Non so se sulle rive del Mar Giallo si prepari davvero il pollo in questa maniera.
Anzi, no, sono certo che questa è (1) una ricetta apocrifa; probabile e plausibile, magari, ma di sicuro non una ricetta attestata della nobile cucina cinese.
So bene che non basta mettersi due penne in testa per "essere" un indiano, e non sto certo a ripetere la filippica sull'identità, tema fondamentale del nostro essere umani ma che in cucina rischia assumere un sapore semplicistico e di scivolare in un buonismo a tutti i costi, banale e a buon mercato.
Ma mi piace comunque seguire l'ispirazione dei sapori che si uniscono, le strade invisibili indicate dalle spezie, e anche di pensare "cosa succederebbe se..."
Solo in cucina il gioco delle ipotesi e la dietrologia trovano il loro ambiente congeniale senza risultare inutili ridicolaggini.
È anche vero, verissimo e senza dubbio che si può fare della cucina cinese senza dover ricorrere per forza alla zampa d'orso, al serpente o alla tartaruga.
Pollo, peperone e riso sono ormai ingredienti universali.
E nel gioco delle identità, come anche in cucina, si sa, l'universale diventa particolare, specifico, unico.
Spesse volte poi non conta l'origine di qualcosa, ma l'idea che di questa se ne ha.
E quindi...
Riso e peperoni del Mar Giallo
200 g petto di pollo
70 g riso
1 piccolo peperone rosso
1 piccolo peperone giallo
1/2 cipolla
1 spicchio d'aglio
1/2 cucchiaino di dado in polvere
1/2 cucchiaino di polvere delle cinque spezie
1/2 cucchiaino di curcuma in polvere
1/2 cucchiaino di coriandolo in polvere
2 cucchiai di salsa di soia
1 cucchiaio d'aceto bianco
Bollire il riso in acqua dove è stata sciolta la polvere delle cinque spezie e il dado in polvere.
In una padella far soffriggere la cipolla e l'aglio tritati.
Aggiungere il peperone a dadini, unire le spezie e la salsa di soia e far insaporire due-tre minuti.
Unire quindi il pollo a pezzetti e portarlo a cottura mescolando spesso.
Scolare il riso e versarlo in una ciotolina.
Porre un piatto sulla ciotolina, rovesciare e liberare il riso che avrà mantenuto la forma della ciotola.
Intorno a questo disporre il pollo coi peperoni e portare in tavola.
Se ci arriva...
Una ricetta veloce veloce, quindi, sulla cui sinicità non mettiamo certo la mano sul fuoco, ma che possiamo comunque apprezzare giocando un po' con gli ingredienti.
Omettendo per esempio il pollo...
O sostituendolo con dei gamberetti...
Magari il prezzemolo avrà poco o nulla di cinese, è vero, ma come si dice sulle rive del Mar Giallo, "ci sta davvero come il cacio sui maccheroni".
NOTE
1) Via quella penna rossa: è una certezza e un dato di fatto, quindi tempo indicativo.
Detto cinese del giorno
花开 堪折 直 须 折
花开 堪折 直 须 折
huā kāi kān zhé zhí xū zhé
Cogli i boccioli finché è il tempo delle rose
Cogli i boccioli finché è il tempo delle rose
Oggi ascoltiamo
Léo Delibes - Duetto dei fiori
(dall'opera Lakmé)
http://www.youtube.com/watch?v=8Qx2lMaMsl8&feature=player_embedded
son e 8 ed ho già fame ;)
RispondiEliminaDimmelo a me...
EliminaNon disdegnerei neppure una robusta colazione salata, fosse anche di ciriola gravida (come diceva Giannino Stoppani) di porchetta, umbra o laziale che sia.
Pensa che in Norvegia, durante in viaggio di nozze, fui capace di mandar giù anche delle aringhe al pomodoro, dopo formaggi e salumi vari. E ovviamente poi di passare al reparto dolce.
No, non è stata questa la causa del divorzio...;-)
io il salato a colazione non me lo preparerei, ma quando lo trovo pronto... perché no?
EliminaBe', quando trovi pronto è buono tutto ;-)
Eliminaa proposito quand'è il tempo delle rose? ora sono già fiorite ed in novembre erano ancora fiorite
RispondiEliminaMah, dicono ad aprile con culmine a maggio ma, signora mia, visto che non abbiamo più le mezze stagioni, credo che NON fioriscano solo per due-tre giorni a febbraio, quando la temperatura rischia di scendere sotto zero.
EliminaA Palermo e a Cagliari, invece, credo tutto l'anno.
Non penso che questo dipenda da un fantomatico surriscaldamento dell'atmosfera e similia, quanto dal fatto che le piante domestiche, dopo secoli di forzata convivenza con la razza umana, sono letteralmente uscite di senno.
Hanno "sbroccato", come diciamo qui. E ne hanno ben donde, povere stelle.
Il mio trittico di ciclamini, per esempio, ha una fioritura continua e senza interruzioni.
Pure ad agosto, alla faccia del letargo.
Non credo sia una smaniosa voglia di vivere, quanto d'una sorta di frenesia nevrotica, un atteggiamento coattivo, come quello delle persone che "devono" camminare tra gli spazi delle piastrelle per non turbare chissà quale equilibrio cosmico.