- Allora, Leppagorre, che si fa per pranzo?
- Dunque, oggi è lunedì, quindi... gnocchi!
- Veramente si dice "giovedì gnocchi" come pure "sabato trippa", secondo il calendario culinario delle nostre nonne. Quelle umane, intendo (1).
- Le nostre nonne, invece - quelle gattodemoniesse, intendo - usavano gli gnocchi il lunedì, mentre di giovedì si usava gustare il "marfuxil".
- Che sarebbe? No, no, zitto, zitto! Meglio non indagare...
- Infatti. Non credo ti piacerebbe saperlo.
- Visto quello che mi costringi a mangiare ti credo sulla parola!
- Allora, gnocchi o no?
- Sì, ma non di patate, come al solito. Facciamoceli con la farina di grano saraceno.
- Lo sapevo: dici, dici, e poi eccoti accodato alle tutte le mode della cucina etnica. Adesso anche il grano saracino!
- Veramente si chiama "saraceno" perché non una pianta autoctona, insomma non è d'origine nostrale.
- Ah, capisco, quindi quello che non è auto-ctonio o maestrale veniva detto "saraceno".
- Ehm, sì, proprio così. Pensa che il tacchino, che viene dalle Americhe, si dice turkey, in lingua inglese, ma con la Turchia, nemmeno quella del Cinquecento, ha nulla a che fare.
- Tutto quello che veniva "da fuori" veniva dall'Oriente, secondo voi.
- All'epoca, devi capire, c'era tanta, ma tanta ignoranza. Allora, eh? Mica come oggi, che i persino i gatti, seppur demoni, sanno leggere. Erano cafoni, allora, sai. "Loro", quelli d'allora, dico.
- Eh sì, erano proprio cafoni...
- Pensa che il pesco, che è proveniente dalla Cina, arrivò da noi solo duemila anni fa attraverso la Persia, e il frutto è ancora chiamato così, a Roma: persica.
- Ah, ecco...
- Ma che fai... dormi?
- No, no, leggevo l'etichetta della farina di grano saraceno. Mica dormo, io!
- Non ti farebbe male, ogni tanto, sai?
- Allora, iniziamo?
- Ci vuoi del "marfuxil" come contorno?...
- Anche no, grazie!
Gnocchi saraceni (o pizzoccherati)
100 g farina 00
50 g farina di grano saraceno
1 cucchiaio di parmigiano
1 uovo (ma anche no, vedi più avanti)
In una terrina mescolare le due farine col parmigiano e l'uovo, o sufficiente acqua per ottenere un impasto omogeneo.
Pare che l'uovo nell'impasto degli gnocchi lo renda un po' troppo sodo, ma non ci giurerei: secondo me non è così rilevante.
Può darsi che l'effetto si verifichi solo con quelli di patate.
Dovrò indagare.
Lasciarlo riposare per un quarto d'ora minimo quindi stenderlo a salame, dal quale si ricaveranno tanti gnocchetti non troppo grandi (un dito... mio).
Preparare il condimento.
Si può utilizzare un sugo di pomodoro leggero, con la sola cipolla, o anche una salsa in bianco, del tipo:
50 g speck
un cipollotto (o mezzo porro avanzato, triste e solo)
30 g burro
salvia, sale e pepe q.b
Far rosolare nel burro lo speck tagliato a listelle, quindi toglierlo e mettere nel tegame il cipollotto (o il porro) tagliato a rondelle sottili.
Farlo appassire a fuoco dolcissimo, quindi aggiungere della salvia, sale e pepe q.b.
Cuocere gli gnocchi in abbondante acqua salata.
Scolarli e condirli con la cipollitudine preparata in precedenza.
E in cima, come sublime neve suina, lo speck rosolato.
- Quindi, fammi capire, domani: polpette...
- Sì, ma solo in caso si fosse preparato del brodo oggi, capisci?...
- Mhhh... Ma perché invece non la facciamo semplice e domani ci prepariamo una sleppa così di pizza bianca, ma del forno però, ché quella delle pizzerie a taglio è troppo unta e poi ci fa male...
- Che carino sei, ad interessarti!...
- ... con una bella imbottitura di porchetta, sia la parte grassa che quella magra, s'intende, e senza tralasciare una generosa fettina di crosta, abbrustolita come si deve, il tutto leggermente scaldato ma poco, visto che la porchetta non va scaldata troppo, anzi gli intenditori dicono che vada mangiata esclusivamente a temperatura ambiente, e magari vicino ci facciamo una fojetta (2) di vino bianco freddo freddo, magari un Frascati, o forse un cannellino più abboccato ma sempre ben gelato? O preferisci forse...
- Come ti si scioglie la lingua quando pensi al cibo, eh?
- È che gli gnocchi erano davvero pochi... miseri... pocherrimi!
- Crepa!
Detto romano del giorno
Salutà è cortesia, arisponne è obbrigo.
Salutare è cortesia, rispondere è un obbligo, a un saluto s'intende.
Oggi ascoltiamo
Willie Nelson - Crazy
https://www.youtube.com/watch?v=OnYEQbEHNZE
NOTE
1) A Roma, capitale dello Stato Pontificio, il calendario culinario seguiva
passo passo quello liturgico: c'erano giorni in cui era consentita la
carne - per chi se la poteva permettere, certo - e giorni "di magro", in
cui la si sostituiva con pesce, uova e formaggi.
C'è da
considerare poi che i giorni dedicati alla macellazione del bestiame
erano il mercoledì, e il sabato, quindi - eccetto in periodo di
Quaresima - la settimana gastronomica romana si svolgeva così:
lunedì brodo e bollito;
martedì polpette (con gli avanzi del bollito);
mercoledì carne (per il popolino frattaglie e coda);
giovedì gnocchi;
venerdì pesce, spesso baccalà accompagnato da ceci oppure, in inverno, arzilla (ovvero la razza) con broccoli;
sabato
carne (anche qui, i tagli di maggior pregio erano riservate ai
nobili e ai benestanti, mentre il popolo s'accontentava degli scarti, ossia del "quinto quarto": animelle, rognoni, pajata, trippa, coda e coratella)
domenica carne e/o pasta.
2) Ricordo le unità di misura delle osterie romane:
Un tubbo = un litro
'na fojetta = mezzo litro
'n chirichetto = un quarto di litro.
degli gnocchi pizzoccherati insomma :)
RispondiEliminaAzz... come ho fatto a non pensarci io? Mi sa che cambio il nome del post, mi piace troppo.
EliminaNon ledo il diritto d'autore, vero?...
tu pensa che stamane leggo gnocchi pizzoccherati e penso: sarò torda! l'aveva scritto lui già nel titolo :D
EliminaAh, ah, ma no! Qui di tordo ci sono solo io, prego...
EliminaIl nome era troppo invitante, grazie Amà!
mmmm gnocchi pizzocherati dite? Bbboni come diciamo a mi. Ma se il post è in progress, per il sugo che dici Ric, anche di una salsa al formaggio, un casera, un taleggio, un gorgonz dolce, per es? Oppure un olio con l'aglione o con l'ortica? Oppure, tutte! con una bella cofana di gnocchi al centro della tavola e le salse da provare una dopo l'altra...Contento per le, ovvie, porzioni, Leppa? A letto,deglutendo. A vuoto!
RispondiEliminaE poi io avrei un gattodemone nella panza, eh?
EliminaConfessa, laulau! chi ti abita il duodeno? (La dieta no, per lui sarebbe una vita tristerrima, come direbbe Leppagorre)
L'idea è F*A*V*O*L*O*S*A (gli asterischi li ha aggiunti Leppa, ovvio)!
Salse tante, tanterrime, una valanga di salse, salse come se piovesse!
Di formaggi, d'agli, olii e aglioni vari, d'ortiche e pesti a piacere e fantasia.
Ah, che bellezza! Ma lo so che poi mi sveglierò e questo Mondo delle Meraviglie resterà solo nei miei sogni.
Ma... quella saggia Brucaliffa sempre con la cicca sulle labbra io la conosco!
E tu, Leppa, smettila di imitare lo Stregatto!
Come? Una reginarossa vuole tagliarmi la testa?... Prepariamo degli gnocchi per ammansirla, presto!
Come? Vuole liposuzionarmi? Ma non se ne parla nemmeno!
Pussa via reginarossa! Vieni, Brucaliffa cara, accomodati.
Quale salsa preferisci? Come, tutte?
Ah, vedo che ci intendiamo bene, noi due.
Anzi, benissimo!
Orvuaaar!