- Allora, sei pronto, Leppagorre?
- Io non vengo.
- Come, non vieni. E perché mai?
- Ehm... ho una terribile calcagnite e non riesco a fare un passo senza sentire dolore.
- A parte che, casomai, sarebbe una tallonite. E poi non mi risulta che i gattodemoni sentano dolore, e alle zampe, poi. Ti sei mica scordato chi ti scarrozza da mane a sera? Hai perso di vista il tuo gastrorisció umano, forse? Su, muoviti, che è tardi e la giornata è corta corta corta.
- Oh, non farti prendere dall'isteria, eh? Io potrei anche capire che uno cammini per i venticinque chilometri dell'allestimento di una qualsiasi "Fiera del gusto". Che so: "Porchetta oggi", o "Guanciale, questo sconosciuto", o anche "L'uso dello speck nella società moderna". Allora sì che tutta questa frenesia avrebbe un senso. Ma così... non ce la faccio proprio a capire e a trovarlo, quel senso.
- Ti ripeto che non hai alcun diritto di lamentarti, mio caro tesoro peloso. Vivi nella panza di un paziente babbeo che ti porta in giro per la città più bella del mondo e tu che fai? lo sdegnoso, fai. Voglio vedere quando, tra mille anni, andrai a fà tera pe li ceci (1) che dirai di te stesso: "Sono stato nella panza d'un pigrone, che m'ha fatto vedere solo la strada per il mercato. L'unica cosa che ho visto in tutto questo tempo è il susseguirsi di dolce e di salato giù per il suo duodeno". Ecco, allora avresti sì davvero di che lamentarti, brutto mostro.
- Io non mi lamento del tempo perso in giro a bighellonare. Mi lamento solo del fatto che non mi cucini più niente di decente.
- Eh ma lo sai che non si può mica sempre stare attaccati ai fornelli, specialmente con queste serate belle calde che nemmeno d'estate ne abbiamo avute di simili.
- Tutte scuse! Dimmi che vuoi farmi morire d'inedia e basta! Ecco, non ti sono più d'alcun aiuto!...
- Veramente non lo sei mai stato...
- Uaaahhh! Ecco come finirò! Disseccato come una carruba dimenticata al sole d'agosto!
- Che poeta...
- Uaaahhh! Come una confezione di carne macinata dimenticata in frigo!
- Ecco, sì...
- Uaaahhh! Come una nocciola rotolata nello stagno, marcita e schifata persino dalle nutrie!
- Ma che ardite metafore...
- Uaaahhh! Come un torsolo di mela divorato dalle carpe d'un lago basso e fangoso!
- Quando avrai finito la sceneggiata avvertimi, che sto preparando una torta Chatwin, eh?
- Uaaahhh! Solo come l'ultimo chicco d'uva dimenticato sul graspo! Come una formica trascinata lontano dal vento, via dalle sue compagne! Come l'ultimo biscotto d'una vecchietta morta da anni!... Una torta Chatwin? E con cosa?
- Con "una confezione di carne macinata dimenticata in frigo", no? Con cos'altro, sennó?
- Se potessi vorrei morire.
- Su, zampe in spalla, che si va.
- E poi granita?
- Gelato.
- Mh... caffè?
- Cioccolato.
- Mh... coppetta?
- Cono.
- Uffa!
- Muoviti, che è quasi cotta!
Chatwin di ciccia
Per la Pasta Chatwin:
250 g farina
12 g lievito di birra (mezzo cubetto)
70 g burro morbido
100 ml latte (o anche yogurt)
1 uovo
Un pizzico di sale
In una ciotola, dove avrete messo la farina, versare il sale, il lievito sciolto nel latte tiepido, l'uovo e il burro, senza ordine alcuno e senza preferenze.
Lavorare appena il tempo per amalgamare il tutto.
Formare una palla e metterla a riparo di un canovaccio per farla lievitare per un'ora circa, fino al raddoppio.
Per il ripieno:
450 g carne macinata, possibilmente anche mista (manzo, suino e vitello)
300 g patate, già lessate
1 uovo
1 cucchiaino di salsa Worchester (o anche no, a piacere)
1 cipolla media (80-100 g ca.)
1 spicchio d'aglio bello grassoccio
50 g guanciale
1 cucchiaio d'olio evo
sale e pepe q.b.
Lessare in abbondante acqua leggermente salata le patate, quindi sbucciarle e schiacciarle.
Sminuzzare la cipolla e il guanciale, tritare l'aglio e farli soffriggere a fuoco basso in un tegame con poco olio (il guanciale rilascerà il grasso che serve...)
Far raffreddare e quindi in una ciotola mescolare la carne con il soffritto, l'uovo, le patate e l'eventuale salsa Worchester.
Salare e pepare quanto basta.
Stendere in una tortiera da 24 cm due terzi dell'impasto Chatwin, distribuendola bene sul fondo e sui bordi, aiutandosi con le mani infarinate.
Bucherellare leggermente il fondo con la forchetta quindi farla rilievitare un quarto d'ora, venti minuti, prima di versare il ripieno.
Livellare con un cucchiaio e con resto della pasta formare un disco che farà da coperchio, fissandolo alla base attorcigliando i bordi a cordoncino per sigillarli.
Volendo si può lucidare la superficie spennellandola con del tuorlo d'uovo sbattuto, o anche solo con del latte prima di mettere la torta in forno.
Cuocere mezz'ora, quaranta minuti a 180°.
Quando la superficie sarà ben dorata la Chatwin sarà pronta.
Essendo una Chatwin la si può consumare calda, tiepida o anche fredda, senza colpo ferire.
Portarla a una festa, una scampagnata, una passeggiata...
- Un po' di birra, che mi sto strozzando!
- Ma che finto che sei! Tu non puoi strozzarti. Casomai io.
- Vabbè, su, un po' di birra, presto, che mi fa bene.
- Sì, immagino. La vedi questa fontana?
- Carine queste tartarughe che si arrampicano verso il vascone!...
- Pensa, una leggenda dice il duca Muzio Mattei la fece costruire in una sola notte per stupire il futuro suocero.
- Ah...
- Eh sì, al duca piaceva un po' troppo giocare d'azzardo tanto da rimanere co' du baiocchi (2), e quindi il padre della futura sposa era intenzionato a rompere il fidanzamento.
- Figurarsi, con un nobile caduto in miseria...
- Appunto, ma quando il duca chiamò il futuro suocero alla finestra questi rimase sbalordito e accondiscese alle nozze. Quindi il duca fece murare la finestra del palazzo che dava sulla fontana in modo che nessun altro potesse godersi lo spettacolo.
- O perché s'era rivenduto la fontana?
- Probabile, visto che la fontana è stata costruita circa trent'anni prima del palazzo!
- Non ci capisco più niente... Dammi un'altra fetta di Chatwin, per favore.
- E con questa fanno tre. Poi dici che non te la senti di camminare. Mi pare di trascinare un sacco di patate!...
- E un altra birra, anche. Grazie!
Detto romano del giorno
Quanno so' tanti galli a cantà nun se fa mmai giorno.
Quando sono tanti i galli a cantare non si fa mai giorno. Occorre una sola testa pensante, quindi...
Oggi ascoltiamo
Beach Boys - Wouldn't It Be Nice
https://www.youtube.com/watch?v=nZBKFoeDKJo
NOTE
1) Fà tera pe li ceci. Come anche Stirà le zampe. Eufemismo per "morire". Come nell'italiano "tirare le cuoia".
2) Rimané co' du baiocchi. Cadere in miseria.
una botta di vita!
RispondiEliminaSììì!!!!
EliminaPensa che, Chatwin a parte, è da un bel po' che non ceno a casa...
Esco da lavoro, prendo un bus e sono Tra Campidoglio e l'Isola Tiberina.
Sto mejo der papa!
rosa dall'invidia ti saluto
EliminaMa no, dài...
EliminaQuando puoi e vuoi ci facciamo una scarpinata, che dici?
Con o senza Chatwin, ovvio.
A presto!