Con
Leppagorre farsi venire delle idee è pericoloso.
Quello che è un rivolo, un accenno, una crepa diventa una fiumana, un'apoteosi e una voragine.
Eccede in tutto, stravolge ogni cosa, prende e dà in una maniera tale che è difficile stargli dietro.
Tutto è nato dall'idea di far qualcosa per la
Festa di Mezz'autunno, ossia la
Festa della Luna del calendario cinese, che quest'anno capita il 19 settembre (di regola infatti cade il quindicesimo giorno dell'ottavo mese del calendario lunare).
In Cina questa è una delle feste più importanti, assieme al
Capodanno (detto anche
Festa di Primavera), la
Festa delle Barche Drago e la quella di
Qingming (ossia la Festa della Pura Luminosità, o Giorno degli Antenati, che è il loro giorno dei defunti).
È una festa nata come celebrazione della fine del raccolto autunnale e strettamente legata al culto lunare, ma è anche la festa della famiglia, del riunirsi tutti assieme, come si fa da noi a Natale, o in America con la Festa del Ringraziamento.
Un proverbio cinese dice infatti che
月圆,人圆 (yuè yuán, rén yuán) : “quando la luna è piena la famiglia si riunisce”.
Magari sotto lo spettacolo del plenilunio, con una grigliata o altri cibi da consumare all'aperto, mentre nel cielo vengono fatte volare mille lanterne che rischiarano la notte.
Ed è in questa festa che si consuma questo tipico dolcetto ripieno, detto appunto
月饼 (yuèbĭng), “torta della luna”:
Sono
dolcetti da tè costituiti da una scorza di pasta che racchiude un ripieno dolce e a volte anche uno o due tuorli d'uovo salati interi al centro, a simboleggiare appunto la luna piena
Sono così popolari che la Festa di Mezz'autunno è detta anche
Festa delle Torte lunari, ed è uso regalarle agli amici o ai propri colleghi di lavoro, un po' come facciamo noi col panettone.
Durante la Festa della... ma... come ti sei conciato?
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- Come, "conciato"! È un miǎn fú originale della dinastia Han. Ti piace? Sembro o no un Figlio del Cielo?
- Non posso dirti di quale figlio sia più appropriata la tua immagine, ma spero che tu te lo immagini... Dove hai tirato fuori quest'abito?
- Bello, vero? Tutta seta fine, caro. Qui, vedi qui?, ci sono dei ricami in filo d'oro.
- Non ti sapevo così civettuolo, però secondo me qualcuno sta ancora piangendo lacrime amare.
- No, no, casomai dorme... Hai visto che belle unghie lunghe?
- Come no: mi pari quella babbiona di Cíxǐ, "l'imperatrice vedova". Immagino che fatica fosse anche solo grattarsi il naso...
- Aveva delle ancelle che lo facevano per lei, cosa credi.
- Ah, già, che imperatrice sarebbe stata, sennó? A guardarti bene, però assomigli più ad Anna Varney Cantodea.
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- Adorabile creatura. Triste, dolorosa e lacrimosa. Ma geniale.
- Sì, vabbè... Il fatto che tu ti sia abbigliato in tal modo vuol forse dire che non mi darai una mano nemmeno a morire?
-
Ma certo che sì! Starò qui con te e allieterò il tuo tempo con dei poemi
dell'epoca Tang e brani dell'opera tradizionale pechinese. Peccato però
che con queste unghie mi rimanga difficile suonare l'
erhu...
- Me
ne farò una ragione, anzi se vorrai farti anche meno ingombrante te ne sarei
grato, figlio del sole. La
Festa della Signora della luna è vicina, e devo anche sbrigarmi.
- Ma chi
Cháng'è? Guarda che non era una mica una dea, sai. Proprio per niente.
- Ah, sì? E cos'era, allora? Vediamo un po', saputello che non sei altro.
- In primo luogo era un'impicciona...
- Lei, eh?...
- Ma sì, una tipa bella ma svagata, un po' come Eva, Pandora...
- Dài, tanto muori dalla voglia di raccontarmela. Basta che la smetti di roteare quelle unghie o mi affetterai il naso.
- E che sarà mai, ce n'è d'avanzo... Allora...
C'era una volta un abilissimo arciere, di nome Hòu Yì (后羿), che era famoso in tutto il Regno per le sue notevoli capacità.
Non v'era preda che potesse sfuggirgli e con le sue frecce era in grado di uccidere le belve più feroci che potessero minacciare il genere umano.
Yì era sposato con Cháng'è (嫦娥) una bellissima donna che prima del matrimonio era stata ancella della regina madre dell'ovest.
Devi sapere che a quel tempo vi erano dieci soli che giravano attorno alla terra: avevano la forma di uccelli a tre gambe e vivevano su un albero di gelso nel mare orientale. Ogni giorno uno degli uccelli viaggiava intorno al mondo su carro condotto da Xīhé (羲和)
, la regina dell'ovest, la "madre" dei dieci soli.
Ma un giorno questi decisero di uscire tutti e dieci assieme, e come puoi immaginare l'aria si fece rovente e il calore sulla terra insopportabile e minaccioso per la vita.
Il saggio imperatore Yao comandò allora a Yì di usare le sue abilità nel tiro con l'arco per uccidere tutti i soli tranne uno.
Compiuta che ebbe la sua missione, Yì venne ricompensato dall'imperatore con una pillola che garantiva l'immortalità, ma l'imperatore avvisò Yì di non consumare subito la pillola ma di preparare il suo spirito pregando e digiunando per un anno.
Yì riportò quindi la pillola a casa e la nascose sotto un'asse di legno, finché un giorno non fu nuovamente chiamato al cospetto dell'imperatore Yao.
In assenza del marito, Cháng'è notò una strana luce bianca filtrare da sotto uno degli assi di legno, e scoprì la pillola, da cui che promanava un profumo irresistibile di dolci e di pane fresco.
Era così buono quel profumo che, cosa pensi che fece la cretina? L’inghiottì...
Subito si sentì leggera, talmente leggera da poter volare.
Quando Yì tornò a casa e capì cos'aveva fatto Cháng'e s'arrabbiò, e di brutto anche.
Iniziò a sgridarla, al che lei si spaventò e cercando di scappare uscì dalla finestra ma, leggera com'era, se ne volò via, in cielo.
Il marito cercò di seguirla ma fu costretto a tornare indietro a causa del vento troppo forte.
Cháng'è invece continuò a fluttuare nel cielo sempre più leggera, e raggiunse infine la luna.
Tale fu la sua sorpresa che le venne un colpo di tosse da farle sputar via una parte della pillola, lasciandola così sulla luna senza che riuscisse più a volare.
Chiese allora al coniglio bianco che viveva lassù, e che preparava le erbe medicinali per gli dèi, di farle un'altra pillola per poter tornare da suo marito sulla terra.
La leggenda narra che, ai giorni nostri, il coniglio stia ancora pestando le erbe nel tentativo di preparare un'altra pillola.
Chissà, magari s'è scordato la ricetta...
Si dice anche che una volta l'anno, proprio durante la Festa di Metà Autunno, Yì sia in grado di visitare sua moglie sulla luna, ed è per questa ragione che in quella particolare notte la luna piena è più bella e luminosa del solito. (1)
- Ah…
- Cosa sospiri? Su, su, l'hai detto tu che siamo in ritardo, no? Sbrigati, allora.
- Sei peggio, molto peggio della babbiona
Cíxǐ, credimi.
Per la cino-frolla
300 g farina 00
200 g miele leggero (2)
75 g olio di semi o di mais
In una ciotola mescolare il miele all'olio e al bicarbonato, aggiungere gradatamente la farina e, con una spatola lavorare fino a ottenere un composto omogeneo.
Passarlo sulla spianatoia e lavorarlo ancora un poco, quindi riporlo in un sacchetto per alimenti e lasciarlo riposare in frigo per almeno almeno 40 minuti. Ma anche tutta la notte non guasta.
Se si vuole una pasta un po' più friabile si può aggiungere un cucchiaino scarso di bicarbonato di sodio.
- Nel frattempo che la pasta riposa allora ti racconto la
leggenda del Coniglio Lunare. (3)
- Se proprio devi…
Dice la leggenda che tre vecchi maghi sapienti si trasformarono in pietosi mendicanti e chiesero da mangiare a una volpe, una scimmia e un coniglio.
La volpe e la scimmia avevano entrambi del cibo da dare ai vecchi, ma il coniglio era a mani vuote poiché aveva mangiato soltanto erba, ma era talmente impietosito dalle condizioni dei mendicanti che si sentì in dovere di sacrificare se stesso.
Offrì quindi loro la propria carne, saltando in un fuoco ardente.
I tre saggi furono così toccati dal sacrificio del coniglio che lo lasciarono vivere nel Palazzo della Luna dove divenne il "Coniglio di Giada".
Ancora oggi, quando c’è plenilunio la figura del coniglio di Giada appare tra le ombre scure della luna, e quindi mangiare “torte di luna” è anche un modo per ricordare il Coniglio Lunare.
- Povero coniglietto, e dici che sta ancora lassu?
- Certo, se ne hanno prove inconfutabili...
Per il ripieno
Qui c'è l'imbarazzo della scelta.
Solitamente le tortine sono riempite con
pasta di semi di loto, ma anche con pasta di
azuki, ovvero di fagioli rossi.
Ne basta una confezione da 420 g.
La marca che si trova da noi solitamente è questa, e non è per niente male.
Sembra una marmellata farinosa e consistente, e non troppo dolce, dal sapore delicato e unico.
Volendo ci si può anche accingere a prepararsela in casa,
le ricette non mancano...
Se ne ricavano con un cucchiaio tante porzioni che si appallottolano con l'aiuto di un po' di farina.
Altrimenti si può anche utilizzate la
Crema pasticcera al vapore
20 g farina
40 g fecola
150 ml latte
75 g zucchero
30 g olio di semi o di mais
2 uova
Mescolare gli elementi liquidi - olio, uova e latte - quindi aggiungervi i secchi - zucchero, farina e fecola.
Amalgamare con una frusta e preparare l'ambaradam: in una padella poggiare una griglia di rialzo - del tipo di quelle da microonde, ma con le gambe più basse - oppure una griglia per la cottura a vapore.
Ricopire d'acqua e poggiare il piatto in cui andrà versato il composto.
Far cuocere a fuoco sostenuto fin quando il lago di crema sarà solidificato anche al centro.
Ci vorrà una ventina di minuti. Verificare sempre con uno stecchino l'avvenuta cottura.
Lasciar freddare la crema, quindi con una spatola toglierla dal piatto e metterla in un sacchetto di plastica per alimenti e lavorarla con le mani per renderla omogenea.
Con questa bella pasticcera soda preparare tante porzioncine grandi quanto un'albicocca che costituiranno il ripieno delle tortine.
Formatura dei tortini lunari
Lavorare la
cino-frolla in un serpentone e dividerlo in tante porzioni uguali.
Dalle dosi riportate se ne possono ricavare una decina, ma il numero dipende della grandezza che si sceglie per i tortini.
Stendere ogni pezzo di pasta tra due fogli di carta forno, quindi porre in ogni disco una pallina di ripieno...
... e avvolgerla con la pasta, chiudendo pian piano i lembi.
Quindi, lavorando con delicatezza tra le palme delle mani, formare delle palline, infarinarle leggermente e disporle nello stampino prescelto.
Magari avere uno dei bellissimi stampi di legno tradizionali, con le decorazioni floreali e le scritte di buon augurio in cinese!
O anche uno dei moderni stampini ad espulsione in plastica con le superfici decorate intercambiabili, perché no.
Alle brutte, si possono utilizzare stampini di qualsiasi forma e dimensione: un coppapasta, uno stampo per biscotti, o anche uno stampino da crème caramel.
Premere leggermente la pallina ripiena e farle assumere la forma voluta, quindi separarla delicatamente dallo stampo, poggiandola su una teglia ricoperta di carta forno.
E così via, ad esaurimento ingredienti; e il mio, d'esaurimento, con questo demone malefico che m’intralcia.
- Anche l’incenso dovevi accendere, adesso? Lo sai che non lo sopporto!
- Ma è
fior di loto colto sul far del tramonto ma non del tutto sera, una fragranza che si sposa benissimo con gli aromi di cucina, e che…
- Se non te ne vai di là ti spezzo un’unghia!
- Vado!…Cattivo...
Pennellare la superficie dei dolcetti con dell’uovo sbattuto; una prima pennellata, poi cinque minuti di riposo e poi una seconda passata. Devono uscire dal forno belli laccati e color caramello.
Cuocere in forno a 180° per venti minuti, o almeno fino a quando la pasta diventi ben dorata.
Togliere dal forno e lasciare raffreddare su una gratella.
Conservare in un contenitore a tenuta d'aria.
La pasta diventerà morbida e lucente in un paio di giorni. È quello che in cinese si dice 回油 (Huí yóu) ovvero “ritorno dell'olio”, come se la pasta rilasciasse umidità del ripieno e si facesse più morbida.
Il problema è farceli arrivare, a questo stadio di maturazione...
Certo, avrei potuto scriverci sopra le solite frasi beneaugurali in caratteri cinesi, del tipo:
壽 (shòu) lunga vita, salute
福 (fú) fortuna
喜 (xĭ) gioia
Ma, come al solito mio, devo stravolgere e personalizzare, e poi l'idea della
Signora della Luna, tanto bella quanto sprovveduta e tontolona m'ha fatto venire in mente altri più terreni personaggi.
Quindi cos'ho fatto: ho preparato della
glassa reale e con un conetto di carta forno e la mano tremante, nemmeno fossi un ex-alcolizzato, ho provato a scrivere...
Wěn míng xīng
ovvero...
Baci stellari (4)
Baci stellari e baci lunari...
- Ora ci vorrebbe proprio una pennichella, direi.
- Eh sì, dopo tutta la fatica che hai fatto...
- La conosci la classica poesia cinese sulla luna piena?
- E io che credevo d'essermela scampata... E poi, figurati, ce ne saranno a migliaia...
- Sì, ma senti questa qui. È di
Li Qiao, un poeta della dinastia Tang.
- Acciderba, conosci anche poesie in cinese classico? È come se io sapessi Orazio a memoria.
- Macché, te la traduco, no? Sennó potrei anche gorgogliare qualsiasi cosa e tu la prenderesti per buona, ignorante come sei.
- Vai con la
poèsia, allora, va...
Li Qiao
Sale nel cielo gelido d'autunno
rotonda e brillante,
quasi un'anima.
La stessa ovunque, dicono,
ma chi sa se oltre, a mille miglia,
la notte ha forse vento o pioggia?
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(5)
- Mh, il classico tema della luna malinconica. Non hai niente di meno "formale"?
- Allora senti questa di
Lǐ Qīngzhào.
- Ma non è lo stesso di prima?
- Macché, questa è una poetessa, una delle mie preferite. Intorno all'anno Mille della nostra era, durante la dinastia Song, dall'altra parte del mondo viveva una donna molto colta e istruita. E si sa, era figlia di funzionari.
Amava molto scrivere poesie ma, soprattutto, amava essere padrona di se stessa, libera di poter scegliere e di amare senza sentirsi giudicata dalla società che, a quei tempi, non era certo tenera con le donne.
- Un'eroina, insomma.
- Sì, per gli standard dell'epoca una vera e propria anticonformista. Col marito poi condivideva la passione per le lettere, e con lui scambiava spesso poesie d'amore.
Anche questo, se vogliamo, è anticonformismo, no?
- E oggi è riconosciuta?
- Eccome se lo è. Il suo stile è detto
wanyue, “delicata moderazione", e pensa che nella lingua cinese moderna sono entrate in uso molte delle sue forme per descrivere il dolore e la malinconia, la lontananza e la perdita del proprio affetto.
- E di lei che mi reciti?
- Uno dei suoi poemi più famosi: una luna piena, dolorosa e triste che s'affaccia sulla finestra di ponente...
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Luna piena dalla finestra ad occidente.
Profumo di loto rosso che appassisce,
la stuoia verde giada sa d'autunno freddo,
Sciolgo la veste di seta e salgo in barca, sola.
Chi invia la sua preziosa lettera tra i nembi?
Tornano le oche, a schiera, e lui dov’è?
La luna piena riempie la camera a occidente.
Appassiscono i fiori, scorrono le acque,
Lo stesso amore e desiderio,
il lamentarsi di due cuori altrove.
Questo dolore non si placa mai,
Ora che pare alleggerirsi sulla fronte
eccolo pesare ancora sul mio cuore. |
- Uh...uh... uh...
- Certo che se lo sapevo non te la recitavo... Su, mangia un dolcetto, dài.
- È perché lo vuoi tu, vero? Brutto infame.. A me mica ci pensi, vero? Uh... uh...
- Mangia, su. A proposito, la conosci la storia della manica tagliata?
- Un'altra storia?... E sarebbe?
Molti, molti secoli fa, ai tempi della dinastia Han, l'imperatore Ai aveva un concubino di nome Dǒng Xián, un ragazzo bellissimo e adorabile, che l'imperatore amava molto.
Un giorno, dopo il riposino pomeridiano il re volle
alzarsi dal letto ma s'accorse che Xián s'era addormentato sull'ampia manica della
sua veste. Che fece, allora? Prese una spada e recise di netto la manica del
suo vestito pur di alzarsi senza svegliare il suo amato. E da quel giorno ancora oggi in cinese quest'amore si chiama 断袖之癖 (Duànxiù zhī pì),
ossia " la passione della manica tagliata".
- Sempre poetica la lingua
cinese... Ma come fai a conoscere tutte queste cose, tu? A quel tempo mica eri nato.
- Certo che no, a nemmeno settecento anni sono ancora un cucciodemone, lo sai. Diciamo che sono un tipo curioso, come tutti i gatti.
- Io propendo per il termine impiccione, altro che quella
pora svagata di Cháng'e... E comunque ti prego, Leppa mio, se per caso mi dovessi
addormentare sulla tua manica non tagliarla, per nessun motivo.
Preferisco essere svegliato da te piuttosto che dalle guardie del museo dove l'hai
sottratto.
- Eh, ma che malfidato!…
Detto cinese del giorno
各 花 入各 眼
gè huā rù gè yǎn
La bellezza è negli occhi di chi guarda.
Oggi ascoltiamo
古筝 - 月满西楼
Gǔ Zhēng - Luna piena dalla finestra ad occidente.
http://www.youtube.com/watch?v=AeKTVdNknF4
Sì, in Cina i cantanti pop musicano poemi di mille anni fa...
E comunque, dopo tante cineserie, anche:
Caetano Veloso - Tonada de luna llena
http://www.youtube.com/watch?v=nTcVubBLt9o
Zhù nǐmen zhōngqiū kuàilè
Vi auguro una felice Festa di Metà Autunno
月圆花好
Yuè yuán huā hǎo
Buona Luna Piena!
1) In Rete se ne trovano numerose versioni e la maggior parte delle traduzioni, come quella in
Wiki, è dall'inglese.
2) Le ricette in Rete riportano il
Golden Syrup, una sorta di melassa che, come tutti i tipi di "sciroppo di zucchero
invertito", dà ai prodotti da forno una morbidezza persistente. Se ne usa il tipo
light, quello chiaro, visto che ne esiste anche un tipo più scuro, il
black treackle, dal sapore più intenso, che è ottimo nei plumcake al ginger.
Credo sia inutile sbattersi per produrlo a casa propria o svenarsi per acquistare quello d'importazione: è oramai assodato che lo sciroppo di zucchero invertito può essere egregiamente sostituito dal miele, magari un millefiori o uno d'acacia, e comunque uno dal sapore delicato.
3)
Quella del “
coniglio lunare” è una figura ricorrente nelle mitologie di molti popoli asiatici, per influsso della cultura cinese
.
4)
Che sì, fa tanto
Valeriona nazionale, l'irresistibile tontobambolona. Soprattutto quando è ritratta da
Sabina Guzzanti, dove è evidente che nessuna parodia, anche se ben fatta, può riuscire ad eguagliare l'assurda realtà, quella nuda e cruda.
5) Anche qui le versioni sono molto discordati, visto che è arduo tradurre
dei versi dal cinese classico ad una qualsiasi delle lingue occidentali. Una
delle versioni stra-abusata,
ab nauseam, sul Web è
questa.