La torta di mele non è una torta. Non solo, almeno.
Credo che possa essere tranquillamente aggiunta nel paniere dei cibi e delle preparazioni ascrivibili alla categoria dei "generi di conforto", una di quelle cose che riescono a carezzare l'anima anche quando ogni cosa appare avvolta in una nebbiosità che definire fosca sarebbe un eufemismo.
E per quanto mi riguarda poi, riuscire a trovare l'anima, sepolta com'è in uno strato di sugna spesso così non è cosa da poco.
Vuol dire che funziona. Eccome, se funziona...
È uno di quei dolci che ognuno fa alla sua maniera, o alla maniera della
sua mamma, senza sgarri dalla norma o deviazione alcuna dal sentiero che ricetta di famiglia
gli impone.
Su, chi non ha una ricetta della "propria" torta di mele?
Come? Solo io ad alzare la manina?
Be', del resto il repertorio di pora mamma era limitato a ben poche cose notevoli, centellinate con molta parsimonia: gnocchi, ragù, parmigiana e lasagna. E basta.
Dolci, zero. Non era colpa sua, poverina, ma proprio non ci sapeva fare con la pasticceria.
Quando ha scoperto che iniziavo a preparare i primi dolci deve aver tirato un sospiro di sollievo, golosa com'era.
E buona, anche, visto che anche una crostata litica veniva etichettata come bbona.
Santa donna...
Beh, insomma, se uno non ha in dote un ricco ricettario "di casa" se lo deve costruire pagina per pagina, con pazienza e abnegazione (quella di far fuori tutte le prove dei propri fiaschi, per esempio).
Quindi, dopo aver visionato diverse alternative e averne provate un bel po', alla fine sono tornato all'ovile di una ricetta classica, che più classica non si può.
Da un vecchissimo e consunto ricettario della
Bertolini ho trovato quello che cercavo spasmodicamente chissà dove.
È sempre così del resto, e dice bene quel racconto sufi: si parte per paesi lontani sfidando mille pericoli, belve feroci, climi ostili e vette impervie alla ricerca di un tesoro che, infine, si scopre essere sepolto nel giardinetto antistante la propria casa.
Insomma, adesso anche io ho la "mia" torta di mele, una torta morbida e delicata come una giornata passata al calduccio mentre fuori è inverno e tira vento...
Torta di mele Bertolini
200 g farina
50 g fecola
125 g zucchero
125 g burro
2 uova
1 cucchiaino di cannella
1 pizzico di sale, vaniglina, la scorza grattugiata di un limone
1/2 bustina di lievito
2 mele (150 g ca.) tagliate a dadini da inserire nell'impasto
3 mele tagliate a lamelle da disporre a raggiera in superficie
È lo stesso procedimento dell’impasto morbido.
Quindi burro pomata lavorato a crema soffice, aggiunta di zucchero, quindi delle uova - una alla volta - della farina e tutto il resto: lievito, scorza di limone, sale e le due mele a dadini.
Preparare le mele qualche minuto prima, pelandole e lasciandole in una ciotola piena d'acqua e il succo del limone del quale avremo utilizzato la buccia, in modo da non farle annerire.
Incorporandole nell'impasto sembrerà d'ottenere una massa troppo sostenuta e insufficiente a contenerle, ma calma, fiducia e sangue freddo: funziona. È garantito.
Versare l’impasto in una teglia da 22 o 24 cm di diametro imburrata e infarinata e disporre in superficie le fettine di mela, non troppo spesse. Mezzo centimetro scarso vanno benissimo.
Cuocere a 180° per almeno 50 minuti.
Una volta fredda toglierla dallo stampo e spolverarla con dello zucchero al velo.
Aforisma del giorno
I vecchi si compiacciono di dare buoni consigli, per consolarsi di non poter dare cattivi esempi.
François de La Rochefoucauld, Massime, 1678
Oggi ascoltiamo
Sonique - It Feels So Good
http://www.youtube.com/watch?v=mwIbXJSwIMk
P.S.Volendo vi si può aggiungere anche una manciata di uva sultanina e/o di noci sminuzzate in pezzi grossolani e/o dei pinoli tostati e/o...
P.S. II Per preparare questa torta - e l'avrò fatto centinaia di volte - mi trovo bene con gli stampi al silicone. Quelli sottili d'alluminio m'hanno spesso tradito, lasciando poco cotto il fondo. Misteri della scienza...
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