venerdì 8 novembre 2013
Risotto alla birra scura
- Ma dove ho messo la cipolla? L'avevo poggiata qui, mi volto per prendere il tagliere e...
- Eh, eh, eh! Fatto niente, io.
- Leppagorre, ma come parli? E ridammi la cipolla, che è ora di pranzo e ho fame.
- Fame, io!- E finiscila di parlare come Spank, non ti s'addice.
- Scherzo, io! Ah, ah, ah, ah!...
- Ma insomma, la smetti? Direi che più che Spank potresti essere Torakiki. Prova un po' a fare l'accento tedesco?
- Ach... nain me riesche pene. Accento totesco tificile è.
- Lascia perdere, va. Adesso capisco. Sono già due bottiglie di birra che apro e che mi ritrovo vuote tra i piedi. Altro che Spank, sei ubriaco, Leppa!
- Leppa non è ubriaco, ih, ih, ih...
- Oddio, l'abbiamo perso... Ma come, i demoni adesso si ubriacano pure? La cosa mi giunge nuova. Questa è l'ultima bottiglia e la tengo io. Non si sa mai... Ma dov'è la cipolla?...
- Sete, Leppa, sete! Ih, ih, ih!
- Povero me, lo sapevo che sono nato con la camicia... Prima il gattaccio stupido che mi fa sparire le cose. Dov'è la cipolla??... Ecco, e poi la birra, che finisce così, come niente. È mai possibile che... Leppa dove sei finito? Scendi da lassù!...
- Salto, io, salto in alto, altissimo, io! Ah, ah, ah, ah!...
- Ecco, e anche un'altra bottiglia finita... Ma quant'erano? Leppa, ma come ti sei vestito?
- Ah, ah, ah, ah... Specchio, quello! Ubiriaco, sei. Sei tutto ubbiriaco...
- Non sono ubriaco, io! Ora ti faccio... vedere. Guarda qui. Anzi, tienimi un po' la bottiglia. E non bere, eh? Ti vedo, sai? Gattaccio malefico. Dove sta la cipolla? Ah, eccola. Adesso ti faccio vedere che esecizzio sono capace di fare, io. Mica te, che sei gatto di ciento chili maldesto...
- Ah, ah, ah, ah... Così cadi, tu! Ah, ah, ah, ah! Cadi tutto, tu!
- Pensa a te, pensa. Che io so pensare a me. Gatto cattivo, che l'altri demoni aiutano e tu niente. Che Filemone chiacchie'ava co' Junghe e te dici le cacchiate... Dove ti posso portà, io, eh? Indove vado io co' te, dimmi tu?
- Pe tera... Ah, ah, ah, ah... Fatto cotto de bira... Ah, ah, ah, ah
- Ah, ah, ah, ah... cotto come te! Ah, ah, ah, ah! Gatto cattivo! Cattivo gatto!
- Ah, ah, ah, ah...
Due ore dopo, e due caffè doppi per endovena ci guardiamo in faccia, sconsolati, con il cerchio alla testa e la solita delusione da bad trip che prende quando non s'aveva nessuna vera intenzione d'alcun trip.
Ecco, le conto, e saranno sei o sette bottiglie da mezzo litro.
La cucina puzza come una pub di quart'ordine, mancano solo i mobili rovesciati e i vetri rotti e siamo a posto.
Dov'era finita la cipolla? Eccola, l'unica cosa che s'è salvata, che è rimasta la stessa di sempre.
La testa mi si accartoccia su se stessa, gira lenta e tenta di cadere a foglia morta. Mi siedo.
Con la cipolla in mano sembro Peer Gynt, e so già, anche senza sfogliarla, che al cuore di tutti gli strati c'è il nulla, che l'Essere è solo un accumulo di fandonie credibili e necessarie.
È troppo tardi per fare il risotto?
Risotto alla birra scura
(per due persone, o una persona incostistente col suo demone inesistente)
200 g riso
100 g salsiccia, o pancetta a dadini. Anzi, un culetto di speck tritato sarebbe anche meglio.
25 g burro
500 ml brodo (anche di dado, sì, anzi...)
250 ml di birra scura
mezza cipolla media
parmigiano, pepe e prezzemolo q.b.
Ah, e una noce di burro per mantecare.
Allora, la norma vuole che si soffrigga la cipolla nel burro (o anche nell'olio, a piacere), che vi si aggiunga il riso e lo si faccia tostare, sempre mescolando e quindi sfumare con un elemento alcoolico, o con del brodo.
Il problema, come faceva notare Alla Bay, è che nel far questo è facile che la cipolla bruci.
E cosa c'è di peggio di un piatto in cui la cipolla sappia di bruciato?
Un calcio agli zebedei, bravi.
Tralaltro è anche indigeribile. E quindi? Il buon Bay suggerisce di far appassire nel burro la cipolla - a fuoco bassobassobasso - fino a renderla trasparente, quindi trasferirla in una ciotola in fiduciosa attesa e far intervenire il riso per la tostatura.
Poscia, a tostatura e sfumatura avvenuta, rimettere in ballo la cipolla.
Non è un artificio macchinoso, e a meno che non si voglia bruciare il cipollame o non tostare a dovere il riso è un metodo geniale, che non fa perdere neppure troppo tempo.
Nel nostro caso la cipolla e la salsiccia (o pancetta o - meglio ancora - lo speck) rosoleranno dolcemente, quindi via, in ciotolina salvazebedei, e giù col riso, mescolando continuamente.
Quando è tostato - e sarà pronto quando avvicinando il palmo della mano emetterà un bel calore - aggiungere un bicchiere di birra, e la cipolla salsicciata (o speckiata).
Far insaporire il tutto, quindi, appena la birra tende ad evaporare, aggiungere la restante e metà del brodo.
Far cuocere il tempo previsto dalla confezione del riso e, se occorre, aggiungere altro brodo.
Personalmente non sto lì a mescolare di continuo. Quando aggiungo parte del liquido metto il timer e torno in cucina dopo sette-otto minuti, verificando ogni tanto che il pupo non s'attacchi al fondo.
Sarà che uso una pentola dal fondo bello doppio e quindi il rischio di farne carbonella si riduce.
Ma comunque, sempre una presenza vigile e non oppressiva, da buon genitore, fa sempre bene.
È così che il pupo cresce bene.
Ecco, il liquido s'è ritirato parecchio, e il riso è a cottura.
Qui, invece, occorre mescolare sempre e comunque.
Appena il chicco s'arrende agli incisivi senza opporre alcuna resistenza spegnere il fuoco, aggiungere la noce di burro, il parmigiano (se lo si vuole, se no è buono anche così) e il prezzemolo (stessa nota del parmigiano).
Si mescola velocemente e si copre per un paio di minuti almeno, per far mantecare il risotto.
E poi?
Be', poi non resta altro che accomodarsi, con un bel bicchiere di birra scura davanti.
- No! No, Leppagorre! La birra va bevuta DOPO aver mangiato il riso!
- Birra? quale birra?...
- Come quale bi...rra... La marmota in gongoletaaa, ohi llalaaà!...
- Navigando se ne vaaa...
Detto romano del giorno
Life is not a problem to be solved, just a mistery to be lived
La vita non è un problema che va risolto, ma un mistero che va vissuto
Lou Reed, 1970
Oggi ascoltiamo
Lou Reed e altri Artisti - Perfect Day
http://www.youtube.com/watch?v=j2JXy1Z9ovs
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La cipolla – Wislawa Szymborska
RispondiEliminaLa cipolla è un’altra cosa.
Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
Fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi dentro
senza provare timore.
In noi ignoto e selve
di pelle appena coperti,
interni d’inferno,
violenta anatomia,
ma nella cipolla – cipolla,
non visceri ritorti.
Lei più e più volte nuda,
fin nel fondo e così via.
Coerente è la cipolla,
riuscita è la cipolla.
Nell’una ecco sta l’altra,
nella maggiore la minore,
nella seguente la successiva,
cioè la terza e la quarta.
Una centripeta fuga.
Un’eco in coro composta.
La cipolla, d’accordo:
il più bel ventre del mondo.
A propria lode di aureole
da sé si avvolge in tondo.
In noi – grasso, nervi, vene,
muchi e secrezione.
E a noi resta negata
l’idiozia della perfezione
per la ciucca leggetevi Charles Bukowski chi meglio di lui?
:)
Eh, sì, sora Wisława ci sta molto meglio che l'"Ode alla cipolla" der sor Neruda.
RispondiElimina"E a noi resta negata/ l’idiozia della perfezione"... sublime, come sempre.
A me il pezzo di Ibsen sulla cipolla mi colpì agli stinchi, quando lo lessi.
Adesso "Peer Gynt" sta accanto a "Uno, nessuno e centomila", a fargli compagnia.
A meno che non vaghino per la libreria, come amano spesso fare...
A proposito di compagnia, sai che effetto sarebbe er sor Bukowski assieme al sor Hrabal, che arriva con due secchi di birrazza appena fatta (dov'era, nel "Tenero barbaro"?... non ricordo bene) e l'altro che sta a panza all'aria, già bello che ciucco.
Che splendore! Lo zoppo e lo sciancato.
Comunque il risotto è bono, provalo.
milano-interno
RispondiElimina-cesira, stefano, a tavola, è pronto?
-cosa c'è di pronto?
-zuppetta di vongole e cozze con sa fregula.
- basta risotti, basta polentame,,,niente osbus, niente cutuleta, ste,ma tu la capisci questa?
-no, cesira, no. Ci ho rinunciato. Da tanto!
ma la zuppetta "èbbbona" proprio "bbboooooooooona", un po' da sprocedati.Pure.,
-ma, ste, come parli, anche tu, adesso!
orevuuuuuar
Oddio il virus della "Sora Jole" s'è diffuso a macchia d'olio, e a propalarlo nelle regioni pedemontane non è stato Sordi, Verdone e co. (con la quinta colonna della Sora Cecioni, alias Franca Valeri, milanese doc infiltrata per conto der Colosseo).
RispondiElimina- So scesi lalieni!
- Chi?
- Lalieni!
- Ah... e 'sti cavoli? (Ecco..)
Aiuto! Non solo colpisce gli esseri umani ma anche quelli sovrumani.
(Lau, ma chi capirà mai 'sta risposta?... Solo Bru, mi sa)
E comunque la zuppetta di vongole e cozze cun sa fregola È da sprocedati.
In senso bbbono, eh?. Ovvio.
;-)
Greatt reading your blog post
RispondiElimina