D'altronde dicono che i nati sotto il segno del Toro siano molto, ma molto pazienti. E golosi, anche.
Sono le due cose per le quali il mio spirito illuminista razionalista e miscredente sarebbe ancora tentato di cedere alla fede per gli oroscopi. Poi penso alla cara Margherita Hack e me ne torno sereno e rassegnato nel mondo consueto di atomi e molecole...
Dico tutto questo perché certe volte comprendo appieno le difficoltà che hanno i genitori con dei figli piccoli, con i capricci da sopportare, le regole da insegnare e tante di quelle piccole cose che al momento mandano diretti verso la stanza imbottita e invece, anni dopo, vengono sovente ricordate con dolce nostalgia.
Coi cani è pressappoco la stessa cosa. Sono bambini che, per certi versi, non crescono mai.
E non so cosa sia peggio, a pensarci bene.
Uno cerca di non essere repressivo o burbero, e di dare regole e istruzioni senza scadere nello stereotiopo della peggiore signorina Rottermeier, ma qualche volta non se ne viene a capo comunque...
- A zì, quanno me lo levi 'sto coso?
- Sopporta, bello de zio. Tu pure, però: vai a scavare buche in quel punto dove sai che vengono gettate le bottiglie! Prima o poi un coccio che ti taglia lo trovi, no? E però, figlio mio...
- A me me dà propio fastidio, zì. Levamelo, pe favore...
- Buono Babà, buono, che sennó stai tutto il giorno a leccarti la fasciatura e poi non guarisci.
- Ma io me so rotto le palle, zì! E che ca...
- Ahó! Allora? Ma sono cose da dirsi? Su, zainetto e canile, su!
- No, zì, pe favore! Su, che stavo a scherzane! Al canile me moro, io!
- Allora regola il linguaggio, se puoi. E cos'è 'sta faccia?...
- Me lo levi, zì?... E dài.... Me lo levi?...
Il tutto con sottolineatura di coda che spazza lenta e ruffiana l'aria.
Che fai, lo fai soffrire? No, gli togli quella sorta di gorgiera da Maria Stuarda e lo tieni sott'occhio di continuo.
Tanto, si sa, la lingua batte dove il dente duole.
Mi ripeto, come il mio solito: chi ha figli "umani" ha sempre la speranza che in futuro, ma non è detto, questi possano crescere.
Con i quattrupedi no, è assodato.
Ieri notte stava con noi anche Pippi Calzecorte, la bassottina nera nera e dolce dolce che tanto timore aveva ingiustamente messo a Leppagorre.
La piccola (di taglia) va d'amore e d'accordo con quella belva di Babà.
Non litigano per la palla, bevono nella stessa ciotola, e si scambiano tranquillamente il tappetino del riposino.
Insomma, amici. O quasi...
Se il giorno ho potuto evitare di lasciargli la "lampada" al collo la notte, ovviamente gliel'ho dovuta far indossare. Con sommo scorno e conseguenti occhietti languidi:
- A zì... pe favore... che me lo levi 'sto coso?...
E io, col cuore di marmo, sordo e inerte, che cerco di non guardarlo e di non sentirlo mentre, aggirandosi per casa, sbatte alle porte, ai mobili, e un po' dovunque.
Bene (o quasi), ieri notte vado quindi a letto, Pippi è già distesa sul suo tappetino, Babà con la lampada al collo è rassegnato sulla sua copertina, e io prendo sonno, con la solita difficoltà.
Una berberghe... duas berberghes... tres berberghes... battoro berberghes...
Mi alzo e vedo lei, la principessa Pippi - col portamento che ha Sissi le fa un baffo - che abbaia come un'indemoniata.
Ha il pelo della groppa ritto come uno scopettone e sembra un cinghialino al quale abbiano sbagliato lavaggio e gli occhi, di solito dolcissimi, sono spiritati e fuori dalle orbite.
- Chi siete! Fellone! Oh, affé mia! Chi osò turbare lo sonno mio a cotal guisa! Favellate, o mostro! Cos'è che avete fatto al mio sodale di passeggiate e orinatine, l'amico mio Babà? L'avete dunque spolpato qual arrosto, con que' vostri denti da fiera? E avete intenzione di divorar repente anche me in un sol boccone, nevvero?
E lui, mogio mogio, con la testa illampadata china sulle sue zampe anteriori e lo sguardo a metà iride, col bianco tremante, e la vocina flebile:
- Ma... Pippi... sò io.... Che nun me riconosci piùne?...
E lei, invece, un'erinni che vola da una stanza all'altra come un pipistrello impazzito che insegua la preda:
- Via! Via! Lungi da me, maramaldo! Non proferrite verbo alcuno! Vi veggo e riconosco. Ve'! Siete lo demonio fatto carne! Lo spirito luciferino degli inferi più oscuri e profondi! Siete un mostro, un mostro!
- Ma che stai a dì, Pippi! Sò Babbà! Nun me riconosci? Guardeme bbene...
- Oh, pover'ammé! Ah, ma venderò cara la mia virtù! Gnaffe! Giammai soccomberò alle vostre vili brame! Dovrete passare sul mio pelo!
E io, come il paciere che di solito prende i ceffoni da entrambi i litiganti, sto nel mezzo cercando di urlare a bassa voce - sì, sono ancora le due e mezza della notte - e di rabbonirli.
Alle cinque del mattino - quindi le sei dell'ora legale - sono arrivato a ses milliones de berberghes senza chiudere occhio.
Poi capisco le casalinghe disperate che sniffano colle o smacchiatori e mariti travet che mandano giù tutto quello che abbia un tasso alcolico superiore a 40°.
Capisco, capisco tutto.
Anche lo sconcerto di Lady Pippi. E non le do torto: il muso non è né da labrador né da volpino, ma quasi da pitbull, anzi da petite bullo. Sì, insomma, un vero e proprio petite dur!
O no?...
Quindi per riprendere contatto col mondo consueto, quello fatto di atomi e molecole, occorre qualcosa che ancori al reale, a questa insulsa ma unica dimensione disponibile.
Ci vogliono proprio dei krapfen, anzi, dei Cràffen. Al forno, magari. E subito...
Craffen (ovvero Krapfen) al forno
500 g farina (di cui 350 g Manitoba e 150 g farina 00)
160 g burro
25 g lievito di birra
80 g zucchero
2 uova
80 ml latte (o anche acqua va benissimo)
Seguiamo la rassicurante trafila delle fasi di lievitazione e recitiamola come un mantra. Pronti?
Fase 1) - Lievitino
100 g farina ca.
25 g lievito di birra
un cucchiaino di zucchero
acqua q.b.
Si impastano velocemente gli ingredienti fino a formare un panetto morbido e lo si lascia lievitare al coperto per circa 30', o almeno fino al raddoppio.
Fase 2) - Impasto
In una ciotola versare la farina e formarvi un incavo in cui unire a mano a mano gli ingredienti al lievitino.
Nell'impasto vanno messi soltanto 80 g di burro (pomata), mentre il resto servirà per ungere i cràffen.
Lavorare con una forchetta (o un qualsiasi altro attrezzo) e poi con le mani fin quando l'impasto si stacchi dalle pareti del recipiente. Rovesciare quindi sulla spianatoia e lavorare bene, stirando e battendo, battendo e stirando, fino ad ottenere un impasto elastico ed omogeneo.
Mettere nella ciotola, formarvi un taglio a croce - oppure un buco al centro, affondandovi un dito infarinato - e lasciar lievitare, coperto e al riparo dalle correnti d'aria, per un almeno un'ora, ovvero fino al raddoppio del volume.
Fase 3) - Lavorazione
Stendere la pasta con delicatezza, senza strapazzarla troppo. Dev'essere alta mezzo centimetro o poco più.
Con un coppapasta o con un bicchiere - il diametro sarà quindi di circa 7 centimetri - ricavare dei dischi.
Sulla metà di questi porre un cucchiaino di ripieno a scelta, che so: marmellata (che io continuo a chiamare così anche se di ciliegie, e chissene della denominazione legale), crema pasticcera (au naturel, au chocolat, o come più v'aggrada), o anche quellacremallanocciolachefaingrassaresoloavederneilbarattolomacheèbbonadamorì.
Spennellare con del latte (o anche dell'acqua) i dischi di pasta liberi dal ripieno e chiudere il cràffen premendo bene i bordi per far aderire i due dischi ed impedire che in cottura si aprano miseramente.
Disporre sulla teglia e con un pennello ungere con il rimanente burro fuso.
Lasciar quindi lievitare?... Fino al raddoppio! Bravissimi.
Fase 4) - Cottura
Infornare in forno caldo (i classici 180°) per circa 15 minuti, dopo i quali decidere se proseguire per un altro paio di minuti fino a doratura completa. Non esagerare altrimenti si seccheranno troppo e, qualora abbiate usato la quellacremallanocciolachefaingrassaresoloavederneilbarattolomacheèbbonadamorì, la vedrete asciugarsi impietosamente.
Appena sfornati spolverare di zucchero a velo e far raffreddare.
Se ce la fate
Aforisma del giorno
Chi sogna di giorno conosce molte cose che sfuggono a chi sogna solo di notte.
Edgar Allan Poe
Oggi ascoltiamo
Sopor Aeternus & The Ensemble of Shadows - It Is Safe To Sleep Alone
http://www.youtube.com/watch?v=mqzxbbc6RZ8
a te sempre insonne ti si deve lasciare se questi sono i risultati :D
RispondiEliminaSe nel buio delle notti
RispondiEliminaodi spadellare accorti
non è certo la fatina,
ma Muccardo che cucina!
Or lo vedi, viene innanzi
sull'enorme parannanzi
decorato a pasticcera
c'è una mappa, quella vera
del paese dei golosi,
che fra isole di crema,
continenti sciropposi,
riconosci quale emblema.
Sbatte, mescola e travasa:
uova zucchero e farina,
tutta casa ne è ormai invasa
non soltanto la cucina.
Va in affanno avanti indré
fino allo spuntar del giorno
per sfornare tutto attorno
pani e chili di bignè.
P.S. "parannanzi" è licenza "poetica" che spero mi verrà perdonata.
cràffen? pfui! nella mia smisurata ignoranza dolciaria ho sempre pensato fossero solo quelli fritti, indispensabile per articolare il profumo del luna park, insieme a quello dello zucchero filato e del croccante. E invece, caro chef, benedetta insonnia canina! Su, su, come per l'aria di Napoli, metti in bottiglia il profumo rimasto in casa e mandamelo per fav. Qui c'è bisogno di dolcezza. Anche in bottiglia. Anche solo il profumo. Grazie
RispondiEliminaSai che c'è, laulau? fritti sarebbero stati troppo sfacciati. "Ma come, ti lamenti dei "tricicli" e poi ti getti dal dirupo dei fritti?" Non sta, non sta proprio. Non si può. Tranquilla, non serve conservarne l'aroma. Vorrà dire che l'elenco s'allunga. E sei fortunata, sai, perché io non sono mica come quel pelato con la giacchina stile Village People e le ridicole babucce all'insù; io non do la limitazione a tre desideri. Sarebbe sciocco da parte mia, non credi? E poco generoso.
EliminaSolo che, vista l'età m'è difficile tenere a mente tutto. Aiutami a stilare la lista, al resto ci penso io.
Grazie a te