- Hai finito? Dài, Leppagorre, che devo controllare la posta elettronica!
- Ah ah ah... No, guarda questo! Ah ah ah... Appena il padrone fa con la mano il gesto di sparargli il cane, pòffete, piomba a terra! Ah ah ah... Guarda! Anche un gatto! Ah ah ah... E guarda qui! Pure un criceto! Nooo! Finge di cadere morto con la boccuccia aperta... Ah ah ah.
- Uffa, ma la smetti? Sono due ore che stai appeso ad internet a vedere video di animali che fanno cose strane. Ancora non sei sazio?
- No. Ah ah ah... guarda qui: un micio si infila in una di quelle palline di plastica dove si mette il detersivo per la lavatrice. Ah ah ah... Ti prego, guardalo! È tenerissimo. Ero così una volta, sai?
- Così stupido?
- Ma no, così tenero!
- Ah, ecco. E quando, seicentosessanta anni fa?
- Seisentosessantuno, sette mesi e un giorno, per l'esattezza.
- Appunto. E quante ore?
- Ventuno... No, aspetta... ventidue. Ah ah ah... Ma le lontre che nuotano a dorso zampa nella zampa? Le hai viste?
- Sì. Da un bel po'. (Con gli occhi al cielo).
- Ah ah ah... Sono troppo carine!...
- E dài, che devo controllare la posta!
- Stai calmo, non ti ha scritto nessuno, già lo so. E poi ieri sei stato tutto il pomeriggio a spulciarti quei blog e a leggere le opinioni altrui. E mentre leggi la vita degli altri la tua passa via. A scrivere versi orribili che nessuno leggerà o a inventare ricette che non interessano a nessuno.
Occhi verdi glaciali, quali non ho visto mai, mi bruciano la retina e fondono la corda di sale che teneva appesa una delle mie zavorre.
- Ma... che ti succede adesso? No, dài, vieni qui!... Che fai?
- Niente, che devo fare? Niente...
- Ma dài, non mi fare così...
- ...
- Volevo solo farti reagire, dicendoti quelle cose.
- ...
- Non puoi chiuderti nel tuo mondo mentre la vita scorre. Questo solo volevo dirti. Certe volte mi sembri fuori dalla realtà.
E detto da lui mi frigge dentro come olio bollente.
- Guardati: non va bene, così. Ultimamente piangi anche troppo spesso. Credi che non ti veda?
- ...
- Vivete così poco voi umani e, allo stesso tempo, siete convinti d'essere eterni. E rimandate sempre a domani quello che poi non farete mai...
Non volevo ferirti, ma solo farti capire di non sprecare la tua vita. È l'unica che hai, ed è meravigliosa. Anche se fai spesso finta del contrario.
E guardami, su.
Mai come adesso avrei voglia che quel pelo folto e rossiccio fosse vero per affondare in un abbraccio e sentirmi completamente avvolto in una coperta di caldo, morbido affetto; che quelle zampe pesanti e lievi allo stesso tempo si posassero sulla mia schiena, e che quelle vibrisse mi solleticassero le guance, facendomi ridere ancora.
Perché quando hai più bisogno di qualcuno che ti stringa sei sempre solo in casa tua o sotto la metropolitana, tra centinaia di facce sconosciute e indifferenti?
- Vieni qui, su.
- ...
Odora di vento e di rugiaga, d'armadio pieno di vecchie e care cose.
Odora d'incipiente primavera, timida e violenta, e d'assolato autunno di foglie rosse scricchiolanti.
Odora di mare al pomeriggio, languido e accecante di sole, e di calda pioggia estiva che bagna persino l'anima.
Ci sono cose che non si possono dire, neppure a un gattodemone immaginario.
Cose che credevamo d'aver perso e invece erano solo perse di vista.
Perché tutto scorre, è vero.
Ma tutto resta.
- Facciamo pace, va bene? Anzi, facciamoci qualcosa di buono, che dici?
- ...
- Dài, che a me i tuoi versi piacciono. Com'era quello? "Sento tutte le ore che ho perduto"...
- Non è mio, è di Pasolini.
- Ah, vabbè. E quello: "Ricordami... come non sprecare il tempo che mi rimane..."
- Quello è Battiato. Non ne azzecchi una, eh?
- Lo sai che non ci capisco nulla, no?
- Quando ti pare. E mi sa che solo di una cosa t'intedi veramente, tu...
- Eh sì, vediamo se indovini quale!
Facciamo un dolce semplice, ma non troppo tirato via.
E neppure troppo grande: magari bastano anche 15 cm di diametro.
Facciamo... la Binocchia.
Un po' Pinocchia e un po' Bi-Nocciola, come che sia.
La torta delle occasioni da prendere al volo, delle bugie bianche dette e perdonate, degli eccessi da monello e del giocoso incontrarsi tra amici, d'inverno…
Per la base:
Torta alle nocciole
60 g farina
60 g zucchero
60 g nocciole tritate
40 g burro
1 uovo
½ bustina di lievito
Lavorare a crema il burro morbido con lo zucchero, unire l'uovo e amalgamare bene all'impasto.
Aggiungere i secchi, cioè la farina, le nocciole e il lievito (1).
Mescolare bene e via, nello stampo e in bocca al forno, a 180° per la classica mezz'ora trattabile.
Per la farcia (e direi che due strati bastano e avanzano):
250 g mascarpone
250 g panna montata
80 g crema al latte, come da ricetta.
50 g arancia candita
50 g cioccolatini o praline alla nocciola spezzettati
2 cucchiai di zucchero a velo
Mescolare con cura tutti gli ingredienti e, alla fine, la panna montata, nel solito modo: con delicatezza e dal basso verso l'alto, per non farla smontare.
Glassa
È opzionale: si potrebbe usare anche solo della panna montata o della farcia in più.
Ma quando il diavolo ci mette la coda...:
150g cioccolato bianco
100g panna
3 fogli di colla di pesce
Far bollire la panna, aggiungere il cioccolato e la colla di pesce (uffa, si: sempre ammollata in acqua fredda e poi strizzata…)
Fra freddare e versare sul dolce, e far raffreddare in frigo un'oretta almeno.
Ai bordi distribuire della granella di nocciole o delle codette di cioccolato.
Ah, e se proprio vi avanza una pralina...
Aforisma del giorno
La realtà è ciò che non scompare quando smetti di crederci.
Philip Kindred Dick (2)
Oggi ascoltiamo
Domenico Modugno - Cosa sono le nuvole (3)
http://www.youtube.com/watch?v=CKbZlthDld4
NOTE
1) L'avete riconosciuta, vero? È una Quattro quarti modificata in Cinque quinti, avendo aggiunto la nocciola. Stesse proporzioni (sì, un po' meno burro: ma con le nocciole...) e stessa modalità di lavorazione.
2) Il più grande scrittore americano di fantascienza (anzi: di narrativa fantastica ed esistenziale) moderno.
Se non vi è bastato Blade Runner (titolo originale: Ma gli androidi sognano pecore elettriche? Ovvero: Il cacciatore d'androidi) leggere, subito: La svastica sul sole e tutti (e dico tutti) i racconti.
3) Con parole (ispirate dall'Otello scespiriano) di Pier Paolo Pasolini, l'ultimo vero intellettuale italiano dell'era moderna. Ad avercene, oggi...
"E rimandate sempre a domani quello che poi non farete mai..."
RispondiEliminaMai nulla di più vero (purtroppo)...si rimanda sempre, e poi ti rendi conto che son passati giorni, mesi, a volte anche anni...e sale la tristezza e la malinonia consapevoli del tempo perduto e del tempo che nonostante tutto continueremo a perdere...
E ce lo dobbiamo sempre sentir dire da qualcun altro (o da un gattodemone, per esempio...)
EliminaMai, mai, mai lasciar andare la vita così, come sabbia tra le dita.
Un abbraccio cara.