domenica 10 marzo 2013

Cocorònis de turta. Ovvero: Cake-pops sardi sardi

Niente: quando mi fisso su qualcosa non c'è cristochettenga; prima o poi ci devo provare.
Parlo della cucina, ovvio, che per il resto sono alquanto inamovibile.
Ora, non è che stia parlando di chissà che cosa, eh?
In questo blog, come in altri della stessa risma, non si fanno mica operazioni a cuore aperto: spesso ci si diverte dando, nel migliore dei casi, qualcosa di buono (in tutti i sensi) all'umanità.
O alle proprie cavie...
Le grandi idee poi nascono così: per interpolazioni, ibridazioni e incroci che nemmeno il genetista più folle saprebbe escogitare.
Si sa: le cose migliori, come i popoli, le persone, le lingue, le ricette, nascono dall'incrocio di aspetti differenti di una stessa cosa. La bellezza dei brasiliani, per esempio (ma anche di noi italiani, a dire il vero), è dovuta proprio alla mistura genetica che ha tessuto, dal bianco al nero, un'arcobaleno di meravigliose sfumature.
Quando Angie Dudley, in arte Bakerella, s'è inventata un modo geniale per riciclare i pandispagna in surplus, ha solo fatto quello che ogni nonna faceva in casa con la carne avanzata: delle polpettine.
L'idea della polpetta unita al dolce è un colpo di genio, bisogna ammetterlo, e dà risultati divertenti, oltre che gustosi.
Quello che volevo fare, da qualche tempo, erano i Cocorònis (1) de turta:


Un bel vassoio di dolcetti ispirati ai personaggi salienti dell'Isola del vento, la mia Sardigna amada...
Certo, per farlo ho dovuto fare altre prove culinarie per accumulare il materiale di lavorazione: pandispagna, cake o ciambelloni d'ogni sorta. E quella è solo la base.
Per circa 400-500 g di cake (che può essere il pandispagna reduce dal livellamento d'una torta di compleanno o un cake d'avanzo alle mandorle o al cioccolato o allo yogurt o...) occorre del "collante" (l'analogo delle uova per le nostre amate polpettine di carne), che può essere:
- crema al burro;
- confettura del gusto preferito (dal sapore non troppo marcato sarebbe meglio: albicocche o prugne, per esempio);
- crema spalmabile alla nocciola (Lei, o la tarocca, fa lo stesso; io ho usato la bicolore, per non scurire troppo l'impasto);
- mascarpone o formaggio spalmabile;
- crema ganache al gusto preferito.
Insomma, la libertà di scelta è l'unico dolce obbligo di questa ricetta.
Si sbriciola la torta in una ciotola, si unisce un cucchiaio alla volta la crema-legante, si amalgama bene con le mani fino a formare un composto omogeneo che possa essere lavorabile con le mani.
Le dosi del legante sono molto indicative, visto che dipendono molto dall'umidità e dalla consistenza della torta di base.
Si formano delle palline, proprio come se si facessero delle polpettine, e si dispongono su un vassoio ricoperto di carta forno, quindi si lasciano riposare almeno un paio d'ore in frigo (o un quarto d'ora nel congelatore), il tempo necessario per farle rassodare.
Poi.... Scatenate l'inferno! 
Preparate delle ciotoline di cioccolato fuso (fondente, al latte, bianco), delle codette di cioccolato, della nocciola (o mandorla) tritata, della granella di zucchero, zuccherini colorati e un chilo, un chilo e mezzo di fantasia (dovrebbe bastare...)
Le palline, ben sode di frigo, si immergono nel cioccolato e quindi si decorano a piacere.
Se sono piccine si possono infilzare con dei bastoncini da lecca-lecca, o anche con degli spiedini, e messe ad asciugare su un sostegno di polistirolo.
Se invece le preferite paccutelle, usate dei pirottini.
Credo di non aver dimenticato niente. Ci sono, infatti:

I Nuragheddos, cioè i nuraghetti:


Con pandispagna al cioccolato e marmellata di prugne, avvolti nella nocciola tritata e con della pasta di zucchero verde grattugiata 'n coppa per simulare l'erbetta...


Le Berbèghes (2) ovvero le immancabili pecore:


Di ciambellone e pseudonutella, con faccetta di cioccolato plastico al latte e granella di zucchero per la lana...


I Sirvoneddos (3) ossia i cinghialetti, altra specie tipica:


Con pandispagna al cacao con fintonutella, pelo di granella di cioccolato e cioccolato plastico per i grugni...


Le Bisèras (4) ovvero le maschere del carrasecare sardu, unico al mondo.
Abbiamo quindi gli immancabili Mamutones:



Pandispagna e quasinutella, cioccolato plastico per la maschera e MMF per il fazzolettone.
Ah, anche le codette di cioccolato per il vello che portano sulle spalle e MMF giallo per i campanacci...


Tra le tante maschere sarde, m'affascinano le forme stilizzate e modernissime dei Boes (i buoi) di Ottana:


Solito cake e sintonutella, con granella di nocciole per il vello di pecora e cioccolato plastico per le maschere...


Ci sono pure loro, i Mufroneddos (5), i mufloni sardi, dritti dritti da... Muflonia:


Non troppo precisi, purtroppo, ma nelle intenzioni il pelo sarebbe dovuto essere di codette di cioccolato. Il resto cioccolato plastico al latte e MMF bianco per le corna...


Poi il vero simbolo della Sardegna, una sorta di colomba della pace dell'isola, la Pibiaghena (7) ovvero la pavoncella, vero topos della decorazione nelle ceramiche sarde:


Pandispagna e sintonutella, cioccolato plastico bianco per la copertura, la testina e le ali, MMF arancio per il becco e le penne vezzose...


E, dulcis in fundo, poteva mancare lui, il vero portafortuna dell'isola? Su Cucumiao (6):


Di cake al cioccolato e falsonutella, cioccolato plastico fondente per la ricopertura e MMF giallo e arancio per i particolari...

Insomma, un'allegra compagnia, non c'è che dire:


Ecco, in realtà c'erano anche le Janas, le fatine sarde, ma destino ha voluto che finissero i loro brevi giorni nella mia panza prima d'essere immortalate qui, assieme agli altri.
Erano troppo invitanti e non ho resistito.
E loro, da brave fate, si sono sacrificate di buon grado..

Detto sardo del giorno
Sa consientia est qu'et i su cori-cori, quie lu timet et quie non. 

La coscienza è come il solletico, vi è chi lo teme e chi no.

Oggi ascoltiamo
Cecilia Concas - Amore

http://www.youtube.com/watch?v=C8Bt-BwylHU
Bella, brava e promettente.
Con la voce di Gianni Denanni e la fisarmonica di Fabio Manconi.

NOTE  
(riporto le diverse grafie dialettali dei termini, secondo il dizionario sardo on-line di Mario Puddu)
1) cocoròni = cosa a còcoro, cosa tundha, ammurutulada (corpo rotondo, palla, globo).
2) barbèghe, barbèi, barveghe, berbeche, berbeghe, berveche, berveghe, beveghe, brabei, brebè, brebei, brobei, ebrei, verveche.
3) pocràbu, polcabru, polcavru, polciavru, polcrabu, porcalvu, porcapru, porcavru, porcrabu, porcrapu, procalvu, purcavru porcu de silba, areste o àvrinu, sibròne, sibròni, silvone, siprone, sirbone, sirboni, sirvone porcu de sirba, areste o àvrinu.
4) bisèra = visera zenia de caratza ’e linna chi si ponen sos mamutones a carrasegare (visiera di legno che si pongono i mamutones nel carnevale).
5) mufròne, mufròni, murvone, murvoni, muvlone, muvrone, muvroni.
6) pibiaghèna, pipiaghena, pipingena  gavigaví, pediàina, piulaghe, pizaena.
7) cucumèa, cucumeu, cucumiài, cucumiàu, cucummiau.

2 commenti:

  1. "Genialità all'ennesima potenza" ti copio l'idea perchè è straordinaria: rappresentare le maschere sarde in un contesto dolce, mi piace tanto.
    un abbraccio
    Gio'

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  2. Grazie Tesora mia, troppo buona....
    Fate, fate: non credo nel copyright, specie per quanto riguarda la cucina.
    Anzi, sono sicuro di una cosa: con le vostre mani d'oro saprete certo fare molto molto meglio di me.
    Un abbraccione
    Riccardo

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