- Che c'è, chi o cosa non dovrei vedere?
- Ma niente, e chi mai?
- E allora perché tremi così? Hai le convulsioni?
- No, è che... Ih, ih... Fer... Niente, ma... Uh, uh... Bast... È che mi...
- Dunque, o ti fa male la clorofilla delle verdure, cosa molto probabile o ti stai finalmente scomponendo nel nulla. Oppure?
- Oppure... ecco!...
... Hai finito di farmi il solletico? Ecco, hai visto? Ci ha scoperti!
- Ecco cosa nascondevi tra le pieghe di gras... nel pelo!
- Si chiama Boris, è un mio amico.
- Prjego te no me ucide!
- Uccide? Chi, io?
- Guarda che lui non uccide nessuno. Guardalo bene.
- Grazie, eh? Sempre il solito... E come mai questa visita inaspettata? A cosa dovrei l'onore?
- Boris è stato liberato proprio oggi. Sai, lui è un ex-galeotto.
- Ah, e quale crimine avrebbe mai commesso? A guardarlo così, l'unica cosa grave sembrerebbe il rosicchiamento di una gamba d'un tavolino, a occhio e croce.
- No! nje tav'lino, ma di ljeto. Basi di ljeto, da.
- Leppagorre, ma come parla?
- È un criceto russo, dice lui. Che vuoi che ne sappia, io?
- Certo, non sai mai niente, te. Mi sa che lui è russo come tu sei un gatto. E di quale letto si tratta?
- Ljeto casa padronemo.
- Ah, hai rosicchiato la base del letto del... tuo padrone? Che fatica Leppa, e aiutami!
- И что случилось потом?
- Потом кровать сломалась, и он упал на землю!
- Dice che poi il letto s'è rotto e il padrone è finito a terra.
- E quindi l'ha...
- Gabbja! Messo me gabbja!
- Chissà che mi credevo! E allora che vuol dire che se è un ex-galeotto, il padrone l'ha perdonato?
- Nje perdono, nje!
- No...
- Cioè?
- Ecco... il fatto è che non m'andava di vederlo in quelle condizioni e...
- Leppa, hai aiutato un criminale a uscire di galera? Sai che potresti essere accusato di favoreggiamento? Leggiti il Codice Penale, invece della Grande Enciclopedia della Cucina! E io sto qui a dare rifugio a un galeotto! Ma si può?
- Dài, è solo per stanotte!
- Da, da, suolo stanuotte!
- E poi?
- Poi domani lo porto dal mio amico Lino...
- Chi, l'ermellino?
- Sì, proprio lui. Speriamo che riesca a imboscarlo in un treno diretto a est.
- Ah, ecco... E nel frattempo vuole gradire un pezzo della libreria? O preferisce il tavolo della cucina?
- Ma io...
- Guarda che è accusato ingiustamente! Non ha mai rosicchiato niente, lui!
- E tu che ne sai?
- Me l'ha giurato lui.
- Ah, ecco. Stiamo a posto, allora. Dio li fa e poi li accoppia...
- Insomma, basta che gli dai una carota o una costa di sedano e fino a domattina lui se ne starà buono e caro. Vero, Boris?
- Puoco carota. E acqua, da.
- Certo, sta a vedere che lo faccio morire di sete. Useremo la ciotola di Babà, sperando che non s'offenda.
- L'ho già avvertito io, ha detto che è contento d'aiutarlo.
- Ah, mi ritrovo proprio in una bella combriccola di malandrini!
- No, i mandarini non ne abbiamo, mi pare.
- Leppa! Mi prendi anche per i fondelli?
- E chi ce la farebbe? Mica ho con me un argano!
- Oh, basta! Diamo da mangiare al mostro di Rostok e continuiamo a fare i nostri biscotti.
- Io nuo di Rostok! Io di Palekh!
- Eh? Ah, Palekh, certo, dove fabbricano quelle belle scatole di legno dipinte e laccate...
- E magari vivi anche in una casina decorata di lacca, no?
- Io...
- E cosa c'è disegnato sopra Ivan e l'Uccello di fuoco o lo zar Saltan e la Principessa Cigno?
- Nje, nje! Gatti!
- Gatti?...
- Da, gatti!
Speziatini
Questa ricetta è diversa da quella di qualche tempo fa.
È quella dei biscotti speziati con cui si fanno gli omini di zenzero e le stelline per le feste natalizie, o semplicemente dei biscottini croccantini e sfiziosi.
350 g farina
100 g burro
175 g zucchero
1 uovo
1 cucchiaino di bicarbonato
4 cucchiai abbondanti di miele
un pizzico di sale
spezie: 1/2 cucchiaino di cannella, 1/2 cucchiaino di zenzero in polvere, una punta di noce moscata, tre chiodi di garofano e una decina di bacche di cardamono.
Aprire le bacche di cardamono, estarre i semini e pestarli finemente assieme ai chiodi di garofano.
In una ciotola mescolare gli elementi secchi, quindi unire l'uovo e il miele riscaldato un poco per farlo fluidificare.
Se il composto dovesse risultare troppo "polveroso" aggiungere un cucchiaio o due d'acqua per renderlo lavorabile.
Stendere l'impasto sulla spianatoia infarinata, a un'altezza pari a tre-quattro millimetri, non di più.
Con delle formine ricavare i biscotti e disporli sulla placca (imburrata e infarinata oppure ricoperta di carta forno) distanziati tra loro di un paio di centimetri, e infornare a 180° per una decina di minuti circa.
Inizialmente si gonfiano un po', poi iniziano a colorirsi. A quel punto contare un paio di minuti e sfornarli.
Farli raffreddare quache istante sulla placca, poi trasferirli su una gratella o in un cestino di vimini.
Non usare piani di plastica ceramica o metallo: i biscottini si rovinerebbero con l'umidità durante il raffreddamento.
Appena tolti dal forno sembrano mollicci e delicatissimi ma poi, una volta freddi, acquistano la giusta consistenza, diventando belli croccantini. E la casa s'impregnerà d'un profumo indescrivibile.
Con questa dose si ottengono tre-quattro teglie di biscotti.
- Ehm, due teglie di biscotti. Anzi... una sola e unica teglia di biscotti! Leppagorreee!
- Che c'è? Che è successo?
- Chiudi quest'ingordo in una gabbia! Questo ce se magna pure a noi!
Detto romano del giorno
A l'ucello ingordo je crepa er gozzo.
Oggi ascoltiamo
Gianna Nannini - Aria
https://www.youtube.com/watch?v=Ld3ZKU0wUSw
ma se ha un musetto così innocente!
RispondiEliminae Leppa non ha provato a mangiarselo zio Vania?
Innocente?!? Amà, quella è una belva assetata... di cibo, un tarlo peloso, un'idrovora a ciclo continuo.
RispondiEliminaLo credo che il padrone l'avesse chiuso in gabbia.
Fosse stato un criceto-fachiro si sarebbe magnata pure quella!
E poi no, Leppa preferisce i rigatoni a cacio e pepe che la carne di criceto.
E poi non se la sarebbe comunque mai sentita di mangiarsi un amico.
Dice lui...