lunedì 24 marzo 2014
Un trittico sognato da sempre
Dice: te sei bevuto le cervella?
Ma come, fai la cresta sulla spesa
pure a te stesso e magni mortadella
e poi te n'esci co sta gran sorpresa?
Hai speso sordi in 'ste cineserie,
(non dico quanto!) e pe fa un ber trisse
de libri de cucina e de poesie
hai visto er portafoji impoverisse!
Che ce voi fa - je dico - er vizzio è vizzio,
librovoro so io, libridinoso:
che peso annuso e pure me ce sfizio
de 'n ber tomo... de carta fascinoso.
Si fosse pure pane starei apposto,
invece co la carta che s'ammucchia
solo li tarli ce se fanno l'arosto...
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delizia pura! lau
RispondiEliminaVero!
EliminaMe li sto centellinando pagina per pagina.
E poi quella carta paglia è una delizia...
Insomma, son cose che fanno bene al cuore, per tante ragioni.
son certezze
RispondiEliminaSì, e sembra di sentirle recitare con la sua voce impastata, sai quella con cui esordiva: "Mo me faccio 'na bella pasta e ffacioli!"
EliminaUn mito vero.
Ottimo acquisto, lo appoggio in pieno. E immagino ci saranno pure contenuti interessanti
RispondiEliminaGrazie Crì, col vostro appoggio quel residuo di senso di colpa se n'è evaporato.
EliminaBeh, le ricette sono un po' sul vago. Non è un (tre!) libro di cucina in versi, ma sul piacere del cibo.
E "del buon tempo andato che non c'è più", che da popolano romano er sor Fabbrizi rimpiangeva con struggimento.
Su questo non ci incontriamo con lui: io sono per la modernità allo stremo e non credo in nessuna età dell'oro, nemmeno quella dell'infanzia, ma mi fa tenerezza la sua nostalgia.
Sembra il cavallo della poesia di Esenin, che cerca di rincorrere il treno...