden vanno benissimo)
2         limoni (succo e buccia grattugiata)
1         arancia spremuta
100 g  uvetta
50 g    pinoli
2 cucchiai di miele
2 cucchiai di zucchero di canna
1 pizzico di cannella e 2 chiodi di garofano.
Fate rinvenire l'uvetta in una tazza d'acqua fredda.
Tostare i pinoli su un padellino antiaderente per qualche minuto, girandoli spesso.
Tagliare le mele a spicchi, sbucciarle e metterle in un tegame largo che le contenga tutte allineate sul fondo.  
Carucce...
Aggiungere il succo degli agrumi, la buccia di limone, un paio di diti d'acqua e gli altri ingredienti
Portate a bollore e fate cuocere per circa sei, sette minuti scarsi.
Le mele devono ammorbidirsi ma non spapparsi.
Quando vedete che iniziano a "cedere", spegnete il fuoco e fatele raffreddare.

In un pentolino preparare della crema pasticcera soda alla lavanda, dose da un uovo.
Quindi:
125 ml   latte       
30 g       zucchero
15 g       farina           
1            uovo intero
mezzo cucchiaino di lavanda essiccata.
Bollire il latte con la lavanda, e lasciarvela in infusione tre, cinque minuti, poi filtrate.
Lavorare l'uovo con lo zucchero, aggiungere la farina, stemperare con il latte a filo (intiepidito, eh?) e mescolare bene.
Portare a bollore sempre mescolando, quindi far raffreddare.
Etcì! Mannaggia a te, 'sto sgrinfio! Me sto a raffreddà pur'io, solo a sentitte. Te possino acciaccà!...
Si copra, sora Flora, non vorrei le venisse un malanno; alla sua età, poi...
Ma che stai a ddi, mica sò tu nonna, a cafone, assassino, morammazzato! Tiè!
Pardon... Passiamo quindi, senza indugio veruno, alla...

Fase 3) Lavorazione
Rilavorare un pochino la pasta.
Prenderne 2/3 e stenderla con matterello (tanto per restare in tema di violenza domestica) in uno spessore non troppo sottile; mettiamo mezzo dito, per capirci.
Adagiatela con delicatezza, come una foglia che cade lievemente al suolo col vento d'autunno...
Ma cche stai a ddì? Nun ce capisco 'na mazza, disgraìto che nun sei artro!
Buona, sora Flora.... mi lasci enucleare questi importanti e inediti concetti che saranno sì graditi al pubblico che avrà la compiacenza di leggerli...
Boh! Fammene annà, va, che sinnó te tiro 'na scopa in testa!

Dicevo: adagiare la pasta sul fondo e i bordi di una tortiera da 24 cm...


Rivestire il fondo in modo omogeneo con la crema, stesa tutta bbella così cor cucchiaio, tiè!
(Oddio, sto iniziando anche io a parlare come la sora Flora...)
Scolare l'uvetta e asciugarla con un panno, con delicatezza. Metterne una metà sul fondo, sulla crema.
Disporre gli spicchi di mela uno accanto all'altro, tutti insieme appassionatamente, occupando tutto lo spazio disponibile.
Spargere il resto dell'uvetta e i pinoli (che, se volete, potrete dividere in due, come l'uvetta).


Con la pasta restante formare un disco, metterlo a mo' di coperchio sulla nostra torta pizzicando i bordi per sigillarli.
Ci siamo. Intanto che il forno si scalda (i nostri soliti 180° e passa la paura) la torta lieviterà qualche minuto ancora, prima di entrare in forno e restarci per i prossimi 25, 30 minuti.


Farla raffreddare bene prima di toglierla dallo stampo. Quindi...


Quindi... che? Tagliatene una fetta e portatela alla sora Flora.
È bene curare i rapporti di vicinato, e poi siamo stati davvero un po' cafoni, in effetti...

 

Ah, certo che anche qui, le variazioni sul tema si sprecano.
Se volete evitare la crema potete spalmare sul fondo della torta uno strato di marmellata (circa 150 g, o giù di lì). 


Scommettiamo che alla sora Flora pacerà anche questa versione?...

Detto romano del giorno
Li peccati de mastro Paolo li piagne mastro Pietro.

C'è sempre chi paga per gli altri... signora mia.
Quant'è vvero! Ma lo sai che è successo a quer babbione* che abitava al palazzo de fronte?
No, non so niente... Mi dica, sora Flora...

Oggi ascoltiamo 
Trio Lopez-Marchesini-Solenghi - I promessi sposi (sigla finale)
http://www.youtube.com/watch?v=NNS14AwSdKc
Momenti di tristeza, momenti d'alegreza...

* persona avanti con gli anni e dalla mente un po'... intorbidita...

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